Magazine Informazione regionale

L’acqua in bottiglia? Meglio quella “corrente”

Creato il 20 ottobre 2011 da Lapulceonline

acqua, bere, bottiglia, seteSiamo proprio sicuri che l’acqua in bottiglia sia indicata per il nostro organismo? L’acqua minerale in bottiglia, può non essere potabile, insomma? “Potrebbe non essere indicata per il nostro organismo”, dice il direttore dell’Ato6 (l’autorità che coordina gli enti e le istituzioni in materia di risorse idriche), Renzo Tamburelli.
L’Italia è il Paese in cui consuma maggiormente l’acqua confezionata, merito delle tante sorgenti e demerito di una rete idrica che "fa acqua", ma non nel verso giusto.
Scandali, falde inquinate e tante altre schifezze quotidiane hanno via via allontanato gli italiani dal rubinetto di casa. Chi si concedeva al massimo l’Idrolitina nella bottiglia di vetro col tappo ermetico, si è progressivamente spostato sul litro e mezzo in PET, facendo crescere mezza generazione di persone con la convinzione che l’acqua minerale imbottigliata fosse meglio. Invece l’acqua da rubinetto ha diversi vantaggi: “E’ buona e sicura perché soggetta a criteri di potabilità più rigorosi di quelli delle acque minerali”, dice Tamburelli, “Inoltre bisogna considerare che l’acqua del rubinetto è corrente, mentre quella in bottiglia è ferma e spesso imbottigliata molti mesi prima del suo consumo”. Per non parlare della conservazione dei “cartoni” d’acqua, sia nei negozi, sia a casa. Se le motivazioni ambientali (risparmio sulla plastica, energia e trasporto) non sono sufficientemente convincenti, provate a pensare al risparmio economico: il consumo pro capite d’acqua è di circa 190 litri all’anno (dati Federconsumatori), pari ad una spesa a cranio di 60 euro. “Con la stessa cifra si potrebbero consumare 125 metri cubi d’acqua, 125 mila litri”. La tariffa 2010 della sola acqua che si beve in gran parte della provincia è infatti di 0,00074 euro al litro. L’acqua “in offerta” può costare 20 centesimi, 30 in media. L’acqua del rubinetto è 400 volte più conveniente. D’accordo, il cloro usato per la depurazione non dà un gran sapore all’acqua domestica, ma si può ovviare lasciandola in frigo, come consigliava l’ex assessore all’ambiente Renzo Penna, che aveva inaugurato le fontanelle pubbliche di acqua minerale, proprio per abituare gli alessandrini a tornare “all’antico”. Da zona a zona anche quella del potabilizzatore cambia gusto. Il cosiddetto “residuo fisso” è la misura di sali disciolti che, se troppo alti, possono rendere l’acqua non buona o se bassi addirittura “insipida”.
Le acque mediamente mineralizzate si trovano a Casalbagliano-Villa del Foro (676 mg/l, dati Amag 6/2011), a Mombaldone (551), Borgoratto, Cassine, Orsara, Rivarone e Gamalero che arriva a 837 mg per litro. Le acque un pochino più scialbe si bevono a Cremolino, Acqui Terme, Terzo (sempre oligominerali, ma con valori più bassi). Il PH: il range è abbastanza ampio, dall’acido 6,5 al basico 9,9. L’acqua “acida” si trova a San Rocco di Gamalero (ph 6,8), mentre è basica nella zona della Val Bormida. Ad Alessandria è in media 7,5. Per l’alimentazione dei bambini di età inferiore ai 6 mesi si raccomanda di non usare acqua potabile con un tenore di nitrati superiore a 10 mg, sebbene la legge consenta valori fi no a 50. l’acqua adatta ai bebé si beve a Cascinagrossa-Litta Parodi, San Michele-Astuti, e in tutto l’acquese, da Bistagno a Merana. Nache nell’Ovadese e nel novese i nitrati sono molto bassi. Valori più alti sono a Mandrogne-San Giuliano (35,6), Borgoratto (43,4) e Sale (45,5). Tutti i valori delle analisi sono comunque consultabili sui siti web dei gestori.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :