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Katy Perry - Prism: recensione album

Creato il 21 ottobre 2013 da Mysterics
Katy Perry - Prism: recensione album Aspettavamo Katy Perry al varco. Dopo l’enorme successo del precedente album, soprattutto dal punto di vista dei singoli, si attendeva da lei non solo una conferma ma anche la giusta maturità e crescita artistica. Cosa che è avvenuta solo in parte.
L’album sicuramente è più lineare del precedente, dove c’erano un’accozzaglia di hit gettate a caso, e anche se si spazia dai beat anni ’80 alle sonorità folk, dalle ballad alle uptempo, si vede che dietro c’è un progetto più solido e studiato. La voce resta sempre quella, se si può parlare di voce, ma il lavoro fatto dai suoi due mega produttori si sente eccome. Dr Luke e Max Martin hanno fatto centro anche questa volta, senza però sforzarsi più di tanto.
Il disco sicuramente venderà una caterva e supererà le vendite di Teenage Dream, grazie anche ai due singoli apripista azzeccatissimi e qualche altra perla creata, ma in linea di massima c’è ancora tanto lavoro da fare sull’artista che ha potenziale se semplicemente prova a cambiare registro. Lo mostrano le canzoni nella versione deluxe.
Qui sembra che siano stati ripresi i tormentoni del precedente lavoro e che siano stati migliorati per avere la certezza del risultato, senza però osare più di tanto. Il meglio sicuramente viene dato nelle ballad per un risultato portato sicuramente a casa e che supera ampiamente la promozione. Anche se l’ho ascoltato una volta e non credo che lo rifarò una seconda volta. Aspetterò la pubblicazione dei singoli spacca classifica.
Roar. Hit che ha spaccato tutto e tutti. Prende dal primo ascolto e la si canticchia subito ma alla lunga stanca - 7
Legendary Lovers. Uptempo radiofonica che si rifà alle sonorità orientali e folk. Una canzone che entra subito in testa e buona per riempire il cd, ma non la vedo come singolo - 6.5
Birthday. Qui si passa alla disco anni ’80 con la cantante che omaggia Mariah Carey. Mia cara con tutto il bene che possiamo avere per te, Mariah lasciala perdere. Manco la devi nominare per sbaglio - 6.5
Walking On Air. Qui si passa alla dance anni ’90 e questa volta l’omaggio è a CeCe Peniston e Crystal Waters. Già te lo puoi permettere. Canzone orecchiabilissima e più nelle corde di miss svociata. Ti ritrovi a sballonzolare la testa a destra e a manca senza rendertene conto – 7.5
Unconditionally. Secondo singolo azzeccatissimo e che probabilmente le darà l’ennesima #1 nella Billboart Hot 100. Una ballad romantica e strappalacrime che fa subito centro – 8.5
Dark Horse feat Juicy J. Pezzo dalle sonorità più urban grazie alla collaborazione del rapper. Sonorità più dure rispetto ai precedenti pezzi e che ti prende solo dopo vari ascolti – 7
This Is How We Do. Si risalta di palo in frasca e ritorniamo agli anni ’80 danzerecci con una uptempo riempi cd ma niente di più. Orecchiabile ma c’è di meglio. Molto meglio. Carino il finale – 6
International Smile. Altra uptempo pop dance riempidisco ma che mi sa di già sentito e molto simile agli altri pezzi come sound. Insomma niente di nuovo – 6
Ghost. Mid-tempo un pò troppo scontata ma che si fa sentire. Da dedicare ad un ex da dimenticare - 6.5
Love Me. Per Bloodshy passare dalla produzione di Toxic a questa canzone dev’essere stato un trauma di proporzioni inimmaginabili. Testo e musica troppo scontata con una voce piatta fanno di questa canzone la meno interessante di tutto l’album – 5.5
This Moment. Ipotetica hit prodotta dagli Stargate con un ritmo incalzante. Una delle tracce migliori anche se i testi per me restano ancora troppo banalotti per fare il salto di qualità e urlare alla maturità – 7
Double Rainbow. Altro pezzone dell’album. La migliore assieme ad Unconditionally e spero sia il terzo singolo ufficiale. Ottimo il ritornello che mi fa tanto Adele – 8
By The Grace Of God. Chiude il disco questa ballad che parte con piano e voce e cresce man mano. Perfetta per chiudere l’ascolto con una lacrimuccia – 7.5
Deluxe Edition
Spiritual. Ottimo brano elettro pop che da voglia di comprare la versione "lussuosa". Poteva tranquillamente rimpiazzare un paio di canzoni nella versione standard – 7
It Takes Two. Altro brano riuscito con un ritmo incalzante e con la manina fatata di Emeli Sandé che si sente – 7.5
Choose Your Battles. Altro pezzo interessante che mischia elettro pop e folk. Insomma ha deciso di mettere il meglio nella versione deluxe per spillarci più soldi visto che meritano più queste canzoni che molte della standard – 7
In definitiva promossa senza problemi anche se fa pensare più alla scolaretta che ha fatto bene il suo dovere senza sprecarsi più di tanto nell’approfondire la tematica che al cavallo di razza pregiato.

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