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L'altra faccia di San Valentino

Creato il 14 febbraio 2010 da Kelvin
L'altra faccia di San Valentino
Oggi è San Valentino, ed è inutile non farci caso o fare finta che sia un giorno come tanti. Non lo è, per nessuno di noi: per chi è innamorato è un giorno speciale (forse il più speciale), per chi fa finta di essere innamorato è un giorno per fare i conti con la propria coscienza, per chi è single è un giorno di sottilissima invidia, mascherata da sbruffonaggine...
Ma San Valentino può essere anche un giorno triste, brutto, con la speranza che passi più in fretta possibile: lo è per chi è solo, non per propria scelta. Lo è per chi si sente abbandonato, tradito, per chi non riesce a trovare affetto o per chi non riesce a mostrarlo, per chi si sente a disagio, escluso, in un mondo che non capisce e che corre troppo veloce.
La solitudine è di chi si isola o si sente isolato, una condizione inadatta agli uomini, che sono "animali sociali", parafrasando Aristotele. Ci auguriamo che un giorno, in questo mondo, possa essere un San Valentino per tutti.
1. Umberto D. La solitudine di chi è anziano, di chi è fuori dalla giostra della vita. La salvezza può materializzarsi in una cagnolina, l'unico essere non-umano a manifestare un po' di umanità.
2. Tra le nuvole. La solitudine di chi vive a mille all'ora, ma ha paura di fermarsi. Di chi si crede invincibile, ma intorno a sè ha solo un mondo di carta.
3. Contact. La solitudine di chi rinuncia a tutto per seguire i propri ideali, rincorrendoli fino all fine. Eroismo, coraggio, testardaggine o egoismo?
4. Prova a prendermi. La solitudine di chi si prende gioco del mondo, ma alla fine fa terra bruciata intorno a se: l'inganno non paga, nè verso gli altri, nè (soprattutto) verso se stessi.
5. Taxi driver. La solitudine di "un uomo solitario e dimenticato, che deve disperatamente provare di essere vivo".
6. Le luci della sera. La solitudine dei poveracci, degli emarginati, dei disadattati, dei perdenti. Sarà forse vero che il denaro non dà la felicità, ma certo la povertà non aiuta le relazioni sociali...
7. Quel che resta del giorno. La soltudine più brutta, quella di chi ha visto passare tutti i treni della sua vita e non ha mai avuto il coraggio di salirci sopra.

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