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L’Aler rischia di non avere più soldi, a causa sia della crisi che dell’autonomia finanziaria

Creato il 31 maggio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Dalla delibera approvata dal Comune di Crema, relativa alla precedente amministrazione, risultano circa 60 alloggi non occupati a Crema. La delibera è la rendicontazione 2011 degli alloggi gestiti dall’Aler sul territorio del Comune di Crema. L’Aler, come da qualche anno, continua a ristrutturare e rendere di nuovi agibili gli alloggi che non lo sono. Anche quest’anno 300 alloggi di nuovo disponibili grazie ai lavori. C’è un grave problema però, già segnalato tempo fa dal presidente Mino Jotta e ribadito da un componente cremasco del consiglio d’amministrazione dell’Aler, Franco Bordo. In testa alle graduatorie ci sono nuclei familiari in stato di gravissimo disagio economico, cui vengono assegnati alloggi al canone minimo, 20 euro o poco più. Un importo simbolico. E’ l’effetto della crisi economica: aumentano le richieste di case popolari, ma da parte di persone gravemente disagiate. La Regione alcuni anni fa ha riformato il settore, imponendo l’autonomia finanziaria a ogni singola Aler, per conseguenza della cessazione del Fondo statale per la casa, che veniva costituito con piccoli prelievi dalle buste paga. Tolti quelli, e sopraggiunta la peggior crisi del dopoguerra, l’Aler della provincia di Cremona si dibatte fra difficoltà preoccupanti. Fra qualche anno il gettito dei canoni diminuirà ancora, se questo è il trend. L’azienda avrà ancora meno soldi: come farà a ristrutturare gli alloggi e riattarli? Guai gravi, segnalati da tempo, da non poco, ma ancora senza soluzione. E senza edilizia residenziale popolare come fa una società così provata a resistere alle nuove povertà?

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