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Itinerari ciclistici in Riviera Romagnola, un Piacere senza freni

Creato il 07 giugno 2012 da Hotelparcoriccione @hotel_parco

Qualcuno avanza lento lungo una strada bordata da un canale, naturalmente in bicicletta. Non c’è dubbio, siamo in Romagna e l’immagine è quella classica resa famosa dai film di Zavattini e Fellini. Non esistono statistiche ufficiali per dire quante sono le biciclette in questa regione, semplicemente perché qui in bicicletta ci vanno proprio tutti. Molti dei grandi campioni del ciclismo sono di queste parti, e non è un caso. Vi sono fattori fisici, culturali, organizzativi, oltre che economici, che rendono questo territorio particolarmente adatto a chi va in bici. Prima di tutto la varietà del percorso, in pochi chilometri si passa dalla pianura alla collina e alla montagna, e i patiti del pedale possono scegliere tra itinerari affrontabili nell’arco di un’intera giornata o di poche ore. Già da diversi anni, soprattutto nei mesi primaverili, molte migliaia di appassionati e specialisti della bicicletta scelgono la Riviera Adriatica dell’Emilia Romagna per la loro preparazione agonistica. Professionisti, dilettanti e ancor più amatori, trovano in questa terra le condizioni giuste per pedalare. I numerosi appuntamenti cicloturistici organizzati in riviera e le scuole di ciclismo, tenute da esperti professionisti, offrono l’opportunità di scegliere un soggiorno sportivo in qualsiasi periodo dell’anno.

Le dolci colline riminesi
Da Bellaria Igea Marina si punta verso Santarcangelo di Romagna dove comincia la pedecollinare indicata dalla apposita segnaletica e dal fondo stradale color rosso vinaccia.
Si seguono le indicazioni per Sant’Ermete, Ospedaletto e Cerasolo. Ci si immerge immediatamente in un paesaggio composto da dolci colline, campi coltivati, vigneti e uliveti, piccoli centri abitati. Un territorio dove le attività umane e la natura trovano ancora molti punti di equilibrio.

Al centro della Valconca
Dopo Coriano, nel cui territorio è stato attrezzato un bel parco fluviale, ci si immette decisamente nella Valconca. Si toccano San Clemente, patria
del poetaciabattino Giustiniano Villa e giustamente nota per l’ottima qualità del Sangiovese, e Morciano, da sempre il capoluogo commerciale della valle, e poi si punta verso Saludecio, che dal 1500 al 1800 è stata una piccola capitale di questa zona. Palazzi raffinati e casupole di borgo hanno creato uno stile nobile e popolare al tempo stesso, rimasto intatto fino ad oggi. Le piazze e le vie del paese si animano nella prima settimana di agosto con l’Ottocento Festival.

Nel crinale fra Romagna e Marche
Da Saludecio si imbocca la strada per Mondaino, borgo fortificato della Signoria dei Malatesta, che conserva una potente Rocca e una singolarissima piazza circolare. A metà agosto vi si celebra il Palio del Daino, una delle rievocazioni storiche meglio organizzate nella provincia di Rimini.
Si prosegue per Montegridolfo, un borgo medievale rimesso a nuovo posto a guardia del crinale che divide la valle del Conca, sul versante romagnolo, dalle valle del Foglia, sul versante marchigiano, a Montegridolfo termina la pedecollinare. Da qui si seguono, nell’ordine, le direzioni per Tavullia, Gradara, Gabicce e Cattolica. L’ultimo tratto del percorso è pianeggiante: si segue la Statale 16 fino a Bellaria, attraversando i Comuni di Misano, Riccione e Rimini.

Un balzello in vista di Montescudo
Dopo circa 20 chilometri dalla partenza c’è un balzello in vista di Montescudo: 2 chilometri con una pendenza media del 10%. Il paese sorge infatti su un poggio elevato della Valconca, al confine con San Marino. Nei pressi di Montescudo, Gemmano, nel cui territorio va segnalata la riserva naturale di Onferno.

Ultimo sforzo a Monte Altavellio
Si scende da Montescudo per entrare in territorio marchigiano e immediatamente si presenta un’altra scalata, quella che conduce a Sassofeltrio. Tre chilometri circa, con una pendenza che varia dall’8 al 10%. Ancora curve, ancora pendii, ancora scenari collinari. Ecco Montelicciano, e poi l’erta di Montegrimano, che aggredisce i muscoli già discretamente provati. Da Montelicciano finalmente
partono sette chilometri di discesa che sono una benedizione. Poi l’ultima fatica per Monte Altavellio (475 metri), la salita, piuttosto lunga, sale al 10% circa.

In lontananza, i torrioni di Gradara
Da Rimini puntiamo a sud seguendo la strada del mare fino a Cattolica. Il tragitto in piano è molto comodo e adatto per scaldare i muscoli. Da Cattolica si sconfina nel Pesarese seguendo le indicazioni per Gradara, che arriva dopo 15 chilometri di percorso. La vista è sorprendente: il profilo del borgo antico con le sue mura merlate, intervallate da torrioni quadrangolari, che si innalzano fino alla rocca. Appartenne ai Malatesta, poi agli Sforza e ai Della Rovere, e proprio sotto il dominio malatestiano, la rocca fu testimone della commovente storia d’amore tra Paolo e Francesca, che ispirò a Dante versi così appassionati.

Montegridolfo, uno dei borghi più belli
Si viaggia cavalcando il confine marchigiano-romagnolo, in direzione di Montegridolfo, il cui castello è uno dei meglio conservati della regione, con la cinta muraria integra a delimitarne il centro storico. Dopo Montegridolfo c’è una breve salita di 2 chilometri per Mondaino, che accoglie il ciclista con il bel panorama sul mare che si gode dalla sua rocca.

A Verucchio l’origine dei Malatesta
Si prosegue per Tavoleto dove i chilometri percorsi sono 45, poi si scende per un bel tratto e si riprende fiato fino ai piedi della Rocca di Montefiore Conca, nelle cui stanze sono esposti importanti affreschi di Jacopo Avanzi.
Ad ogni curva una sorpresa, un panorama diverso, un richiamo della natura e della storia: il percorso si snoda attraverso la Valconca e va ad inoltrarsi nel territorio della Repubblica di San Marino. Qualche duro tratto di salita è inevitabile e diventa sempre meno sopportabile con il passare dei chilometri. Ma quando, seguendo le indicazioni Acquaviva – Arezzo, si svolta al bivio per il Ventoso,
arriva una discesa al 18%, che regala piacevoli sensazioni, anche se non è il massimo per riposare. Dopo 90 chilometri dalla partenza l’ultima salita è quella per Verucchio, il paese in cui ha avuto origine la dinastia dei Malatesta. La rocca di Verucchio, completamente visitabile, fu fatta costruire da Sigismondo Malatesta, l’ultimo grande del casato, nel 1449, sui resti di un precedente castello del XII secolo. Da Verucchio si scende verso il mare e si arriva a Rimini.

Prima tappa Santarcangelo e inizia la danza dei saliscendi
Da Rimini si prende per Santa Giustina e comincia la danza dei saliscendi.
Primo obiettivo: Santarcangelo. Il borgo, dominato dalla rocca malatestiana del XV secolo, nasconde nel sottosuolo una intricata rete di grotte scavate nel tufo. Le grotte presentano un lungo cunicolo d’accesso, su cui si aprono lateralmente ampie nicchie, che terminano in ambienti circolari di grande suggestione.

Per Torriana, salita strappacuore
Quindici chilometri, più che altro in salita, dividono Santarcangelo da Torriana, abbarbicata su uno sperone di roccia, da cui è nitidissima la panoramica sulla costa adriatica. Nell’ultima parte dell’ascesa a Torriana c’è un tratto strappacuore: ben due chilometri con una pendenza del 18%. Siamo ai livelli dei ‘muri’ delle Fiandre. Un punto in cui è possibile testare condizione fisica e devozione per la bicicletta.

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