Alle volte mi chiedo
a cosa possa somigliare l'Amore dell'Altissimo.
Nella genesi è
scritto che Dio ci ha fatto a Sua immagine e somiglianza. Allora
forse le dinamiche amorose umane rispecchiano in qualche modo quelle
divine.
Perciò...forse l'Amore divino può essere paragonato ad una
somma di tutti i tipi di amore che noi umani sperimentiamo nel nostro
pellegrinaggio terreno e di cui sentiamo il bisogno come quello
dell'aria che respiriamo e che cerchiamo continuamente, e che
ci provocano
un acuto dolore e un'
enorme nostalgia se vengono perduti dopo averli sperimentati.
Consideriamo quello tenero di una madre per il suo bambino, o di
un figlio verso i genitori, quello appassionato dello sposo verso la
sposa, quello struggente dell'innamorato verso la persona amata, quello del padrone verso il suo cane o il suo gatto, quello verso gli amici sinceri, per l'arte, il bello, la
natura, la musica, la conoscenza, la vita. E potremmo continuare con numerosi altri esempi.
Tutti questi amori però non danno che una pallida idea di quello che può
essere l'Amore divino.
Consideriamo l'essenza profonda di questi amori, eleviamola all'infinito e forse avremo una pallida idea di quello che potrebbe essere.
Un
esempio dell'Amore divino e della sua tenerezza ce lo ha dato Gesù nel Vangelo più volte, fino ad accettare di
morire per la nostra salvezza. Fra l'altro la sofferenza di Nostro Signore Gesù Cristo in Croce,
dovendo servire a riparare tutti i peccati presenti passati e futuri
dell'umanità, è stata INFINITA!
L'esempio più calzante della figura umana di Gesù Cristo potrebbe essere quello dell'agnello indifeso e innocente sgozzato.
Due
soli passi della Sacra
Scrittura fra i tanti voglio riportare
per dare una certa idea della natura dell'Amore divino. C'è ne uno
che ci fa capire che Dio ci ama più di quanto una madre possa amare
il suo bambino, è un passo
di Isaia: “Si dimentica
forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il
figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse,
io invece non ti dimenticherò”
(1)
. E
un passo del Vangelo in cui Gesù dice: “Gerusalemme,
Gerusalemme… quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come
una chioccia raccoglie i pulcini sotto le sue ali, e non hai voluto!”
(2)
Tempo fa ho letto un
libro che mi ha affascinato (3).
L’autore, il dr.
Ricardo Perez Hernandez, deceduto a Città del Messico sei mesi dopo
la pubblicazione (agosto 1977), asseriva di aver avuto un’apparizione soprannaturale nella persona di una bellissima ragazza
ormai abitante del Cielo, da lui conosciuta quando era un bambino di
otto anni - e di cui era rimasto come innamorato a
causa della sua bellezza e dolcezza. La beata gli
racconta la Vita della gloria celeste, parlandogli soprattutto della Gloria accidentale e lo sprona e incoraggia consigliandolo su
come fare per raggiungere la beatitudine celeste, cioè per meritare
il Paradiso. In uno dei passi del dialogo la beata rivela qualcosa
sulla natura dell'Amore divino, dice infatti :
“Il Creatore è,
bada bene,profondamente
innamorato di ognuno dei suoi figli umani
d’adozione. Lui non ama globalmente il genere umano, al modo come
il contadino ama tutto il suo orto, no; Egli
ama ciascuno di noi con un Amore supremo,
che supera infinitamente il migliore amore creato. Il
Signore ama te, singolarmente, con veemenza, con energia, con
ineffabile necessità amorosa, con affetto immenso, con tenerezza
indescrivibile e con mille altre qualità che non si possono spiegare
né in Cielo né sulla terra"
Quindi
l'Amore di Dio per ogni
creatura è personale e
irripetibile, cioè
Il Signore ama ognuno
di noi con un amore singolare e immenso
come se ognuno di noi fosse
l'unico nell'Universo!
E
come ogni innamorato fa di
tutto per conquistare l'anima
della persona amata, quindi di ciascuno di noi. E
quando vede il rifiuto, è preso
da una sofferenza acuta, che è quella di ogni amante respinto.
In questo periodo
dell'anno sto trattando in una classe il fenomeno fisico detto
Risonanza.
I sistemi oscillanti
entrano in ‘Risonanza’, cioè oscillano con
ampiezza molto grande acquistando moltissima energia quando sono
‘forzati’ a vibrare da una forza esterna con frequenza pari alla
loro frequenza naturale. L’ampiezza di queste oscillazioni può
raggiungere anche un valore infinito nel caso di totale mancanza di
attrito. Un esempio di risonanza è il processo che fa emettere il
suono agli strumenti musicali, o di sintonia di un apparecchio radio
su una ben determinata stazione emittente Questo nel piano fisico e
materiale. Però credo che il discorso, con le opportune variazioni,
possa anche adattarsi all'ambito spirituale. Infatti questo fenomeno
mi fa pensare all'azione dell'Amore Divino sull'anima.
Mi
pare scontato infatti constatare che ogni essere umano costituisce
con la sua personalità un essere unico nell’intero Universo. I
nostri ‘oscillatori’ spirituali interiori, quelli che ‘vibrano’
quando proviamo una sensazione di gioia, singolari e irripetibili, hanno una specie di loro
personale
‘frequenza naturale’ che costituisce una delle caratteristiche essenziali della nostra personalità. L’avvicinarsi a Dio in
questa terra, sia con una vita virtuosa che con la preghiera,
considerato che Dio nel comunicare con noi usa probabilmente questa
‘frequenza naturale’ personale (che conosce certamente perché ce
l’ha assegnata Lui!), provoca già un assaggio della Vita Celeste
perché causa la ‘vibrazione interiore in risonanza’
avvertita come gioia e pace interiore, uno
stato di 'felicità' terrena anche
se incompleto,
frenato
com’è dal corpo non glorificato e dal peccato, ma che può
arrivare in casi estremi al fenomeno dell’estasi. Ecco perché chi
crede in Dio e dialoga con lui con la preghiera, e fa la Sua volontà,
cioè se vive
una vita basata sulle virtù, ottiene già in questa vita il massimo
di felicità possibile su questa terra, e
questo sino al livello
interiore personale di Grazia, che si trova al massimo grado nei
mistici e nei santi.
E in Cielo invece
cosa succederà?
Dice il
Signore nell’Apocalisse (4) : "Al vincitore Io darò una
manna occulta, e gli darò un sassolino bianco, nel quale è scritto
un nome nuovo, che nessuno conosce se non colui che lo riceve",
probabilmente questo ‘nome nuovo’, che esprime l’essenza della personalità del beato e anche le sottigliezze personali dell’amore
che intercorrerà tra lui e l’Altissimo per l’eternità, ha anche
a che fare con questa frequenza spirituale naturale di
oscillazione che farà del vincitore, forzato dall’Amore divino, come un meraviglioso strumento musicale che emetterà il suono armonioso
della sua personalità, unica in tutto l’universo, e provocherà così delle ‘oscillazioni’ interiori che faranno la sua completa felicità appagando per sempre in maniera totale e
indefettibile, senza frustrazioni o delusioni di sorta, il desiderio di Infinito.
Ma che grande
tragedia sarebbe per converso perdere per sempre questo Amore, come
invece succede a chi va all'Inferno!
Forse quando l'anima
dannata nel giudizio particolare si condanna è perché scopre e osserva meravigliosa perfetta innocenza divina
fatta a pezzi, devastata, sfigurata, martirizzata, macchiata a causa dei suoi
peccati, e conscia di aver causato una sofferenza sconfinata al
Creatore, invece di chiedere il perdono, che provocherebbe una
immediata scomparsa delle ferite della Persona divina - per il
valore infinito della riparazione con la Morte in Croce di Gesù Cristo - ,
preferisce non farlo ( e questo è un vero mistero!) pur essendo
consapevole che il suo rifiuto costituirà il suo peccato più
grave, il peccato contro lo Spirito Santo, che genera una sofferenza
infinita al Creatore e pur sapendo nel contempo che dopo quel "no" sarà veramente meritevole della condanna eterna!
Doppiamente colpevole questa negazione perché inferta deliberatamente alla perfetta Innocenza e all'infinita
Bontà dell'Altissimo! Come la ferita che subisce l'innamorato
abbandonato ingiustamente: è una spada che trapassa l'anima! Ma se Dio ci ama di un
Amore infinito, quanto dolore se non uno di grandezza infinita può
non provocare la perdita irreversibile di un' anima?
Ecco forse svelato
il perché ultimo della pena che non avrà mai fine per i dannati: perché il rifiuto,
che ha come conseguenza la dannazione dell'anima, genera nell'Altissimo un dolore
infinito
e quindi è meritevole di una punizione che non potendo essere infinita
nell'intensità, perchè deve essere subita da una creatura, deve esserlo almeno
nella durata.
Ma non è finita.
Una volta mi è capitato di leggere un brano in cui Gesù diceva ad un
mistico che dopo il perdono delle colpe commesse (mediante il sacramento della
confessione) "Dio non ricorda più i peccati, li dimentica completamente".
D'altronde anche nella Bibbia, in Geremia, sta scritto (5) : "Io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati". Quindi Dio se vuole può "dimenticare"! Io credo che essendo la natura
divina perfetta e intoccabile e visto anche che questo dolore enorme provocato dal rifiuto del dannato viene inferto all'Altissimo ingiustamente,
l'Onnipotenza divina sia come costretta e autorizzata a sanare le sue
ferite e, come fanno gli innamorati, stenda un velo di oblio sugli ex
amati che hanno provocato quelle lacerazioni, e li dimentichi
completamente! Una cancellazione conveniente e necessaria per
conservare l'integrità, la perfezione e la felicità della Persona divina che per Sua natura non può permettere o tollerare macchie o ferite durevoli.
Ecco quindi come si può spiegare forse
la tragica, terribile ed abissale disperazione dei dannati: sanno che per loro colpa non sono più nella Mente divina, che ormai
li ha espulsi per sempre e ciò per giustizia e necessità. Dio non si ricorderà più di loro per l'Eternità! Come se
non li avesse mai creati!
Completamente abbandonati, in mano a Satana e ai demoni per sempre!
Dio purtroppo non può fare ormai nulla per loro, perché
è come se non fossero più, anche se continueranno ad esistere “per sempre,
per sempre, per sempre, un sempre il cui numero di anni non ha numero
e rispetto al quale, se anni divenissero i granelli di rena di tutti
gli oceani della terra, sarebbero meno di un giorno di questa mia
eternità immisurabile, fatta di luce e di gloria
nell’alto per i benedetti, fatta di tenebre e orrore nel profondo
per i maledetti. ” (6) come dice Gesù a Maria Valtorta.
L'Altissimo non penserà più a loro perché la Sua Onnipotenza li ha completamente cancellati dalla Mente divina per necessità soprannaturale. E anche perché se così non facesse,
persistendo il ricordo, continuerebbe a sentire un dolore infinito per l'eternità! E ciò sarebbe contro la Giustizia (7).
Note e crediti
(1)
Isaia, (49,15)
(2)
Matteo (23,37)
(3)
Ricardo Perez Hernandez,
‘Al di là dello Spazio e del Tempo – (Cosa c’è al di là di
questa vita?)’ Ed. Segno – Udine.
(4) Apocalisse
(2,17)
(5) Geremia 31
(6)
Maria Valtorta - I
quaderni del 1944
(15/1/1944)
(7) Questo mio discorso sull'Oblio Divino deve essere preso solo come una ipotesi. Infatti non sono un teologo, e quindi non ho nessuna pretesa di affermare che quello che ho scritto corrisponda effettivamente alla realtà della natura divina, sotto molti aspetti veramente impenetrabile per noi creature.