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Il Gatto però sopravvive e , una volta calmate le acque , va alla ricerca dei due complici con la refurtiva per dividersela .
Ma non è così semplice perché lui si sente tradito e loro non vogliono dividere. Tentano di ucciderlo nel mattatoio dove si sono dati appuntamento per riprendere i soldi da dove li avevano nascosti e fuggono in una villa dell'hinterland milanese.
Il Gatto però sopravvive e aiutato da una prostituta li trova per vendicarsi.
La polizia è però sulle sue tracce....
Milano violenta è un poliziottesco targato Mario Caiano, uno che si era distinto con alcuni titoli nel genere action all'italiana.
Diciamo che pur essendo messo nel calderone del poliziottesco, a causa soprattutto di un titolo inequivocabile che riprende lo stilema classico del genere in cui le città sono violente ,sparano o si incazzano, perché in realtà se si va a raffrontare con altre pellicole ad essa assimilabili, si colgono innegabili differenze stilistiche.
E' vero, c'è violenza con un certa propensione per il gore ed è anche piuttosto esibita , in special maniera
nella prima parte, ci sono sequenze spettacolari di inseguimento ( anche se molte meno della media del genere), ci sono figure tratteggiate a colpi di accetta come quella del commissario, che non è il fulcro del film, anzi è una figurina di cartone monodimensionale e vagamente caricaturale e questo già marca una differenza piuttosto sostanziale con i "colleghi" di genere, o quella classica della puttana dal cuore d'oro ( una Silvia Dionisio bellissima anche se meno discinta del solito) uno dei luoghi comuni più difficili da erodere in cinema di un certo tipo.
Presto la pellicola di Caiano assume altre caratteristiche: è un film fondamentalmente di vendetta e di resa dei conti tra rapinatori che in realtà sono le uniche figure che sembrano avere un certo spessore e una certa considerazione nella sceneggiatura.
Proprio questo suo concentrarsi evidentemente sui "cattivi" fa spostare l'asse del film dal genere poliziottesco verso il noir o il gangster movie.
Naturalmente tutto riletto alla maniera sbrigativa di come si facevano questi film , fabbricati in serie col male e peggio, soprattutto in sede di sceneggiatura e dialoghi, perché dovevano consegnare al pubblico che affollava le sale cinematografiche di quel periodo solo quello che voleva: evasione, violenza, sequenze spettacolari fatte con l'unico scopo di far salire il cuore in gola, immediatamente dietro alle tonsille.
Milano violenta riesce parzialmente nello scopo perché se è vero che è dotato di qualche scena adrenalinica , è anche vero che nella seconda parte si trasforma in un film di attese richiamandosi alle atmosfere del noir gangster movie americano e a quelle del polar francese.
Con tutte le distinzioni del caso perché, come più volte affermato la sceneggiatura non pare tutto questo granché e anche la logica in molti momenti va proprio a farsi benedire.
I punti di forza di questo film risiedono nel cast di tutto rispetto con diversi volti noti del genere che sembrano al posto giusto nel momento giusto, in una fotografia sgranata e autunnale che si rivela azzeccata e quel suo voler essere diverso nonostante un titolo che lo rende immediatamente ascrivibile al genere poliziottesco.
Il titolo era ( ed è) se non tutto , molto quando si tratta di far incassare.
E questi film dovevano solo incassare, non perdersi di fronte a tanti sofismi d'autore.
Altro particolare, una curiosità più che altro: a parte il segmento iniziale, quello della rapina , questo film con Milano c'entra poco o nulla essendo stato girato in gran parte a Roma, al mattatoio di Testaccio e in una villa bellissima ma che potrebbe essere situata in qualsiasi parte d'Italia....
( VOTO : 6 / 10 )
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