Italiani con valigia

Non riesco a leggere sull’autobus: mi viene il voltastomaco. E allora mi intrattengo in altri modi. Ovverosia, mi faccio i fatti degli altri. Meglio se si tratta di comparioti in vacanza, che adoro ascoltarne i commenti. Come oggi con le due signore che sono venute ad occupare i posti nella fila davanti alla mia. Stavano andando a fare shopping da Harrods e come me trovavano molto più divertente osservare il mondo che scorreva fuori dal finestrino. E criticarlo. O meglio, criticarne le scarpe. Troppo pesanti/leggere, non adatte al vestito. ‘Stivali?? All'inizio di Settembre??’ fa una all'altra con tono scandalizzato e mi trattego a stento dal far loro notare che siamo a Londra, non esiste quella cosa che si chiama Estate e che anzi, io ho appena comprato un paio di stivali di gomma, che pare che l'inverno sarà piovoso come l'Estate, ma mi sembra ineducato intromettermi...
Al museo i turisti italiani si distinguono subito, anche quando provano a non farsi riconoscere. Anche quando si mettono una camicia arancione e si tingono i capelli di verde o fanno i Goth (ai miei tempi li chiamavano Dark...). C’è qualcosa di unico nel modo in cui ci vestiamo, ci muoviamo, parliamo che ci distingue da tutti gli altri. E davvero questo non è necessariamente un difetto. Gli italiani sono gli unici che affrontano una museo di 146 gallerie (11km in totale) vestiti come se andassero a prendere un aperitivo in centro. Ma soprattutto gli italiani si distinguono dalle scarpe. Di pelle, da ginnastica, dorate, argentate, preferibilmente Gucci ed Hogan e sempre rigorosamente di altissima qualità. Noi italiani siamo ossessionati dalle scarpe così come gli inglesi sono ossessionati dalle scarpe italiane (anche francesi, ma questo è un altro discorso). Quando incerto sulla nazionalità guarda le scarpe. Non si scappa. È davvero una questione di stile.