Magazine Libri

Jeff Smith: Bone

Creato il 22 marzo 2012 da Martinaframmartino

Jeff Smith: BoneSospetto che su di me i mattoni esercitino un fascino particolare. Non si spiega perché, altrimenti, appena ho visto Bone di Jeff Smith ho iniziato a ronzargli intorno. L’ho preso, sfogliato un po’ e poi rimesso giù. Quindi l’ho ripreso, ho letto qualche pagina e me ne sono allontanata. Poi sono tornata a dare uno sguardo alla cartina (avviso: se volete che io inizi a guardare con attenzione un fantasy dotatelo di una bella cartina). Dopo non so quanti tira e molla mi sono decisa a leggere la storia di questi curiosi esseri, i Bone di Boneville, e di quel che gli è capitato nel periodo che hanno trascorso nella Valle.

Quello su cui ci soffermiamo all’inizio è Fone Bone, concreto, leale, coraggioso, innamorato e, scopriremo, pessimo poeta. Con lui ci sono Smiley Bone, un lungagnone sempliciotto dal cuore d’oro, e Phoncible P. Bone detto Phoney, al cui confronto Paperon de’ Paperoni sembra uno spendaccione.

Cacciati da Boneville per… beh, secondo Phoney lui non aveva fatto niente di male, quindi non vale la pena soffermarsi troppo su quell’episodio, i tre si trovano insieme nel deserto finché uno sciame di locuste non fa sì che Fone Bone rimanga separato dagli altri.

Locuste? Aspetta, ho detto locuste? In un primo momento la cosa fa ridere, anche se una piccola parte del mio cervello si è chiesta se non ci fosse un eco delle cavallette bibliche. Ma per chi conosce la storia le vicende si fanno subito interessanti. Le locuste attaccano, e i Bone si dividono.

C’è molto più di quanto non sembri all’inizio in queste pagine. Si ride vedendo la fuga, e scoprendo che mostri pericolosissimi come le creature-ratto vogliono farsi una quiche con il povero Bone. A proposito, cos’è un Bone? Thorn, Nonna Ben, Lucius e tutti gli abitanti della Valle sono normali esseri umani. Ted è un insetto, e anche se con lui su può parlare senza alcun problema, sappiamo tutti cosa sia un insetto. Il grande drago rosso è, appunto, un grande drago rosso, anche se quasi nessuno all’inizio crede alla sua esistenza e un buon numero di gag è legato a lui. I Bone parlano e si comportano come esseri umani, ma il loro aspetto è insolito, li rende immediatamente individuabili e in qualche modo li isola dagli altri, facendoci sospettare che il loro comportamento e quello che è perché sono dei Bone. O essere dei Bone è un limite? Certo con loro ci si diverte, anche se loro non sempre si divertono.

All’inizio la storia fa ridere. Non che sparisca il divertimento con il procedere della lettura, ma nelle prime parti tutto è giocato sul ritmo, sulla ripetizione o sulla presentazione di eventi improbabili, quando non inverosimili.

Anche Kingdok, il temibile capo delle creature-ratto, per quanto pericoloso con la sua furia e la sua enorme dentatura, è ridicolo con quel corpo massiccio, le zampe posteriori sottili che sembrano troppo fragili per reggere il corpo e quelle anteriori che ricordano quelle di un tirannosaurus rex. Quanto alla grande corsa delle mucche, cosa dire della scorbutica Nonna Ben che corre contro le mucche come se fosse la cosa più normale del mondo? E anche quando la corsa subisce qualche lieve interferenza lei non si lascia certo distrarre dal suo obiettivo, cioè vincere. Un pochetto competitiva la nonnina, e dotata di scheletri nell’armadio quanto mai ingombranti. Ovvio che finiremo con lo scoprire di cosa si tratta.

Lievemente, così lievemente che è difficile indicare un momento preciso, qualcosa cambia. Nella postfazione Neil Gaiman ha spiegato quanto sia difficile creare vicende seriali (questo è un volume molto grande che racchiude tutta la storia, ma inizialmente Smith l’ha pubblicata in fascicoli) che dovevano essere di per sé interessanti, avere un proprio sviluppo interno, e contemporaneamente inserirsi in una trama più grande.

La trama più grande è una signora trama, e si riallaccia agli archetipi e agli elementi caratteristici della fantasy. Abbiamo una principessa perduta, una guerra nel passato, un nemico potente che non vede l’ora di attaccare nuovamente il mondo per poterlo dominare, traditori, sogni che non sono semplici sogni, creature fantastiche come i draghi, talismani nascosti, eserciti in movimento e viaggi attraverso territori molto pericolosi. E non tutti arrivano vivi alla fine.

Davvero una grande epopea. Come ha scritto Gaiman, “ho sempre saputo, vignetta per vignetta, numero per numero, quanto fosse bravo Jeff Smith. Ma c’è comunque un piacere particolare nello scoprire che in una storia di ampio respiro si è dimostrato un maestro.”

 

Jeff Smith: Bone
Cercando l’immagine di copertina da inserire nei miei commenti ho scoperto che esiste anche un prologo illustrato da Charles Vess, artista del quale ho parlato proprio qualche giorno fa. Anche in quel caso avevo parlato di Gaiman. Se qualcuno crede che le coincidenze abbiano un significato importante ecco che può rimuginarci un po’ sopra. Per gli altri metto il link alla pagina dell’editore che contiene una preview di Bone. La principessa Rose: http://www.baopublishing.it/view.php?section=comicbooks&id=42

 

La quarta di copertina di Bone:

Per la prima volta in italiano in un solo volume, l’epica saga dei cugini Fone, Phoney e Smiley Bone realizzata da Jeff Smith tra il 1991 e il 2004 è finalmente disponibile. Con una nuova traduzione e arricchita dalle note di Neil Gaiman, una delle dieci opere a fumetti più importanti di tutti i tempi (Time Magazine), vincitrice di dieci premi Eisner e undici premi Harvey, racconta l’epopea di tre personaggi buffi e comici, i cugini Bone che, smarrita la via di casa, si ritrovano in una vallata sull’orlo di una guerra per l’esistenza stessa del mondo e della dimensione onirica della realtà. Disegnato in maniera allo stesso tempo semplice e dettagliatissima, Bone è un romanzo di ampio respiro, con personaggi memorabili, umorismo e pathos perfettamente bilanciati e un crescendo mozzafiato verso uno dei più bei finali della letteratura americana di tutti i tempi.

Le prime pagine: http://www.baopublishing.it/view.php?section=comicbooks&id=47



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :