Magazine Diario personale

Italia oggi

Da Patalice
Italia oggiFaccio parte del "popolo bue".
Guardo Maria De Filippi e mi commuovo come una scema, davanti a storie palesemente ritoccate ed infiocchettate ad arte.
Quest'anno niente cine-panettone, ma solo a favore di Bisio e Abatantuono, non certo perché ho trascorso la sera in un cinema di nicchia, a vedere il capolavoro di qualche maestro Japan. 
Se alla tivù la Danone sfodera il nuovo snack apparentemente godurioso, al supermercato mi ci fiondo.
Guai a perdermi una copia di "Elle" o "MarieClaire", che sono bibbie del buon gusto, e anche solo averle sparpagliate per casa, fanno di me un'ottima padrona di casa.
Conosco a memoria le canzoni delle classifiche, non mi rifugio sulle radio popolari o radicali, ma su Rtl102,5.
Ho letto Fabio Volo, sono andata alla presentazione del suo libro, e con una certa soddisfazione prettamente femminea mi sono accesa al di lui occhiolino, nonostante sia artefatto/costruito/il solito mezzo scrittore...
Voglio ostinatamente andare a New York, ma per fare quelle cose che ti permettono di scatenare l'altrui folle invidia: dalla maratona di New York, alle foto sulla scritta LOVE gigante, passando per i percorsi che Audrey e Carrie mi hanno insegnato nelle loro apparizioni sullo schermo.
Sono malata di internet, blog e social network, e ad un giorno senza acebook, preferisco un mese senza sesso, punto.
Sono becera, futile, superficiale, commerciale, di "facile utilizzo", ho studiato, e goduto di una vita tutto sommato agiata e rispettabilissima.
Ho rispettato le regole, ed ho fatto passi calibrati alla mia gamba, non mi sono fatta mancare nulla, e alle volte, sono stata sconsiderata nello spendere e nel dire.
Sono una persona di una normalità sconvolgente, a tratti proprio di una banalità pura; non mi reputo ne profonda, ne dotta, ne plasmata ai picchi alti di conoscenze e di arte che vagano nel mondo.
Tuttavia...
Mi sono un po' rotta le palle di vivere ed essere cittadina di un Paese che si permette di prendersi gioco di me.
Non accetto il fatto di sottostare al terzo esempio di governatore non eletto, non tanto per chi lui sia e per le parole di incoerenza, che ora vengono promulgate dai suoi detrattori per sottolinearne l'incoerenza, ma perché non è giusto.
E non ci sono ne "se" ne "ma", è così.
Vogliamo parlare di giustizia? 
Stendiamo piuttosto il velo pietoso che si compete a questa disgraziata realtà. 
Trovo che il sistema in cui stiamo vivendo abbia un nome, che simpatico non è, ma è stato affibiato a governi prima di questo: D I T T A T U R A
Si, DITTATURA, perché di DITTATURA che si sta parlando.
Che Renzi avrebbe o meno avuto quel posto a Roma, non ha importanza, non possiamo saperlo, non potremi mai saperlo, perché ci hanno imposto lui.
Punto.
La sinistra, roccaforte di democrazia e di paritarietà, ha una falla nel sistema che la fa somigliare sempre più, all'odiata antagonista, che ha d'origine un sistema più autoritario e dispotico, e da quella realtà politica rossa e vicina al popolo, ci si sente doppiamente presi per i fondelli.
Ma oggi, parlare di fazioni e partiti è, quanto meno, un'inutile spreco di tempo e di parole.
Ciò che mi fa incazzare è che nessuno si prende le responsabilità delle proprie azioni, nessuno lavora veramente per il paese, per far si che le cose funzionino, per rendere inutili i forconi, perché adepti alla correzione di un "sistema lavoro", oggi più nefasto che mai.
Nessuno ammette che, negli Stati Uniti, bastano 60 dollari per avviare un'azienda, mentre noi, italiani [che vogliamo fare le cose in regola] veniamo tartassati di burocrazia, lungaggini infinite e spese continue!
Ci tocca fare la differenziata, e spendere capitali nello smaltimento dei rifiuti; ci tocca chiudere, o licenziare dipendenti che vivono e lavorano con noi, perché le tasse sui loro contributi sono salassi mensili, che non tutti possono permettersi; ci tocca mettere in difficoltà gli altri, con quella splendida nuova legge che è "il concordato" tra aziende... un vero furto legalizzato, per non dirla in altro modo!
Ci sono i concorsi regionali, che poi giustificano appaltaggi extra regionali, o, addirittura, non italiani!
Invitano i giovani ad aprirsi al mondo e a farsi una vita, ma il posto fisso è una chimera, ed i mutui sono un bancario [ergo legale] omicidio: se concessi hanno tassi che tolgono il fiato, e ho detto se... 
Però rifocilliamo i campi Rom di parabole satellitari e acqua corrente, perché il buonismo è innanzitutto, e non importa a nessuno che sempre più anziani, vengono fermati denigrati e mortificati, perché rubano scatolette al supermercato.
Si, sono facili esempi gigioni, di quelli populisti che fanno battere le mani ad un pubblico esaltato, ma è esattamente la sensazione di soffoco e di ingiustizia che mi sento addosso ora che, per l'ennesima volta, il popolo italiano l'ha presa in quel posto dai suoi rappresentanti, gente che nella storia verrà ricordata per la loro molesta opera di distruzione pubblica.
Non ci sono Berlusconi o Bersani, Grillo o Salvini che tengano, siamo nelle mani dei lupi, e agiamo da pecore.
Diceva Mark Twain che, se votare contasse davvero, al popolo non sarebbe permesso di farlo.
Era un tempo diverso, manco avevano twitter, però vuoi vedere che aveva ragione lui?

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