Italia-Germania. Arbitra Mario Draghi.

Italia-Germania sarà una sfida nella sfida. Non solo una partita di calcio. Lo sappiamo noi, lo sanno i migliaia di italiani che vivono in terra tedesca, lo sanno i tedeschi. Lo sanno tutti gli appassionati di calcio e non. E noi lo abbaimo vissuto negli anni, dall’urlo di Tardelli alla semifinale del mondiale 2006, con la rete di Grosso allo scadere dei tempi supplementari. E’ lo scontro numero 31 tra noi e i tedeschi, con 14 vittorie nostre, 9 pareggi e 7 sconfitte.

L’Europa ci guarda, la BCE ci osserva, e noi possiamo vincere, almeno sportivamente parlando. 

Anche il Papa guarderà la partita. Chissà se sarà “Benedetto” o Ratzinger…

Già da oggi iniziano i commenti, i paragoni, le metafore. Il “rigore” non è più quello di Mario Monti, quello che ci chiede la Merkel, ma è il cucchiaio, lo “scavetto” di Andrea Pirlo, alla Panenka per intenderci. Come scrive Francesco Merlo la nostra difesa (Barzagli, Bonucci, Abate, Balzaretti) è più solida della Borsa e delle banche di Francoforte. Balotelli, giovane ragazzo di colore con la cresta bionda in testa, più di ogni altro tecnico, è diventato la nostra speranza. La speranza di fare gol alla Germania, alla faccia dello Spread. Il nostro Paese, storicamente, si è sempre rialzato dopo le cadute. Oggi, con il debito pubblico che aumenta, il commissariamento del Paese e con lo scandalo del calcio-scommesse, non c’è momento migliore per rialzare la testa. E noi, che siamo un grande popolo, e che non meritiamo di fallire, ci rialzeremo.