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Kurt Cobain Diari

Creato il 12 marzo 2015 da Postscriptum

Quando dico "io" in una canzone non significa che quella persona sia necessariamente io e neppure che io sia solo un cantastorie perchè ciascuno ha la propria definizione con parole specifiche e quando si ha a che fare con il contesto della musica non si può dare per scontato che le parole abbiano lo stesso significato dell'uso quotidiano..

Questa non è stata un recensione facile da scrivere così come non è facile capire la personalità di Kurt Cobain leggendo dalle pagine (tradotte) dei suoi diari. Tantomeno è semplice capire la complessità del fenomeno Nirvana se non si leggono i testi dall'ottica della visione del mondo del loro leader.

Oh our last and final name is NIRVANA

Passato alla storia più per le vicende personali che hanno portato al suo suicidio, Kurt Cobain si è dimostrato essere, leggendo Kurt Cobain Diari, un autore completo e conscio del mondo artistico in cui va inquadrato il suo lavoro ma, allo stesso tempo, un leader premuroso nei confronti della propria band, un amico sinceramente preoccupato del distacco che la sua carriera stava creando nei confronti degli amici di una vita e un padre affettuoso.

La sua è forse, tra tutti i biopic musicali che ho letto, la visione più cruda e insieme più smaliziata del mondo della musica che è diventato sempre più una realtà di facciata in cui si va a criticare sul palcoscenico quello che si fa segretamente nella vita privata. Non risparmia critiche Cobain, ne agli altri e tantomeno a se stesso.

Il successo, l'ammirazione del pubblico, le folle urlanti ai concerti dei Nirvana sono una dolorosa ferita per Cobain ma non perchè egli odiasse i suoi fan ma piuttosto perchè ogni singolo verso che lui ha scritto è un grido di aiuto da parte di una persona che sta andando a fondo. Dipendenza da alcool e droghe, malattie e insicurezza sono le bestie nella testa di Kurt che non riesce a capacitarsi di come i suoi urlacci siano diventati un fenomeno di culto tra la popolazione giovanile, la stessa che osanna gruppi che non hanno e non hanno mai avuto nulla da dire (i Pearl Jam, ad esempio).

A voler studiare un pò più a fondo il Cobain pensiero basta affrontare Kurt Cobain diari senza la pretesa di leggere un semplice biopic ma consci di entrare in un mondo senza soluzione di continuità dove i pensieri di Kurt spesso anticipano la spietatezza con cui oggi giudichiamo la società in cui viviamo.

C'è una piccola percentuale di popolazione nata con la capacità di vedere le ingiustizie. Sono persone che hanno la tendenza a sfidarle e a cercarne le ragioni in modi che verrebbero considerate anormali secondo gli standard dei propri oppressori. La maggioranza che ha sempre dominato e sempre dominerà sopra la minoranza solo per il fatto di essere in sovrannumero non è nata con la minima capacità di intendere cosa sia l'ingiustizia.

Quello che rimane del leader dei Nirvana dopo la lettura di questo libro è di un essere umano con la capacità di comunicare in un modo che va oltre le parole e che prescinde dal periodo storico in cui ha vissuto: se per qualcuno gli anni 90 sono un felice ricordo per altri rappresentano solo l'inizio della fine. Quella fine di cui ci stiamo accorgendo solo negli ultimi anni sebbene avessimo avuto chiari segnali che sarebbe successo proprio questo.

E allora è in questo senso che vanno inquadrate le parole strazianti di Smell Like Teen Spirit:

With the lights out, it's less dangerous
Here we are now; entertain us
I feel stupid and contagious
Here we are now; entertain us


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