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L’accarezzatrice: il Coraggio di Raccontare Sesso e Disabilità

Creato il 20 novembre 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
L’accarezzatrice: il Coraggio di Raccontare Sesso e Disabilità

Tutto nasce per caso, come direbbe un grande scrittore. E tutto si trova su un copione che qualcuno ha elaborato per noi, a nostra insaputa. La storia raccontata da Giorgia Würth, attrice di professione e narratrice per passione, nel suo secondo romanzo, L'accarezzatrice (Mondadori, 2014), spiega che nella vita nulla deve essere dato per scontato.

La protagonista del volume, Gioia, è laureata in Scienze infermieristiche, un titolo che in qualche modo ti avvantaggia nel mondo del lavoro per la sua spendibilità. Ma non è così, almeno per Gioia. La ragazza viene licenziata per esubero di personale. E, da quel momento, per lei inizia quel percorso angosciante che tocca tutti coloro che si ritrovano disoccupati e spasmodicamente in cerca di una nuova occupazione. Un percorso difficile ma al tempo stesso avvincente ed appassionante. Ogni mattina Gioia risponde agli annunci di lavoro e manda il curriculum a tutte le cliniche della sua città, anche se preferirebbe fare altro. Con i soldi però deve pagare la retta del padre che si trova ricoverato nella stessa struttura dove lei lavorava. Ma il genitore non deve sapere nulla. E allo stesso tempo nulla si muove. Finché un giorno la protagonista risponde ad un annuncio in cui si richiede "un'infermiera con spiccata sensibilità", una sensibilità particolare verso il sesso e la disabilità.

Nel romanzo viene preso in considerazione un tema scottante: la sessualità dei disabili. Quella dell'assistente sessuale è una professione che da noi in Italia non è ancora riconosciuta, la si ritiene una forma di prostituzione, assecondando probabilmente l'opinione della Chiesa cattolica. In altri paesi europei, come la Svizzera, l'assistente sessuale è invece un lavoro a tutti gli effetti. Ed è proprio a Bellinzona, comune del Canton Ticino, che Gioia inizierà questa sua importante avventura. Lì conoscerà una coppia con seri problemi di disabilità: Rosaria e Salvatore, entrambi affetti da sclerosi multipla. I due, incontratisi in ospedale, si sono innamorati ed insieme, da marito e moglie, hanno deciso di affrontare questa malattia canaglia che ogni giorno ti leva qualcosa, ma, dopo alcuni anni di quasi normalità, il degenerare del male li ha privati della possibilità di amarsi fisicamente.

"L'amore cresceva e il sesso diminuiva. Ma non certo per nostra volontà, anzi. È soltanto per ragioni meccaniche che non possiamo più vivere la nostra sessualità. Non riusciamo più a toccarci, non ci è più concesso di unirci". Rosaria vuole pertanto regalare al marito qualche momento di puro piacere, e per fare questo ha bisogno di un aiuto particolare. Ed è qui che entra in gioco Gioia in quello che sarà il suo battesimo di una professione non semplice che mette al centro dell'attenzione non il sesso ma "la persona nel suo insieme, e ha come obiettivo il benessere di chi è affetto da disabilità fisica o psichica, e non è in grado di provvedere da solo alle proprie esigenze corporali".

L'accarezzatrice è un libro scritto molto bene e la narrazione è scorrevole, seppure i temi trattati possano essere un po' pesanti e ad alcuni risultare più che scabrosi. Ci sono abusi, perversioni ma anche tanto amore. Il lettore viene introdotto in un mondo sconosciuto, un mondo privato dei piaceri della carne, piaceri che aiutano anche la mente. Le pagine scritte da Giorgia Würth offrono più di uno spunto di riflessione; esistono disabilità che non permettono neppure l'autoerotismo negando quindi la conoscenza di quel corpo di cui si è purtroppo prigionieri. Cosa fare allora in questi casi? Girarsi dall'altro lato e negare a persone tanto coraggiose il loro diritto alla sessualità oppure provare ad aiutarle? Non è facile rispondere a queste domande, ma, ultimata l'emozionante lettura, ci sentiamo di dire che persino questa folle umanità può sperare in un futuro migliore.


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