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Juventus-Milan: presentazione della Classica

Creato il 04 marzo 2011 da Gianclint

-Bianconeri dimessi, Rossoneri… mica fessi-

“Non è più la Juve, è solo una squadra con la maglia bianconera”. E noi, che non siamo venuti giù con la piena, ci fideremo mica del Tardellone Nazionale, vero? No, la sfida è di quelle fra le più eccitanti, che nutre la sua rivalità più cruda da inizio anni ‘70 con gli arbitraggi del signor Michelotti e Lo Bello.

L’ipocrisia del rapporto di rispetto amicale instaurato nella scatola vuota del torneo Agostano intitolato al padre del presidente Berlusconi, mai ci è piaciuta, e, a leggere alcuni media, pare che perduri questa insolita pratica vicendevolmente masturbatoria fra i due club. Fortunatamente, il Milan Night non si addomestica così facilmente, e schifa queste pratiche che han la faccia buona e sotto il marcio.

Lo Juventus-Milan è sfida vera: è agli atleti e ai tecnici che dovremmo affidarci per trovare stimoli pieni e sportivi (pur esasperati, magari), non nei salamelecchi falsi. La gara si presenterà diversa che all’andata, per colpa di una Juve che ha smarrito di già il gusto ad essere la Juve; la sensibilità per far indossare a certi giocatori la propria maglia piuttosto che ad altri; quella capacità tutta Sabauda di porsi come le altre uguale, ma un pò più uguale delle proprie avversarie. Privilegi antichi, che si perdono nei tre “cazzo” proferiti da un Agnelli in una recente conferenza stampa. Se anche i ricchi piangono… la gente bianconera immagino di più.

Juventus-Milan: presentazione della Classica

In figura: il comportamento richiesto da Del Neri alla sua linea difensiva a quattro. Forza o limite?

Scendiamo per un attimo a bordo campo, ora: dati i tanti infortuni, data la rosa a disposizione, l’organizzazione estrema che Gigi Del Neri dà alle proprie squadre, viene il sospetto che questa ultima si sia ritorta contro la sua squadra stessa. Il Mister Friulano offre un comportamento ben preciso per ogni situazione cui i propri giocatori si troveranno di fronte in campo.

“Sacchiano”, il nostro trova nell’organizzazione collettiva la risposta alle difficoltà del singolo in campo; esasperando, quindi, il concetto “di zona”, ne dà un interpretazione personale e “sua”, riconoscibile. Per alcuni aspetti, potremmo dire che… “Ecco la Juve dove si è persa!”: nella differenza che passa tra applicare meccanicamente un comportamento tattico e averlo assimilato e fatto proprio da parte dei giocatori.

Per far quello che Del Neri chiede, non occorre “saper solo leggere” la posizione della palla; è sull’adesione mentale che il giocatore, quindi il collettivo, deve poggiare per raggiungere il risultato. “Il credere” in quel che l’allenatore chiede, “sentire” che i mezzi dati dal proprio Mister sono quelli giusti per affrontare il proprio lavoro, è la base su cui poggiare la prestazione non solo come singolo ma come 11. Ed “Il dubbio” in questo momento aleggia di certo nello spogliatoio juventino…

Il Milan è da qui che dovrà partire domani sera: ad una Juventus che proporrà una gara d’intensità dovrà contrapporre una gara di intelligenza; laddove all’andata accettammo la gara che volevano loro (fatta di 1vs 1 e rotta nel ritmo), qui si dovrà proporre in campo una sintonia di gioco comune.

Juventus-Milan: presentazione della Classica

Una maglia per due sulla trequarti del Milan. Un occhio anche all'avversario o scelta a prescindere?

Prendo spunto dalla figura, lì per caratteristiche e strutturazioni contrapposte si potrebbe trovare la chiave di volta della partita: come andare in porta, sfruttando le nostre doti sul comportamento dell’avversario. Le soluzioni non sono poche e terran conto che la Juve non presenta un regista arretrato da “prendere”: allora che preferite, la versione Boateng o quella Robinho, con la variante Cassano/Pato seconda punta?

Teniamo pure conto che l’eventuale spostamento di Chiellini in fascia sinistra assume un doppia valenza alla luce di quanto richiesto: forza sulla fascia laterale e in presa della marcatura, dato il centrale in uscita sul rifinitore, e la difficoltà di Bonucci che ha dovuto iniziare a parlare “l’arabo” rispetto al linguaggio di Ventura che gli consegnava due mediani a protezione. Vedremo se la presenza di Ibra varierà la scelta…

Introdotta la sfida, spero di condividere nei commenti personali le sensazioni che questa sfida accende, e a chi ha voglia “di giocare” chiedo: “Come comporreste voi il trio offensivo?”: io una mezza idea ce l’avrei…

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