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Italia-Germania 4-3 (By Bruce Waine)

Creato il 01 marzo 2013 da Simo785

All’ottavo minuto Roberto Boninsegna aveva messo in rete il vantaggio italiano. Da allora, la partita era
andata avanti secondo copione, con gli azzurri arroccati in difesa ed i tedeschi che, tenacemente, tentavano
di trovare un varco. Due scuole calcistiche che, in una certa misura, riflettono anche i differenti caratteri
dei due popoli, con gli italiani pronti a giocare d’astuzia – che può tradursi, nelle sue versioni più riuscite,
nell’estro di un Rivera – ed i tedeschi caratterizzati da un rigore che si arresta solo quando i giochi sono
effettivamente terminati. E fu infatti al novantaduesimo minuto – quando ormai sembrava inevitabile
dover solo aspettare la finale, Italia-Brasile – che Schnellingher mise a segno il pareggio teutonico. Da quel
momento in poi una partita normale si trasformò in Italia-Germania 4-3, sicuramente la più entusiasmante
dell’intero mondiale di Messico ’70 e tra le più belle che la storia del calcio ricordi.

All’avvio dei tempi supplementari Gerd Muller, finalizzatore tra i più efficaci del suo tempo, portò in
vantaggio i tedeschi. E, di nuovo, la partita sembrò chiusa. Ma non trascorsero nemmeno quattro minuti
che l’imprevedibile si concretizzò nella sua forma meno contemplabile. Fu Tarcisio Burnich – roccioso
difensore dell’Inter di Helenio Herrera, che in vita sua di gol ne avrà segnati meno di quante siano le dita di
una mano – a mettere a segno il pareggio italiano, iniziando a palesare che quella non era una partita come
le altre. E difatti, al centoquattresimo minuto, fu Gigi Riva – ribattezzato “rombo di tuono” da Gianni Brera
– a portare nuovamente in vantaggio l’Italia, prima che Gerd Muller, sei minuti dopo, mettesse a segno il 3-
3. Sarà, un minuto dopo, Gianni Rivera a fissare definitivamente il risultato sul 4-3.

Colpi di scena ed emozioni a ripetizione non erano cose tanto consuete nel calcio dell’epoca. Peccato,
però, che questa prestazione entusiasmante gli azzurri la pagarono – e cara – in termini di resistenza e
concentrazione nella finale contro il Brasile di Pelè, che si aggiudicò la vittoria del Mondiale battendoli con
un sonoro 4-1.


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