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Kreuzweg - Le stazioni della fede

Creato il 25 novembre 2015 da Misterjamesford
Kreuzweg - Le stazioni della fedeRegia: Dietrich BruggemannOrigine: Germania, FranciaAnno: 2014Durata: 110'




La trama (con parole mie): Maria, quattordicenne molto credente che vive con la famiglia a stretto contatto con una parrocchia fondamentalista cattolica, vive con molto trasporto e decisione l'avvicinamento alla Cresima ed il rapporto con Dio, sognando di essere da Lui scelta per ascendere al cielo sacrificando se stessa in modo che il suo fratello minore, malato, possa guarire.
Il legame con la Fede è così forte e radicato da portarla al conflitto con se stessa, le sue pulsioni da adolescente e la madre, figura dispotica all'interno della famiglia legata ad un approccio ancora più marziale della religione rispetto a quello della ragazza: riuscirà Maria a venire a patti con la sua radicata fede e la sua età, o il suo destino sarà quello di affrontare una crisi che potrebbe cambiarle la vita?
Kreuzweg - Le stazioni della fede
Nel corso della vita, ho sempre avuto un rapporto complicato, con la religione.
Essendo nato e cresciuto in paese cattolico ho subito, almeno fino al periodo delle scuole medie, l'influenza della cultura millenaria del nostro continente: dunque processo obbligato, dal battesimo alla comunione, fino alla cresima.
Venne poi l'adolescenza a mettere in discussione il tutto, e nel giorno del funerale di mio nonno, lo stesso dell'amore per il Western e di molti dei ricordi più felici che ho dell'infanzia, dissi a me stesso, dopo averlo visto spegnersi un giorno dopo l'altro per un'estate intera spesa andando a trovarlo in ospedale quotidianamente, che non mi sarei più fatto fregare dal senso di colpa e dalla paura: si vive e si muore, come Natura vuole.
E mi sarei goduto il più possibile quello che c'era nel mezzo.
Prima di arrivare ad abbracciare appieno il mio nuovo punto di vista ci vollero anni, esperienze, viaggi, batoste e vittorie, e tutto quello che l'esistenza presa per le palle porta in dono, ma nel frattempo non ho mai nascosto la mia avversione per tutte le religioni e l'influenza che hanno, in tutto il mondo, sull'Uomo.
L'unico baluardo a continuare a farmi riflettere sul concetto di Fede - che non è religione, sia chiaro - è rimasto il Cinema, pronto, stagione dopo stagione, a sottopormi a prove più profonde ed importanti di quante abbia avuto da dio o chi per lui: Red lights, Vita di Pi, Alabama Monroe, questo Kreuzweg, sono riusciti a toccare corde che mai e poi mai avrei pensato potessero neppure esistere, dentro un peccatore ateo e dedito al caos come il sottoscritto.
Come se non bastasse, questo film aveva tutte le carte in regola per rischiare la tempesta di bottigliate, al Saloon: alte pretese, nessuna volontà di dialogare con il pubblico prendendo la via più semplice - e non più facile, si badi bene -, tutte le caratteristiche tecniche del perfetto lavoro d'autore - inquadrature fisse, lunghi piani sequenza, ritmo scandito da capitoli che sono, di fatto, quasi cortometraggi all'interno della pellicola -: ma la storia di Maria, devota e determinata quanto una Giovanna D'Arco moderna, ed altrettanto deviata, a suo modo, conquista inesorabilmente già dalla prima "stazione" di questa Via Crucis.
La lezione di catechismo "estrema" del prete della parrocchia della giovane protagonista, e la volontà di quest'ultima di manifestare quanta più Fede possibile, inizialmente guardate con ironia e dall'alto in basso da chi, come il sottoscritto, di fatto si considera oltre certe stronzate, apre una breccia che conduce, un passo dopo l'altro, allo strepitoso crescendo finale, che oltre a mettere in luce il concetto di Fede con coscienza critica mette all'angolo anche chi vive lontano dalla stessa grazie a tre passaggi da brividi: la stanza d'ospedale e l'evoluzione della malattia del fratellino della protagonista, il rapporto tra i genitori a fronte di un evento così sconvolgente come la perdita di un figlio, la ripresa su quel fiore gettato in una tomba prima dello "sguardo" della macchina rivolto al cielo sono un pugno nello stomaco rispetto a chiunque, che stia da una parte o dall'altra della barricata della Fede stessa.
Per quanto mi riguarda, continuerò a pensare che la religione sia una delle più grandi truffe ideate dall'Uomo per l'Uomo, nonostante Kaiser Soze dichiari che la più grande bugia che il Diavolo abbia raccontato al mondo sia il fatto che non esiste, come rimarca anche il catechista di Maria.
Di fatto, qui al Saloon si crede più al Cinema che non in dio, dunque pare assurdo che, in qualche modo, le due cose si intersechino: eppure, a volte, è così.
Questo perchè, di fatto, dio - o chi per lui - e la religione sono figli dell'Uomo, e dunque a volte, quando riescono a volare alla stessa altezza, pare quasi finiscano per essere una cosa sola.
Da questo punto di vista, crederò sempre nella settima arte.
Credo in Kreuzweg.
E credo nell'Uomo, che è riuscito a raccontare con questa potenza una cosa complicata, profonda, di fatto inenarrabile come la Fede.
E non parlo di religione, sia chiaro.
In un'epoca come questa, figlia di strumentalizzazioni che portano solo il peggio che si possa pensare dell'umanità, Kreuzweg mostra una religione che è possibile non seguire.
Una religione che può condannare, o che può salvare.
La scelta è e sarà sempre nostra.
E non di qualcuno ai piani alti che pensa di pensare per noi.
MrFord
"Scioglie la neve al sole ritorna l'acqua al mare
il vento e la stagione ritornano a giocare
ma non per te bambina che nel tempio resti china
ma non per te bambina che nel tempio resti china."
Fabrizio De Andrè - "L'infanzia di Maria" -


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