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Itaca o il viaggio? Scegliere nel tempo della velocità

Creato il 25 marzo 2015 da Pinomario

Non vi affrettate, gentili lettrici e lettori, a rispondere subito: Itaca e il viaggio! Perch é ci ò che sembra facilmente assemblabile in un "pacchetto" turistico non lo è , quasi mai, quando urgono le questioni importanti della vita.

Certe volte, come "recitava" Kavafis, bisogna "scegliere" il viaggio, e accontentarsi di esso, godendone, sopportandone anche i timori, pur senza smettere di "avere in mente Itaca".

Certe volte bisogna decidersi, adesso, per nuove "piccole" possibilit à di diventare umani, senza attardarsi a pretendere tutto insieme.

Certe volte bisogna accettare anche di "fare" la verit un pezzo per volta, o, se si è saggi, di farsi "condurre" da essa, giorno per giorno, piuttosto che pretendere di "contenerla" nella propria bisaccia. Perch é , è vero, la vita, ogni giorno, ci ammonisce, inascoltata, che " la verit à non è sempre disponibile a essere usata; occorrono le buone maniere dell ' " anima per maneggiarla senza strapparla, o per gettarla addosso al prossimo senza protezione", come, in modo suggestivo, scrive l'amica Francesca Frazzoli, nel suo romanzo Le silenziose vie della Bellezza".

In realt à , nella nostra esistenza, il pi ù delle volte, siamo chiamati a una "ù che ad una astratta e interminabile valutazione razionale di ci ò l'appello alla decisione, " decisione", pi che è giusto! E non è un caso se nelle grandi correnti spirituali dell'umanit à ò che va deciso.ora", sembra talora prevalere sull'analisi di ci

Infatti, ci sono momenti nella vita in cui non è tanto importante fare "le cose giuste", ma "fare qualcosa" che segni una direzione e un senso. Anche perch é , la gran parte di noi umani, quasi mai si trova di fronte all'alternativa ù giusto/meno giusto. giusto/ingiusto, ma piuttosto davanti alla scelta urgente tra:pi

E invece quante volte, nella nostra vita quotidiana, privata o collettiva, ci sorprendiamo a lamentarci, " aspettando godot", mentre sarebbe pi ù utile ù giuste", non si sa bene per "salvare" cosa? cominciare a fare qualcosa, "qualsiasi cosa"? Quante volte, per esempio, ai cittadini che attendono dai loro rappresentanti decisioni concrete, adesso, molti "politici" si attardano a offrire solo l'attesa, sempre da rinviare, della " soluzione migliore"? O, addirittura in ambito religioso, chi non si chiede come mai, di questi tempi, anche l'azione di un Papa intento a richiamare la sua Chiesa all' essenziale e all' urgenza delle scelte riformatrici, si scontri continuamente con zelanti "custodi" di tradizioni, consuetudini e poteri, occupati a fargli le pulci, proponendo, a gran voce, scelte "pi

In realt à a voler essere intellettualmente onesti, e questo senza scomodare Popper, bisognerebbe riconoscere che non sempre esiste "è la migliore soluzione" a un problema, anzi non sempre "la migliore soluzione" quella da perseguire!

In primo luogo, perch é "la migliore soluzione", molto spesso, sa troppo di "soluzione definitiva", "soluzione finale", assoluta e autoreferenziale, mentre sappiamo che nella nostra vita, privata e politica, abbiamo piuttosto bisogno di à poterci correggere, e correggere, confrontandole, le nostre soluzioni! Questo vale nella convivenza politica, ma anche nella vita privata, o di un gruppo, o di una comunit , o di una organizzazione.

In secondo luogo, perch é la maggior parte delle nostre decisioni, sono prese in contesti che non ci permettono lunghe analisi delle alternative. Anzi spesso non esiste il tempo per nessuna valutazione, se non quella, quasi automatica e per cos ì dire " in tempo reale", frutto dell'istinto "umano", addestrato in millenni di tentativi ed errori, nel confronto con la vita!

E infine, perch é ci sono momenti nella storia di una societ à , di uno stato, di una organizzazione, di una comunit à , di un individuo, in cui non è prioritario fareè uno di essi, in cui è pi ù importante e necessario fare, é cambiamento ottimale. Anzi, certe volte, "la" scelta "ottimale". Ma fare, adesso, "una scelta". Una "ragionevole" scelta. Ci sono momenti, e quello attuale e ad altri che è" è preferibile una "cattiva" soluzione a nessuna soluzione. ora, un passo "oltre", cambiare qualcosa, dimostrare a s possibile cambiare qualcosa, piuttosto che cercare paradossalmente, (e la storia ci offre molti esempi a questo proposito)

In certi momenti, abbiamo soprattutto bisogno di " sapere" che la Storia è ancora nelle nostre mani, e che non siamo in balia del "fato", di un "mostro" che riproduce se stesso senza alternative.


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