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Kirikou et les hommes et les femmes – Festival Internazionale del Film di Roma (Alice)

Creato il 12 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Kirikou et les hommes et les femmes – Festival Internazionale del Film di Roma (Alice)

Anno: 2012

Durata: 88′

Genere: Animazione

Nazionalità: Francia

Regia: Michel Ocelot

Kirikou et les hommes et les femmes è il terzo appuntamento della serie sul prodigioso Kirikou, il bambino dall’animo puro e generoso e dall’intelligenza vivace che vive insieme alla madre nel cuore della savana africana. Con questo suo sesto lungometraggio di animazione, Michel Ocelot conferma le sue grandi doti di narratore ritornando a parlare delle gesta del suo carattere fortunato che vide la luce nel 1998 con Kirikou e la Strega Karabà e ripreso sette anni dopo in Kirikou e le Bestie Selvagge. Il contenuto del primo film attinge a fonti lontane e affascinanti, più precisamente alle leggende e alle fiabe del popolo africano, e prende forma in immagini il cui tratto grafico si avvicina allo stile pittorico del Paese ispiratore influenzato dall’esotismo di sogno e favola evocato dalle visioni di Henri Rousseau, risultando un omaggio all’incanto dei luoghi.

Ocelot usa la tecnica del ricordo messo in moto dall’anziano nella caverna blu per rispolverare le avventure risalenti all’infanzia di Kirikou, quando grazie alla sua abilità e al suo acume l’enfant prodige salvò la sua gente dalle minacce della strega Karabà. Le storie rievocate dall’uomo della caverna raccontano di quando Kirikou, una miniatura d’uomo, con la sua astuzia ha aiutato la Donna Forte a riparare il tetto distrutto dalla strega, di come è riuscito a ritrovare il Vecchio Grincheux perso nella savana e a metterlo in salvo, del Cantastorie sottratto alle grinfie della strega e dell’importanza tanto della memoria quanto dell’invenzione. In questo terzo momento di celebrazione delle gesta compiute dall’eroe buono, Ocelot si addentra nel difficile incontro tra culture diverse causato dall’arrivo del mostro blu. Nel breve episodio ricco di nobili insegnamenti sul significato dell’integrazione, l’impavido Kirikou dimostra, ancora una volta, la sua spiccata sensibilità aprendo il suo cuore all’estraneo, un ragazzo appartenente a un’altra popolazione con il quale il nostro beniamino riesce a comunicare e a intendersi superando le barriere culturali e linguistiche. Le doti esploratrici di Kirikou spaziano dal campo culturale a quello artistico, quando nell’ultimo episodio lo vediamo alle prese con la costruzione di rudimentali strumenti musicali dall’ammaliante potere magico.

Piccole pillole di ‘saggezza infantile’, gli episodi brevi di Kirikou et les hommes et les femmes si prestano ad essere assorbiti facilmente da un pubblico ‘piccolo’ riuscendo a stupire anche noi adulti che spesso ci destreggiamo faticosamente con l’arte del fantasticare raccontando. Un anno fa Ocelot ci aveva deliziati con un lavoro magnifico sulla magia della narrazione, il capolavoro metacinematografico d’animazione intitolato Les contes de la nuit, unico film francese in concorso al Festival di Berlino ispirato alla serie televisiva Draghi e Principesse diretta dallo stesso regista. All’epoca la magia era creata dal trio composto da un vecchio, un ragazzo e una ragazza che si incontravano al cinema per narrare delle storie con cui lasciarsi trasportare in luoghi lontani e incantati dove silhouette (realizzate per la prima volta in CG) agivano su fondali bidimensionali dai colori esplosivi.

Francesca Vantaggiato


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