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L’amore ai tempi del Cornetto

Creato il 02 aprile 2014 da Jonlooker @Jonlooker

Il Cornetto Algida ci ha preparato un regalo che anticipa l’estate e i Cavalieri dell’Apocalisse – e come potrei io lasciarlo passare così, senza soffermarmi sui suoi punti forti? Infatti.

Una cosa, per giustizia, la dobbiamo dire subito. Lo spot del Cornetto Algida è sempre stato di un melenso inarrivabile. Se non vi ricordate, vi aiuto io.

Biciclette, palloni da spiaggia, località marittime, bacetti per tutti, una bruttissima camicia rossa, imboccate sotto l’ombrellone, intro musicale che definirei la colonna sonora della vita delle Tartallegre e frasi di spessore poetico come un cuore d’amare o un piccolo cuore per farti sognare. E come dimenticarsi dell’uomo dei gelati, una specie di capitano di nave disonorato che mangia i Cornetti del suo stesso carretto e che accoppia i villeggianti? Non è che si possa far finta che la tradizione non sia questa.
Ma noi, nel 2014, abbiamo qualcosa di peggio.
La tecnologia social.

Corriera.
Ragazzo e ragazza. Hanno in comune che nessuno dei due ha peli sul petto. No dai, non solo: entrambi hanno due cuffie audio esteticamente raggelanti.
Lui la fissa, con quello sguardo che solo Olmo di Mai dire gol sapeva padroneggiare, si impegna e sbatte le palpebre al limite della scarica elettrica – e, nonostante il Cornetto sbrodolino sul pizzetto, sembra avere successo.
Lei, infatti, nello scendere alla sua fermata nel noto paese di Orrendocuffiopoli Riviera, gli lancia un’occhiata moderatamente allusiva. Lui, allora, senza dignità alcuna, si gira come un cucciolo smarrito, mancavano una leccata al vetro e gli uggiolii, per il resto era uguale uguale a un carlino davanti al finestrino della Panda che teme che la padrona non esca mai più viva dal Despar.

A questo punto, è fondamentale tenere a mente non solo gli antecedenti, che abbiamo visto, ma anche le premesse tecniche, immagino più o meno queste:

«Creiamo uno spot che ricordi l’estate e i dolci amori innocenti nel tipico stile Algida, ma stavolta descriviamo la summer un po’ social network di questi giovanotti di oggi con i personal computer e Fésbuc, io non ci capisco niente ma non vi preoccupate ho chiesto a mio nipote di quattordici anni di scrivere la pubblicità.»

E in questa chiave va letto tutto quello che succederà di qui in avanti.

Da quel fugace incontro nel mobile cassone, difatti, il ragazzo (dalla camicia rossa pure lui, ma nella versione un po’ boscaiola, in nome della selvaggia modernità di vedute che domina questo spot) comincia a cercare la fanciulla su Facebook, al buio, sempre mangiando Cornetti. Non so se voi conoscete il telefilm Misfits, ma vi basti sapere che c’erano dei tizi che dopo aver ammazzato o seppellito qualcuno si concedevano un Cornetto, a volte preso dallo stesso freezer in cui stava il cadavere. Capite bene perché io sia prevenuto. Ma vi dirò di più: lui ha gli occhi più acquamarina di un gatto persiano e in sottofondo c’è Cesare Cremonini a cantare di complici nel disordine, ma se fosse brutto e di sottofondo avessero messo la musica de Lo squalo non sarebbe più così tenerina la vicenda no?

Ma noi siamo per l’uguaglianza, quindi diciamolo pure che lei è pazza uguale, perché mentre lui sta disteso a far luccicare i bulbi oculari alla luna (nudo, naturalmente) lei rallenta il lavaggio dei denti perché ha scoperto il suo riflesso nello specchio del gabinetto e ammira la schiuma di dentifricio tutta intontita.
A onor del vero lui, che chiameremo Mio Miny Pony Occhi di Stelle, ci prova pure, a rivedere la sua amata in modo tradizionale, ma purtroppo sulla seggiolina lurida della corriera ora si siedono solo i pidocchi e lui è disperato, lo vedete da voi, proprio il giorno che si era vestito da piccolo bimbo in viaggio verso la colonia alpina San Marco di Pedavena (ci si immagina proprio il momento in cui, testa fra le mani, pensa “pure la camicia mi ero abbottonato!”)

Ma attenzione! La trova! La trova su Fésbuc! E la propulsione romantica di questa roba raggiunge il telescopio spaziale Hubble quando si passa a lei, che non lo conosce per niente e non solo si è lasciata contagiare coi Cornetti, ma nemmeno gli dice ciao, gli scrive direttamente che “ha proprio voglia di vederlo ora”, che, oltre ad essere una brutta frase dal punto di vista della costruzione, è di uno zerbinaggio allucinante; ma lei è carina, Cesare Cremonini, eccetera eccetera, quindi tutto è normale, inclusa quella assurdità telepatica per cui se a lei arriva una notifica le amiche si girano tutte e quattro e ammiccano e gongolano come se il messaggio l’avessero letto pure loro. Ma perché no, se non altro hanno gettato le basi per un bruttissimo manga.

I due devono essersi detti “incontriamoci in un luogo affollato” il che è la prima idea intelligente e sicura che sia uscita finora. Per ristabilire subito l’assenza di raziocinio, perciò, vi dico che arrivano con le delegazioni. Lui in bicicletta con due suoi amici, uno davanti e uno dietro a fare la scorta (se non sono con lui, ci sono tre persone che girano ridendo da sole in bici una dietro l’altra e allora non so proprio che dire), mentre la ragazza opta per una Citroën Méhari rossa (che non è mica un raccoglitore di carrube marocchine, lei) con un’amica che fa l’autista e l’altra a coprire il fianco destro della vettura con lo scooter, come neanche nelle peggiori parate comunali. Ma non vi preoccupate, al momento dell’incontro tutti spariscono, pure la bici, e lei scende dall’auto vuota abbandonata in mezzo alla spiaggia.
Ah, che momento. Prima Mio Mini Pony Occhi di Stelle e la sua amata si imboccano a vicenda con le punte dei Cornettini, poi lei, forte delle abilità da scoiattolo volante fornitegli da quella specie di poncho che ha sul costume, gli salta addosso perché effettivamente se no non la finivamo più, quindi la ringrazio. E un bonus maestra di vita, perché mentre lo bacia continua a masticare.
Scopriamo poi che rimarranno lì fino a notte, sempre mangiando mini-gelati, e che lei fa un uso sconsiderato e imbarazzante dell’occhiolino come strumento di seduzione.
Goditi il viaggio, amerai il finale, dice il claim. Va bene uguale se amo il fatto che sia finito?



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