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Kyoto in tre giorni: Fushimi Inari e Higashiyama nord

Creato il 01 marzo 2015 da Patrickc

Terzo giorno nell’antica capitale del Giappone. E forse il meglio è ancora da scoprire. Tante foto e i suggerimenti per passarci anche il quarto e il quinto giorno, volendo.

“Quando vai troppo di fretta – disse – c’è una parte del mondo che non puoi vedere”

(da Pico Iyer, Il monaco e la signora – traduzione mia)

Un’altra mattina fuori città. Il terzo giorno a Kyoto (qui il primo e il secondo) comincia di nuovo con un treno. Io consiglio di partire presto perché la destinazione è davvero molto famosa e merita di esser vista con meno gente possibile e, soprattutto lentamente. Prendi un treno della linea Jr Nara dalla stazione di Kyoto e scendi a Fushimi Inari (140 yen, 5 minuti).

Le mille porte del Fushimi Inari Taisha

Prima di arrivare in Giappone questo importante Santuario scintoista, il Fushimi Inari Taisha, lo si vede di continuo, è una delle immagini più famose del Giappone. La fuga apparentemente infinita di migliaia di grandi portali arancioni (i torii) rendono facile fare foto suggestive, ipnotiche. Più o meno sono tutte uguali, ma sempre molto belle. Quello che di solito non mostrano è cosa c’è prima e dopo quello scatto – la gente, sempre tantissima – e quello che c’è intorno, montagne ricoperte di foreste fitte, dai toni cupi: alberi e bambù che si alternano, si intrecciano lungo il sentiero di alcuni chilometri che si snoda sulla salita. E quando si resta soli – succede, specie quando ci si avvicina alla cima – è inevitabile sentire il senso di sacro in questo luogo mentre si riprende il fiato.

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014) Questa è la foto classica, più avanti ce n’è qualcuna un po’ diversa

Se vuoi arrivare alla cima metti in conto oltre un’ora di cammino – più probabilmente due – su salite e gradini per visitare – sotto gli occhi delle volpi sacre vestite di rosso – la successione di santuari, grandi e piccoli, che ricoprono il monte, dedicato alla fertilità del terreno. A volte, prendendo un sentiero laterale, scopri angoli dove il muschio ha ricoperto le statue, come se il monte volesse riappropriarsene con i suoi tempi lentissimi, incomprensibili all’uomo. E così puoi anche perderti nel bosco, come mi è successo, poi ricondotto alla stazione da un pensionato che faceva una passeggiata.

La zona di Fushimi Inari è anche famosa per il suo sake. Tornando alla stazione Jr (ma la zona è servita anche dalla linea Keihan, che arriva da un’altra parte) si incontrano diverse distillerie, ce n’è anche una a sinistra subito dopo i binari. In zona ci sono anche – come spesso succede vicino ai templi – numerosi negozi di souvenir e ristoranti.

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Le foreste di bambù non sono solo ad Arashiyama Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Quanti gatti ci sono in questa foto? La statua non conta, è una volpe Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Le volpi, sono messageri degli dei. Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Fushimi Inari Taisha, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Ritorno a Kyoto

Uno spuntino al mercato Nishiki

Uno spuntino al mercato Nishiki

Se non hai mangiato in zona Fushimi Inari ci sono diverse opzioni una volta tornato in centro a Kyoto. Puoi mangiare in stazione, dove all’undicesimo piano ci sono molte scelte. Oppure tornare in centro e cogliere magari l’occasione per fare un giro al colorato mercato Nishiki, la ‘cucina di Kyoto’. Qui si possono fare interessanti acquisti, ma anche solo lasciarsi travolgere dal turbinio di colori e odori, dagli tsukemono (i ‘sottaceti’ giapponesi) al pesce, ai dolci. E’ anche il posto dove fare spuntini: sashimi, pesce marinato e anche il tamago-tako (polipo ripieno di uovo di quaglia). Per approfondire: dove mangiare a Kyoto

Higashiyama nord

Si sa, questa zona non è servita benissimo dalla metropolitana, ma visto che nel pomeriggio si deve camminare, può valere la pena di arrivare il più vicino possibile. La fermata più comoda è quella di Keage, lungo la linea Tozai. E se è primavera qui è decisamente consigliato fare una deviazione lungo il parco dei vecchi binari, uno dei posti più belli per vedere i ciliegi in fiore a Kyoto.

Lungo i binari a Keage

Lungo i binari a Keage, Kyoto
(foto di Patrick Colgan, 2014)

Qui vicino si trova il Nanzen-ji, un tempio davvero splendido, ma se non hai molto tempo puoi dirigerti direttamente al tempio Honen-in, distante 15 minuti. La sala principale, che contiene un bellissimo Buddha nero, è aperta solo a inizio aprile (dall’1 al 15) e a inizio novembre (1-7). Ma il resto del tempio è sempre aperto. Amo particolarmente l’arrivo e l’ingresso attraverso il portale ricoperto di muschio e immerso nel bosco.

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Honen-in da Wikimedia commons . Autore Wiiii, cc attribution-share a like

Da qui inizia il Tetsugaku no michi, il sentiero della filosofia, un percorso lastricato che costeggia il vecchio canale del lago Biwa, sotto gli alberi di ciliegio. Qui all’inizio del secolo scorso passeggiava meditando il filosofo Nishida Kitaro, ma forse avrebbe fatto fatica a concentrarsi oggi, con la folla che si accalca qui mentre gli alberi sono in fiore. Questa striscia di luce bianca che taglia Higashiyama è così stupefacente che ne vale comunque la pena.

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Philosopher’s path, immagine di Toivo Voll
cc attribution-share a like

Il sentiero della filosofia, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Il sentiero della filosofia, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Il sentiero della filosofia, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Il sentiero della filosofia, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Il sentiero della filosofia, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Il sentiero della filosofia, Kyoto (foto di Patrick Colgan, 2014)

Dopo mezz’ora – che diventa di più quando ci si ferma per un tè o uno spuntino in uno dei tanti posti lungo il canale, si arriva a uno dei templi più belli. Il Ginkaku-ji, il padiglione d’argento, con il suo meraviglioso giardino. Se è l’ultima immagine che porterai a casa di Kyoto, non ce n’è forse una migliore.

Ginkaku-ji, padiglione d'argento (foto di Patrick Colgan, 2013)

Ginkaku-ji, padiglione d’argento (foto di Patrick Colgan, 2013)

Ginkaku-ji, padiglione d'argento (foto di Patrick Colgan, 2013)

Ginkaku-ji, padiglione d’argento (foto di Patrick Colgan, 2013)

Altri giorni a Kyoto

A Kyoto si potrebbe restare settimane, a esplorare i templi e gli angoli di una città che non smette mai di sorprendere. I miei suggerimenti per i giorni successivi:

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