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Israele: attacco terroristico alla pace!

Creato il 31 maggio 2010 da Matteomonco

assalto israele nave attivisti.jpgÈ questo ciò che deve succedere perché l’attenzione del mondo intero si sposti sul problema mediorientale? A quanto pare sì.

La Freedom Flotilla, composta da sei navi con centinaia di attivisti (tra cui Free Gaza per fare un nome), parlamentari e giornalisti, è partita ieri da Cipro dopo una sosta. Le avvisaglie di quanto sarebbe successo poi, erano nell’aria.

Le navi trasportavano 10 mila tonnellate di aiuti umanitari, tra cui cemento, medicine, generi alimentari, case prefabbricate, sedie a rotelle elettriche e molto altro ancora. Direzione: Striscia di Gaza, dove Israele dal 2007, anno in cui Hamas ha vinto le elezioni, ha imposto un blocco totale sui varchi, impedendo l’ingresso di aiuti e diffondendo una lista di 2000 oggetti che non possono entrare nella Striscia. Tra questi: aghi e filo, gomme da cancellare, libri, stoviglie, coperte, occhiali, ... , e sedie a rotelle.

L’obiettivo della Freedom Flotilla era di forzare il blocco, che si estende fino a 20 miglia dalla costa, e raggiungere Gaza. Quindi Israele aveva lanciato l’avvertimento/minaccia di azioni militari, arresto ed espulsione degli attivisti e sequestro del carico. Ma le navi hanno proseguito con Mavi Marmara in testa, nave battente bandiera turca. L’intervento militare israeliano è avvenuto all’incirca alle 4 e trenta del mattino a 75 miglia dalla costa, in acque internazionali.

Da qui la verità assume connotazioni variopinte. Squadre speciali della marina israeliana, a volto coperto, hanno fatto irruzione sulle navi via mare e calandosi dagli elicotteri. Su cinque delle sei navi non ci sono stati problemi di sorta. Sulla sesta, invece, si è consumata la strage.

I numeri si sono sprecati durante tutta la giornata, ma stando alle ultime indicazioni, sembra che i morti sulla Mavi Marmara siano 10 e decine i feriti. Secondo i militari, che hanno avuto l’accortezza di filmare l’accaduto, gli attivisti li avrebbero minacciati con coltelli e bastoni, avrebbero lanciato molotov o altri armamentari e qualcuno avrebbe anche strappato di mano a un soldato il suo fucile. Notizie confusionarie hanno poi riportato la presenza di armi a bordo della nave, fatto assolutamente smentito dagli attivisti stessi, che erano armati di fionde e bastoni.

Lo scontro c’è stato, scontro in cui militari hanno bloccato sei navi di attivisti filo-palestinesi che volevano portare aiuti umanitari. Hanno aperto il fuoco sui civili. Hanno ucciso dieci persone. Questo è quanto deve restare ben impresso nella mente.

Il fatto ha sconvolto le nazioni di mezzo mondo, ha costretto l’ONU a indire una riunione urgente, ha ricevuto la deplorazione di ministri e rappresentanti di vario grado e nazionalità. Soprattutto, ha incrinato pesantemente il rapporto di alleanza strategica con la Turchia. A quanto pare, tra le vittime ci sarebbe anche un parlamentare turco. Così, l’ordine di rimpatrio da Ankara del suo ambasciatore in Israele e la frase del premier turco Tayyip Erdogan: “È un atto di terrorismo di stato”, segna il principio di un processo di cui è difficile immaginare i risvolti.

Ora l’UE, attraverso un messaggio proveniente da Catherine Ashton, l’Alto rappresentante della politica estera dell’UE, dichiara inaccettabile la politica di chiusura dei varchi d’ingresso nella Striscia di Gaza e ne chiede l’immediata riapertura per fare entrare gli aiuti.

Ecco perciò quello che doveva succedere per alzare la voce contro l’abuso in atto! Ma mi chiedo: servirà a qualcosa?

Per il momento, quanto avvenuto si prefigura come un attacco terroristico alla pace. Passeranno giorni, verranno svolte indagini e molta gente parlerà, ma la voce di Israele, da oggi, è certamente più debole, meno credibile e poco affidabile.

Fonte: Ansa, Repubblica Foto: Repubblica


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