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'Italia, come stai?'': tricolore in cima al mondo nell'arco; accorgimenti per volley e canottaggio

Creato il 11 luglio 2011 da Federicomilitello
'Italia, come stai?'': tricolore in cima al mondo nell'arco; accorgimenti per volley e canottaggio
La forza della squadra italiana di tiro con l'arco è percepibile osservando quali atleti sono rimasti a casa per scelta tecnica: Pia Carmen Leonetti, capace quest'anno di agguantare un secondo posto individuale nella prova di Coppa del Mondo di Porec, il veterano di mille battaglie Ilario Di Buò e l'enfant prodige Massimiliano Mandia. Quando un commissario tecnico è costretto a compiere delle scelte dolorose per definire il terzetto per una grande manifestazione, significa che il livello complessivo è veramente alto e la concorrenza interna aiuta anche a migliorarsi e ad incrementare le proprie potenzialità. In effetti l'Italia sta attraversando un periodo di grande vitalità, nel quale ai sempre affidabili veterani si stanno aggiungendo dei grandi talenti in grado di garantire prestazioni di rilievo per un quindicennio. Dai Mondiali di Torino è emerso che la selezione femminile, sul trono iridato a 12 anni dall'ultima volta, ha ormai colmato il gap con le grandi potenze asiatiche, installandosi con merito nel gotha di questa disciplina. Tra gli uomini si mantiene un gradino superiore a tutti la Corea del Sud, anche se in proiezione olimpica proprio l'Italia appare come una delle più serie candidate ad impensierire i fenomeni dagli occhi a mandorla. Il bronzo ottenuto da Galiazzo, Frangilli e Nespoli, per di più in condizioni non ottimali a causa di infortuni e stati di forma non perfetti, rappresenta un ottimo punto di partenza per affrontare con serenità l'annata a Cinque Cerchi.
La nazionale italiana di pallavolo è stata eliminata nel girone eliminatorio della Final Eight di World League. Quello degli azzurri, tra l'altro, non era neppure il girone più duro (Polonia, Argentina e Bulgaria), considerando che nell'altro raggruppamento erano presenti autentiche corazzate come Russia e Brasile, senza dimenticare Cuba e Stati Uniti. La competizione polacca ha mostrato un'Italia ancora molto lontana dai vertici internazionali. Permane il problema cronico dell'opposto, con Michael Lasko mai incisivo nei momenti chiave dei match. Non ha convinto neppure il libero Bari, mentre i centrali Buti e Birarelli hanno offerto un rendimento troppo altalenante. Bene, invece, il palleggiatore Travica e lo schiacciatore Zaytsev, unico vero talento di questa nazionale. Il capitano Savani, infine, si è rivelato una certezza. Inutile nascondere che pesa moltissimo l'assenza di Simone Parodi, uno dei martelli migliori a livello europeo ed attualmente fermo per infortunio. Al ct Berruto si può contestare il fatto di aver concesso pochissimo spazio ai giovani nel corso del girone eliminatorio della World League, puntando quasi sempre sul medesimo sestetto. Le nuove leve Sabbi, Kovar e Rosso avrebbero avuto bisogno di giocare e di acquisire esperienza internazionale, come accadde ad esempio a Matteo Martino nel 2007. Probabilmente sarebbe arrivata qualche sconfitta in più, ma di sicuro ci saremmo trovati con maggiori ricambi per il futuro. Le alternative ai titolari, invero, non esistono allo stato dei fatti. Il campionato italiano, soprattutto nei ruoli più delicati come opposto e schiacciatore, è stato invaso da stranieri, dunque per il selezionatore diventa sempre più arduo assemblare una nazionale competitiva. Urge, quindi, un cambiamento regolamentare radicale: aumento da 3 a 4 del numero di italiani titolari per ogni squadra di club, obbligo per gli stranieri con passaporto italiano di rendersi eleggibili per l'azzurro (in caso contrario sono da considerarsi stranieri). Serve maggior coraggio, inoltre, non solo nell'investire sui vivai, ma anche nel lanciare i giovani in prima squadra. In attesa di riforme improcrastinabili, l'Italia deve badare anche al presente, con una qualificazione olimpica da conquistare e non così agevole come potrebbe sembrare. Alla causa tricolore farebbero ancora molto comodo i veterani Fei, Mastrangelo e Vermiglio, oggettivamente ancora i migliori nel Bel Paese nei rispettivi ruoli.
Due preziosi argenti nei pesi leggeri per l'Italia del canottaggio nella prova di Coppa del Mondo di Lucerna. In questo settore è stata finalmente trovata la giusta quadratura: se il doppio Bertini-Luini, in condizioni omogenee del campo di regata, si installa stabilmente tra i primi quattro del ranking internazionale, il 4 di coppia ha acquisito nuova linfa con l'innesto del performante Marcello Miani e nelle prossime gare, considerati gli ampi margini di miglioramento di un equipaggio appena formato, potrà lanciare il guanto di sfida alla formidabile Gran Bretagna. Nel settore senior, invece, le prestazioni in acqua non hanno rispecchiato le aspettative della vigilia. Rimane un cantiere aperto il 4 di coppia, da sempre la punta di diamante del movimento tricolore. L'impressione è che su questa imbarcazione possa presto ritrovare spazio Rossano Galtarossa, senza dimentica anche Alessio Sartori. Nel 2 senza, poi, Mornati-Carboncini appaiono obiettivamente troppo lontani da nazioni come Gran Bretagna, Canada e Nuova Zelanda, risultando quindi le speranze di podio ridotte al lumicino. Giustamente il duo tricolore andrà ai Mondiali di Bled per conquistare la finale ed il pass a Cinque Cerchi, ma proprio in vista di Londra 2012 potrebbero venire dirottati sul 4 senza per provare l'assalto alla zona medaglia. Costanti progressi, infine, ha sciorinato la selezione femminile, con il doppio pesi leggeri approdato in finale. Per le zone nobili serviranno ancora degli anni di lavoro, ma il progetto che da tre anni viene portato avanti dal ct olandese Josy Vendonkschot sta progressivamente portando le canottiere italiche dall'anonimato ad una dimensione globale.
Federico Militello

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COMMENTI (3)

Da Federico Militello
Inviato il 02 agosto a 13:25
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Lasko ha convinto sino a quando gli avversari erano di potenziale non eccelso (Francia e Corea del Sud), ma non appena il livello si è alzato ha denotato alcuni limiti ormai irrisolvibili. Naturalmente, poi, è bello che ognuno abbia la propria idea.

Da bond
Inviato il 11 luglio a 15:42
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NON Michael ma MICHAL.

Da bond
Inviato il 11 luglio a 15:16
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Forse, caro Militello, hai visto un'altra nazionale. il problema cronico non è l'opposto, che è stato al 5^ posto best scorer. Savani una certezza? sei l'unico a pensarlo. Su Ivan sono d'accordo ma non è sufficientemente continuo. Caro Militello, l'unica certezza che ci ha portato fino a Danzica è stata proprio Lasko, mollato sul più bello tra Travica che contro la Bulgaria ha giocato col braccio corto. Comunque, per una nazionale che ha solo due mesi di vita mi sembra un risultato eccellente.