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Italiani brava gente?

Creato il 23 febbraio 2011 da Dragor

SE GHEDDAFI VI SEMBRA CATTIVO, GUARDATE CHE COSA HANNO FATTO GLI ITALIANI:

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     Se considerano cattivi i tedeschi perché hanno fatto il massacro di Marzabotto, gli italiani dovrebbero rivolgersi la seguente domanda: “Noi quante Marzabotto abbiamo fatto?”

Non rispondete “nessuna”, non rispondete che i vostri soldati con il casco coloniale sono andati a distribuire fiori, caramelle e a esportare la civiltà del Rinascimento in Libia e in Etiopîa, perché non sarebbe vero. Gli italiani non soltanto sono stati colonialisti cattivi, ma più cattivi degli altri. Hanno soltanto avuto meno occasioni di dimostrarlo, ma in quelle poche si sono distinti per una ferocia senza pari. La storia insegna che i cattolici sono i colonialisti più feroci, basta vedere quello che hanno fatto gli spagnoli nell’America del Sud, i francesi in Algeria, i belgi in Congo. Chiedete a un vecchio dell’ex Ruanda-Urundi, oggi diviso in Rwanda e Burundi, che cosa ne pensa degli antichi colonizzatori tedeschi e ve li dipingerà come un modello di civiltà. Poi chiedete di parlarvi dei belgi e sentirete una recita di orrori da farvi accapponare la pelle. La verità è che, come tutti i colonialisti, anche i tedeschi usavano il pugno di ferro, come del resto gli inglesi (che nonostante la loro durezza hanno complessivamente lasciato un buon ricordo nelle antiche colonie), ma il loro pugno di ferro scompare in confronto all’ottusa ferocia, alla violenza gratuita, al razzismo bigotto dei belgi. 

   Gli italiani in Libia e in Etiopia hanno fatto Marzabotto in serie, Marzabotto a catena, Marzabotto a ripetizione. E non soltanto, ma delle Marzabotto in confronto alle quali i nazisti del massacro originale sembrano boyscout in gita domenicale. Ovviamente queste Marzabotto non hanno una risonanza mediatica come l’originale, per il semplice fatto che gli abitanti di quelle Marzabotto erano poveri e neri, in ogni caso non europei e nemmeno cristiani. Ecco un campionario della civiltà esportata dagli italiani in quei paesi: donne incinte squartate, feti infilzati, uomini evirati e lasciati mortire dissanguati, teste e testicoli mozzati e portati in giro come trofei, donne violentate, sodomizzate e martirizzate con candele nel retto e nella vagina,  bambini gettati nell’acqua bollente, unghie e occhi strappati ad anziani. Il tutto con contorno di gas mortali (iprite), di tiro al bersaglio dall’aereo, di impiccagioni e di campi di concentramento.

  

 

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     Nessuno ha mai pagato per questi crimini. E’ mancata una Norimberga italiana. La cancellazione di questi crimini dai documenti, dalla stampa e dalla memoria collettiva è stata una delle più riuscite operazioni mediatiche della storia. Per la maggior parte gli italiani non sanno quello che è successo ed è proprio per questo che la cosa può ripetersi. Perché nessuno è più pericoloso di chi si dà una patente di bontà.   

  Come l’occasione fa l’uomo ladro, il potere e le armi fanno l’uomo assassino. Il nostro prossimo è un assassino mancato, frenato soltanto dalla debolezza e dal timore della punizione. Gli assassini delle varie Marzabotto sono il panettiere all’angolo, il postino che ti recapita la posta, il vicino che ti presta lo zucchero, il giovane che si alza per cedere il posto alla vecchietta, il chierichetto che serve la messa, il signore che fa l’elemosina ai poveri,  individui apparentemente miti e gentili che l’occasione trasforma in mostri. L’assassino delle varie Marzabotto potresti essere tu, potrei essere io. Inutile prendersela con le SS, con i facho, con tutti coloro che si vorrebbero cattivi per negare i propri impulsi aggressivi e attribuirli soltanto agli altri. Per controllarli c’è soltanto un modo, riconoscerli e dirsi: quando siamo in posizione di forza, quando ci sentiamo le spalle coperte dallo Stato e dalla Chiesa, quando il super-io ci dà l’OK, quando  ci troviamo nella condizione di vendicarci impunemente delle frustrazioni quotidiane, quando proviamo l’ebbrezza del potere, quando ci sentiamo gli arbitri assoluti del destino, trasformiamo i più deboli nei capri espiatori dei nostri fantasmi e diventiamo feroci come gli ”altri” se non di più. Altro che brava gente.

    Dragor


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