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Killer Joe: mai venire a patti con un folle piedipiatti

Creato il 19 ottobre 2012 da Dejavu
Killer Joe: mai venire a patti con un folle piedipiatti Quando lesse il soggetto per la prima volta, Matthew McCounaghey non era affatto convinto di poter interpretare un cinico e svalvolato poliziotto che come attività collaterale uccidesse la gente per soldi.

L'incontro con il regista William Friedkin (lo stesso de L'Esorcista) gli fece cambiare repentinamente idea. Probabilmente con un esorcismo, visti i trascorsi di Friedkin. Sta di fatto che questo Joe Cooper ha preso vita come un montone caricato a forza sulle sue spalle. Personaggio giocato sulla fisicità - e McCounaghey ne ha tanta, ne ha da vendere - come un po' tutto il film che del corpo fa martirio o desiderio tra pestaggi usurari e amplessi comprati. Joe entra in scena al soldo di Chris (Emile Hirsch) che di danaro in realtà è completamente a corto.  Inseguito e malmenato dagli strozzini per i suoi azzardi, il disgraziato Chris non ha trovato altro modo per un facile guadagno che commissionare l'omicidio della madre e riscuotere la polizza sulla sua vita.  Per farlo e perché tutto fili via come un incidente assume Joe, piedipiatti che accoppa con ricevuta. Come caparra per il servizietto, Joe pretende che Chris gli dia in pasto la sorella Dottie (Juno Temple), ragazza mentalmente instabile e vergine. Chris e il padre cedono e a quel punto tra Dottie e Joe si sviluppa una sintonia distorta ma sempre più forte, tanto da innamorarsi l'uno dell'altra. Quando Chris se ne accorge e decide di far saltare il piano è ormai tardi: Joe ha già onorato il patto e pretende la sua parte. Ma nessuno ancora sa che il beneficiario dell'assicurazione è  persona ben diversa da chi si aspettavano. E che Chris è stato solo un burattino nelle sue mani per arrivare al malloppo. Killer Joe, in uno stile nudo e crudo quanto i suoi protagonisti è una pistola sempre carica e pronta a sparare colpi di scena e battute di spirito perfettamente mirati. Gli attori risultano inchiodati al loro ruolo come a delle assi. Ogni caratterizzazione è piena: da Joe che sembra una persona svuotata a Dottie persa nel suo trauma infantile, a Chris perennemente agitato e disperato alla matrigna Sharla, ruffiana e calcolatrice. Tutto sembra un atroce scherzo o un gioco finito male durante il quale il senso del macabro umorismo interviene a mediare un distacco da una vicenda altrimenti insopportabile.


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Killer Joe: mai venire a patti con un folle piedipiatti
Killer Joe: mai venire a patti con un folle piedipiatti William Friedkin è ancora il ragazzaccio per niente bigotto che faceva dire le parolacce alla povera Linda Blair, solo che qui il diavolo è quanto di più umano ci possa essere e le parolacce quanto di più naturale, dopo le nudità. 

Joe è meglio conoscerlo solo se si ama il noir alla texana: aguzzo come la punta di uno stivale e scuro come il petrolio più grezzo. Altrimenti è meglio lasciarlo lavorare per altri.

Lui non ha tempo da perdere. 

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