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L'altra storia di san donnino

Creato il 18 ottobre 2015 da Bernardrieux @pierrebarilli1
L'ALTRA STORIA DI SAN DONNINOPoco rimane della Fidenza medievale: le distruzioni operate dal tempo, dall'incuria e dalla follia bellica degli uomini (la cittadina fu rasa al suolo dai Parmigiani per due volte, nel XII e XIII secolo, fu distrutta da un forte terremoto nel 1117 e ha subito pesanti bombardamenti durante l'ultima guerra) hanno lasciato ben poco dell'antico tessuto urbano, che a fatica qua e là s'indovina. Anche il nome del luogo non è più quello d'allora, perché l'ideologia nazionalista, nostalgica dei fasti imperiali romani, ha imposto il ritorno all'antico nome latino (Fidentia Julia) e l'abbandono del toponimo, Borgo San Donnino, con il quale la cittadina è stata chiamata per più di mille anni. 
In effetti, dopo gli sconvolgimenti che avevano funestato la tarda antichità, il borgo era rinato intorno al luogo di culto del santo, poco lontano dalle rive dello Stirone, divenendo, già in epoca longobarda e per tutto il Medioevo, un'importante stazione di sosta e di transito lungo la Via Francigena, che portava a Roma i pellegrini di Francia e d'Oltremanica attraverso la strada del Monte Bardone, l'attuale valico appenninico della Cisa, che proprio a Fidenza si staccava dalla Via Emilia. 
Più volte riedificata sopra la primitiva cappella, la chiesa di San Donnino è uno dei pochi edifici medievali sopravvissuti e conserva tuttora le eleganti linee romanico-padane che i costruttori, tra i quali l'Antelami, le diedero agli inizi del XIII secolo. Incorniciata da due alti campanili (uno dei quali porta il nome affascinante di Torre del Folletto), la facciata, purtroppo incompiuta, è decorata da un ricco programma di sculture e rilievi. Proprio in corrispondenza del protiro centrale, sorretto da due possenti leoni stilofori, una serie di lastre rappresenta il cosiddetto Ciclo di San Donnino, trasposizione su pietra dei punti essenziali della leggenda del martire. 
L'ALTRA STORIA DI SAN DONNINOMa chi era Donnino? Le fonti più antiche (martirologi di Rabano Mauro, VIII-IX sec., e di Usuardo di Saint Germain, 865, che fanno forse riferimento ad una più antica Passio Sancti Domnini, mai pervenutaci) ci dicono solamente che egli, ai tempi di Massimiano, essendosi rifiutato di perseguitare i cristiani, sarebbe fuggito e, inseguito e raggiunto presso Fidenza, sarebbe stato decapitato. Dopo il martirio avrebbe operato molti miracoli. Tutto qui: una leggenda agiografica scarna e del tutto simile a quella di centinaia di altri martiri di quei primi secoli di cristianesimo (Massimiano fu Cesare per l'Occidente ai tempi di Diocleziano, verso la fine del III secolo). Ammirata la sua chiesa, lasceremmo Donnino al suo destino di patrono di Fidenza se le fonti posteriori, meno avare di particolari, conosciuti anche dagli artefici del ciclo scultoreo sulla facciata, non fornissero informazioni più interessanti. 
Soprattutto dal codice di Fulda, dal passionario parmense (XI sec.), dai codici della Biblioteca Nazionale di Parigi e dal codice fiorentino di Santa Croce (XIV sec.) è possibile ricostruire con maggiore ricchezza di particolari la leggenda del santo, che riporto nei suoi punti essenziali, indicando tra parentesi con cifre romane le scene corrispondenti scolpite nel Ciclo di San Donnino. 
• L'imperatore Diocleziano invia Massimiano in Gallia per reprimere una ribellione scoppiata ai confini con la Germania. Quest'ultimo si associa la legione Tebea, di cui fa parte Donnino; • Donnino è un ufficiale con il prestigioso compito di cubiculario, vale a dire di cameriere privato di Massimiano e custode della sua corona, incarico solitamente riservato ai membri delle famiglie nobili e senatoriali (I); • Considerando i cristiani nemici del potere imperiale e delle divinità pubbliche, Massimiano fa uccidere numerosi dei suoi soldati che avevano abbandonato l'antica religione e si erano rifiutati di sacrificare agli Dèi, il che era considerato come un tradimento, particolarmente grave trattandosi di militari. Avvisati da una voce notturna, Donnino e alcuni compagni riescono a fuggire verso l'Italia (II e III); • Presa a Piacenza la Via Claudia, che era il nome antico di quel tratto di Via Emilia, Donnino è inseguito e, nei pressi dello Stirone, raggiunto dagli emissari dell'imperatore (IV); • Catturato dai soldati (che evidentemente avevano ricevuto l'ordine di giustiziare colui che era considerato un disertore), Donnino viene decapitato nei pressi del fiume "a quindici miglia da Giulia Crisopoli", vale a dire da Parma (V);
L'ALTRA STORIA DI SAN DONNINO• Secondo gli autori della leggenda, il martire, raccolta da terra la testa, attraversa il fiume, portando il capo tra le mani, "per una distanza pari ad un tiro di sasso" (VI). Il codice fiorentino di Santa Croce afferma anche che il santo, guadato lo Stirone, si distende supino stringendo la testa appoggiata al petto (VII). Alcuni fedeli avrebbero assistito alla scena e poi seppellito il corpo del martire; • Ai tempi di Costantino, una trentina d'anni dopo il martirio, vengono ritrovate "miracolosamente" le spoglie del santo e, su ordine del vescovo dell'ancora inesistente diocesi di Parma (gli agiografi, si sa, non erano degli storici), viene costruita una cappella. Un ammalato di idrofobia, che era stato morso da un cane rabbioso, è guarito, naturalmente per intercessione di Donnino (VIII, IX); L'ALTRA STORIA DI SAN DONNINO• Persa la memoria dell'esatto luogo di sepoltura delle reliquie, mentre fervono i lavori di ricerca nella chiesa, una folla di fedeli si riunisce in preghiera sull'altra riva dello Stirone. Non appena si viene a sapere del nuovo ritrovamento delle ossa del martire, la folla s'accalca sul vecchio ponte di legno che unisce le due sponde;• sotto il peso degli entusiasti fedeli il manufatto cede di schianto, facendo precipitare nelle acque tutti i passeggeri, compresa una donna incinta. Le fonti agiografiche dicono che il santo, ligio al suo ruolo, compie un altro miracolo, poiché tutti restano incolumi (X).
Fin qui le fonti scritte e le immagini del ciclo scultoreo sulla facciata. Al momento della costruzione della chiesa romanica era quindi vivo un corpus di leggende agiografiche su san Donnino, comprendente elementi non presenti nelle prime fonti, secondo il quale il martire decapitato avrebbe raccolto la propria testa e guadato il fiume.
Qual è l'origine degli elementi posteriori della leggenda?

Secondo san Giovanni Crisostomo (344-407), il tema del santo cefaloforo (portatore della propria testa tagliata) sarebbe giunto in Europa, in cui ha ottenuto un enorme successo, dall'Asia Minore, dove in alcune chiese protocristiane erano affrescate le storie di martiri decapitati che portavano il capo come pegno per"tutto ottenere dal Re del cielo". In effetti, i santi cefalofori sono centinaia! La liturgia bizantina esprime con parole ispirate la venerazione per il più illustre di questi santi, Dionigi l'Aeropagita, discepolo di san Paolo, primo vescovo d'Atene e creduto per lungo tempo autore della Hierarchia, uno dei testi cristiani più influenti in epoca medievale. Nell'ufficio del 3 (9) ottobre, festa del martire, il prodigio della cefaloforia era cantato in questi termini:
Vi è tagliata la testa, ed ecco la grande meraviglia:
Voi camminate, san Dionigi, con la testa tra le mani.
Decapitato il terzo giorno, correte portando il vostro capo.

L'ALTRA STORIA DI SAN DONNINOUna circostanza degna di attenzione consiste nel fatto che il tema, anche se di provenienza orientale, ha incontrato un notevole successo in Gallia, dove certo non era nuovo alle popolazioni, ai chierici e agli artisti, perché si tratta di un elemento simbolico e mitologico di grande importanza in ambito celtico e che si cercherà di analizzare con cura. La leggenda di san Donnino contiene oltre a ciò un elemento ulteriore di probabile derivazione celtica, che non è frequente nei racconti riguardanti altri santi decollati: il martire decapitato guada un fiume e, in seguito, diviene protettore di coloro che attraversano i ponti. Il significato simbolico del guado nel sistema religioso e mitologico celtico è stato analizzato da molti, ma converrà ritornare su questo argomento.

(tracce celtiche - marco fulvio barozzi)http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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