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Jonathan Littell, I figli di Abramo, Fanucci

Creato il 10 febbraio 2011 da Atlantidelibri
Jonathan Littell

Image via Wikipedia

è stato accostato a Le Carrè e ad Eric Ambler: Jonathan Littell è uno dei nuovi maestri della spy story contemporanea, del romanzo d’azione : il ritmo, la discreta qualità letteraria non tradiscono le attese neppure in questo nuovo libro:

 

Jonathan Littell, I figli di Abramo, Fanucci

 

l thriller impegnativo e carico di suspense di Robert Littell descrive il Medio Oriente come un luogo in cui i ruoli sono tristemente complicati e i comportamenti inesorabilmente violenti. Isaac Apfulbaum, un rabbino estremista, viene rapito dal dottor Isma’l al-Shaath, un terrorista fondamentalista. Ciò scatena una grave crisi, perfino in quel Paese tormentato dai drammi. Le richieste che ne scaturiscono seguono uno schema assai familiare. Si pretende che il governo israeliano rilasci un centinaio di prigionieri palestinesi. In caso contrario, il rabbino verrà giustiziato. Naturalmente, i tempi sono serrati. Elihu, il leggendario capo del Mossad, viene richiamato dalla pensione perché ci sono troppe questioni in gioco. Un piano di pace avallato dagli Stati Uniti sembra poter avere concrete possibilità di successo. La firma del piano, accettato da entrambe le parti in causa, è fissata a Washington, in capo a nove giorni. Ma tutti gli esperti delle questioni mediorientali degni di questo nome sanno che, se il rabbino rapito verrà assassinato, le trattative verranno sospese. Nel frattempo, un legame inaspettato potrebbe segnare una nuova tappa in un conflitto che dura ormai da troppo tempo.

 

Robert Littell, nato a Brooklyn nel 1935, vive attualmente in Francia. Laureato alla Alfred University, si è poi arruolato in marina e ha lavorato come giornalista, soprattutto per il Newsweek, negli anni della Guerra Fredda. Fanucci Editore ha pubblicato nel 2009 L’Oligarca, vincitore nel 2005 del Los Angeles Times Book Prize nella categoria Mistery-Thriller, e nel 2010 L’epigramma a Stalin, che ha ottenuto importanti riconoscimenti dalla critica, ed è stato nominato miglior libro dell’estate 2010 da Antonio D’Orrico, critico del settimanale Sette del Corriere della Sera.

 



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