“Nel 2003, completamente inconsapevole del lavoro di Moran, scoprii che se le lettere dell’alfabeto fenicio vengono ruotate di novanta gradi in senso antiorario e poi unite a formare una sequenza di doppietti, si ottiene uno schema che riflette le costellazioni dello zodiaco solare Egizio” Brian Pellar, 2009
Quando venne scritto YHWH = Adonai = 200 = yh.h ’ag ’ab (e la chiave per capire), fui assai stupita che quella sorta di “tecnologia lunare” che apparentemente ispirò e permeò l’alfabeto a 30 lettere di Ugarit, rimanesse applicabile anche ai nomi divini e/o sacri della Bibbia, scritti utilizzando una classica abjad semitica a 22 lettere. Di fatto rimanevano diverse questioni irrisolte: i) come mai ad Ugarit si utilizzava sì un alfabeto lungo a 30 lettere, ma anche uno breve a 22? E come mai la forma breve dell’Ugaritico era quella nettamente prevalente andando verso il sud, nell’area più propriamente Cananea?;ii) se l’ alfabeto a 30 lettere di Ugarit, un unicum, era una sorta di alfabeto-mese che raccontava il ciclo lunare in chiave sacra, è possibile che quello a 22 segni si fosse evoluto e stabilizzato come una sorta di alfabeto-anno? E se sì, cosa c’entra il numero 22 con i 12 mesi? Le risposte non le so, ma Brian Pellar ne ha eccome e ce le propone nel suo saggio del 2009, rielaborando con metodo originalissimo – ed aggiungerei con occhio da artista - un concetto precedentemente proposto da altri studiosi: quello di un sistema di segni legato ad un template astronomico/zodiacale, che ripercorre il cammino annuale del sole sulle 12 costellazioni dell'eclittica...Leggi tutto