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Juan Ponce de León e il romanzo esoterico di Alessandro Magno

Creato il 09 maggio 2013 da Mcnab75

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Scrivendo lo scenario di Due Minuti a Mezzanotte, round robin originariamente ambientata a Porto Rico, mi sono imbattuto in lui per la seconda volta. Il nome di Ponce de Leon l’avevo già incrociato documentandomi sul mistero della fonte della giovinezza, a cui dedicai questo articolo. Al mistero della fonte è legata buona parte della fama di Ponce de Leon; il suo nome ricorre infatti in tutti quei documentari proto-storici che parlano di enigmi, occultismo e weird.
A lui in realtà si devono le scoperte e la colonizzazione di due importanti terre: l’isola di Porto Rico (Puertorico) e la Florida. Proprio in questa propaggine del nuovo continente si fece coinvolgere nella ricerca dell’acqua miracolosa che garantirebbe l’eterna giovinezza. Secondo alcuni cronisti, tale quest ebbe successo. A dire il vero si tratta di un’aggiunta apocrifa ai diari delle esplorazioni di de Leon, nulla più.
Ciò che invece è vero è che il condottiero spagnolo era in realtà sulle tracce di un altro genere di fonte magica, ossia delle Acque di Bimini, che avrebbero dovuto teoricamente curare la sua impotenza sessuale. Un dettaglio poco consono a una sorta di eroe nazionale, e che quindi viene taciuto, o reinterpretato.

Ma chi era Juan Ponce de Leon?
Come già accennato, lo si può definire un condottiero. Nato nel 1474, già eroe nella guerra per la liberazione di Granada, ancora in mano ai Mori, de Leon partecipò al secondo viaggio di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo. Qualche anno più tardi guidò l’esplorazione in una terra ancora sconosciuta agli europei, vale a dire Porto Rico (ai tempi battezzata Borinquen), con tappa anche alle isole Turks e Caicos.
Provate a immaginare lo stupore e il senso di meraviglia nell’arrivare per primi in quei luoghi incontaminati. Un’emozione che oggi è preclusa all’uomo, che oramai ha mappato tutto il pianeta, in lungo e in largo. Tuttavia ci fu poco spazio per la poesia del momento. L’equipaggio di Ponce de Leon si impegnò nella lotta contro la popolazione locale, i Taino, riuscendo a sottometterli.
La Corona spagnola lo ricompensò dandogli il ruolo di governatore di Porto Rico. Juan non si dimostrò uomo da mezze misure: schiavizzò gli indigeni, costringendoli a lavorare nelle miniere locali, o alla costruzione delle fortificazioni dell’isola. Per i Taino l’arrivo degli europei fu un vero e proprio flagello, anche per colpa delle malattie portate dalla Penisola Iberica, contro cui gli indigeni non avevano difese immunitarie.

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Revocato l’incarico di governatore nel 1511, per colpa di alcuni contrasti col figlio di Cristoforo Colombo, Diego Colon, Juan tornò alle esplorazioni dell’area ancora poco conosciuta in cui si erano da poco insediati gli spagnoli. Fu in questa fase della sua carriera da condottiero e avventuriero che concentrò parte delle sue risorse sulla ricerca delle acque miracolose citate ne Il Romanzo di Alessandro.

Tale libro, piuttosto famoso nell’antichità e nel medioevo, era composto da una sorta di racconti che riguardavano le gesta e le avventure di Alessandro Magno. Il passo che interessava de Leon è quello in cui l’eroe macedone si perde in una “terra oscura” insieme a un suo soldato, Andreas. Quest’ultimo, separatosi a sua volta da Alessandro, trova per caso la mitica fonte della giovinezza eterna, ne beve le acque e diventa immortale.
Come spesso accade, la locazione della fonte cambiò di interpretazione in interpretazione, di copia in copia. Juan Ponce de Leon fu uno dei primi a immaginarla collocata nel nuovo mondo, e non nell’Est Europa (come pensavano gli alchimisti dell’epoca).

Il Romanzo di Alessandro (copia custodita nella biblioteca malatestiana di Cesena).

Il Romanzo di Alessandro (copia custodita nella biblioteca malatestiana di Cesena).

Dopo varie vicissitudini il condottiero arrivò in Florida – terra così ribattezzata da lui in persona. Era il 1513, e de Leon fu il primo europeo a colonizzare una regione meridionale del continente nordamericano, anche se alcuni studiosi hanno dei dubbi in merito, in quanto proprio gli esploratori al seguito di Juan riportarono di aver incontrato degli indigeni con rudimentali conoscenze di spagnolo.

Il resto della sua vita si divise tra ritorni in patria, viaggi di scarso successo a Guadalupa, e infine di nuovo una spedizione in Florida, per consolidare la colonia spagnola in loco. Proprio in questa occasione de Leon venne attaccato da dei indigeni Calusa, e ferito con una freccia avvenelata.
Il suo corpo venne riportato a Portorico e seppellito nella grande cattedrale, dove riposa ancora oggi.
Sul suo conto non ci sono pareri unanimi. Se, come già detto, fu un governatore favorevole alla schiavitù degli indio, bisogna anche osservare che per quell’epoca era difficile concepire qualcosa di diverso. I nativi non venivano nemmeno considerati dotati di anima, quindi erano trattati alla stregua di oggetti. Per contro, molti descrivevano Ponce de Leon come un “vero cavaliere”, mosso principalmente dal desiderio di avventura. Per questo non gli fu di particolare peso abbandonare il ruolo di governatore di Portorico, tornando a essere un esploratore per conto del Trono di Spagna.

juan ponce

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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