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Ivan Baio, Angelo Orlando Meloni - Cosa vuoi fare da grande

Creato il 23 novembre 2013 da Tuttosuilibri @irenepecikar
Un romanzo tragicomico sul futuro dell’istruzione italiana. Un ritratto grottesco della scuola e dei suoi fallimenti affrontato con un sorriso che ci lascia più di una speranza per le nuove generazioni. Di Ivan Baio e Angelo Orlando MeloniCosa vuoi fare da grande
Ivan Baio, Angelo Orlando Meloni - Cosa vuoi fare da grande Titolo: Cosa vuoi fare da grandeAutore: Ivan Baio e Angelo O.MeloniEditore: Del Vecchio EditorePagine: 184 Guido Pennisi e Gianni Serra sono due bambini strani; nessuno sembra accorgersi di loro nella Scuola elementare Attilio Regolo di Milano. Figuriamoci il giorno più atteso dell’anno, il giorno in cui l’anonimo istituto si prepara ad accogliere il più famoso e ricco inventore di sempre, colui che ha dato alla luce il “futurometro”, una macchina destinata a cambiare il futuro dei ragazzi e il sistema dell’istruzione italiana. È tutto pronto nella palestra: festoni appesi, mamme in ghingheri, autorità tirate a lucido. Un’Italia da sempre provinciale è accalcata in quello stanzone, un Paese di adulti mancati pronti a lavarsi le mani del futuro dei loro pargoli con la benedizione della tecnica. La sfida finale alle fantasie infantili è cominciata, ma, forse, gli adulti non hanno fatto i conti con i terribili gemelli Smargotti della III F. Cosa vuoi fare da grande è un romanzo divertente e avventuroso in cui i sentimenti umani sono trattati con delicatezza e verità. Una storia che semina ironia e malinconia e spalanca il cuore degli uomini, lasciandoci alla fine di fronte alla domanda che non dobbiamo smettere di porci: “Cosa vuoi fare da grande?”.«Angelo Orlando Meloni è riuscito a raccontare la vita e perfino le sue miserie attraverso uno strumento molto complesso: la comicità.»la Repubblica«Con ironia e leggerezza, l’io narrante strappa sorrisi amari e risate, guidando il lettore in un viaggio tra orizzonti di mediocrità.»Stilos«Frequentare l’ironia così bene da farla diventare comicità, mantenendo fermo l’assillo della parola, non mortificando il tempio della letteratura, per giunta facendone parte a buon diritto.» La Sicilia *****
 

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