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Kenya /Il fotovoltaico potrà sostituire il petrolio

Creato il 30 settembre 2012 da Marianna06

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La buona notizia odierna è la costruzione a Garissa, nel Kenya settentrionale, di un impianto solare fotovoltaico, che coprirà un’estensione di ben 81 ettari di territorio,costituito in prevalenza da terreno desertico.

Garissa è una città di appena 65mila abitanti e la copertura energetica dovrebbe dare, anche per questo, degli ottimi risultati.

Con un calcolo,fatto ad hoc da esperti, si arriverà ad ottenere circa 50MW, che potrebbero soddisfare tutte le esigenze degli abitanti della città,nonché immettere nella rete il surplus.

I lavori, sotto il profilo della tecnologia, per la costruzione dell’impianto sono stati appaltati alla JinkoSolar, che è una società leader nel settore dell’energia pulita e rinnovabile e che intende continuare a realizzare impianti anche in altre zone del Paese.

La costruzione dei moduli sono opera, invece, della cinese Jiangxi Corporation for International Economic & Thechical.Co  e in tale direzione si sta già procedendo alla realizzazione.

Il “Dragone” cinese, aggressivo come sempre(lo sappiamo) non perde mai occasioni di presenzialismo dove gli è possibile acquisire spazi contrattuali, specie in Africa.

La Banca Mondiale, dal canto suo, in un documentoufficiale si dichiara abbastanza soddisfatta del progetto in corso in quanto il potenziale energetico gratuito proveniente dal sole in Kenya è quasi l’equivalente di 70 tonnellate di petrolio.

Lo sviluppo e il conseguente sfruttamento dell’energia solare,specie in tempi di crisi economica e per i continui ricattatori aumenti del prezzo del greggio, può fornire, insieme allo sfruttamento delle risorse geotermiche della Rift Valley, un più che valido sostitutivo del petrolio e liberare finalmente il Kenya dall’onerosa dipendenza del petrolio importato.

E questo non è poco, se si considera che certe alleanze politiche in Africa sono spesso dettate anche da bisogni.

 E che tuttavia, quando si verificano improvvise controversie tra le parti, i bisogni -dipendenza possono divenire improvvisamente strumenti di ricatto e degenerare in una conflittualità, che minacci la pace.

  

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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