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Juve-Roma – Psicologia di un disastro evitabile (by Bruce Wayne)

Creato il 12 gennaio 2014 da Simo785

Juve-Roma – Psicologia di un disastro evitabile (by Bruce Wayne)

 

Per un quarto d’ora circa, allo Juventus Stadium, la partita è stata tinta di giallorosso. Non che la Roma, all’inizio della partita di domenica scorsa, abbia mai messo seriamente in difficoltà i bianconeri, intendiamoci. Però, certo, quell’avvio tutto giocato nella metà campo della Juventus sembrava il preludio di una partita al termine della quale i ragazzi di Garcia avrebbero potuto sperare, come minimo, in un pareggio.

Sappiamo tutti che le cose non sono andate affatto così. Perché la Roma ha talenti e qualità da vendere, ma in effetti, dopo il 3-0 subito dai bianconeri di Conte, ha mostrato di non essersi liberata del suo antico difetto: il nervosismo da Rometta. Ovvero: l’incapacità o, perlomeno, la difficoltà a fronteggiare le grandi occasioni (un campionato giocato ai vertici della classifica, una finale di Coppa ecc.) senza sentirsi rodere l’anima da un sempiterno complesso d’inferiorità.

Così è successo che – come già detto – i primi quindici minuti siano stati tutti della Roma, ma questo non ha impedito a Vidal di sbloccare il risultato al diciassettesimo. E la storia è proseguita con Totti e compagni per nulla inferiori ai bianconeri, ma tutto sommato mai in grado di impegnare seriamente Buffon.

Poi c’è stato il secondo tempo, Bonucci che dopo pochi minuti allunga le distanze e la Roma che progressivamente perde smalto fino a quando Totti (73’) non viene sostituito da Florenzi. Da quel momento in poi, infatti, chiunque si sia chiesto se in casa giallorossi vige ancora il regime di Totti-dipendenza ha avuto una risposta: sì. Perché dopo pochi minuti De Rossi – troppo anziano per essere il futuro, troppo giovane per essere il passato – entra di forbice addosso a Chiellini che si era appena liberato della palla, obbligando Rizzoli all’espulsione. E nemmeno tre minuti dopo sarà Leandro Castan, sventando un gol con un braccio sinistro alto che nemmeno la bandiera tricolore durante la parata delle forze armate, a beccarsi un altro cartellino rosso. Con tanto di rigore incorporato, naturalmente, che l’ex Vucinic (entrato nel secondo tempo al posto di Vidal) si incaricherà di realizzare.

In altri tempi dalla capitale si sarebbe levato il grido “arbitro venduto!”. Oggi, in effetti, non si può non riconoscere che Rizzoli ha fatto solamente quello che doveva fare. E che forse è proprio alla Roma, che pure finora ha disputato un ottimo campionato – quella di domenica scorsa, in fondo, è la sua prima sconfitta –, che spettano ancora diversi compiti da assolvere.


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