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“L'amore e le foreste” di Eric Reinhardt, quando l'amore diventa malattia

Creato il 02 marzo 2016 da Spaginando @Spaginando
“L'amore e le foreste” di Eric Reinhardt, quando l'amore diventa malattiaL’amore e le foreste”, in libreria dallo scorso ottobre, edito da Salani, è l’ultima fatica letteraria di Éric Reinhardt. Romanziere, drammaturgo, curatore di libri d’arte, Reinhardt è uno degli autori francesi più talentuosi ed eclettici.
Il suo nuovo romanzo ha riscontrato un grande successo, in Francia e all’estero, con più di 100.000 copie vendute in pochi mesi, i primi posti delle classifiche e l’unanimità dei consensi della critica.
Reinhardt ci racconta la storia di Bénédicte Ombredanne, una donna che vive al di fuori di questo tempo. La storia della sua tragedia sublime, dell'ebbrezza e della rovinosa caduta, della sua lenta discesa verso l’inferno. 
Tutto inizia da un incontro. Quello tra Bénédicte, lettrice appassionata, con il suo scrittore preferito, che decide di conoscerla dopo aver letto una sua lettera. Una missiva ardita e reverente, posata e spontanea, perspicace e innocente, priva di banalità ed effusioni.
Mi è venuta voglia di conoscere Bénédicte Ombredanne leggendo la sua prima lettera: era una lettera in cui l’ardore sfumava nei colori dell’umorismo; quelle due pagine mi hanno commosso e fatto sorridere, ed erano anche molto ben scritte, un connubio così raro da far subito presa su di me. La lettera, all’inizio un po’ cauta, man mano che procedeva si faceva sempre più feroce e piena di amarezza. Nelle frasi risuonava l’ironia, un’allegra disciplina, il chiasso di un cortile durante la ricreazione – la grafia inclinata verso il futuro ben suggeriva l’audacia cosciente con cui questa sconosciuta si era precipitata verso di me, con il pensiero.
Inizialmente la protagonista aveva voluto incontrare lo scrittore solo per significargli quanto il suo libro le avesse cambiato la vita. Ma inevitabile finire nel profondo, confidarsi quando si ha la fortuna di parlare con chi sa scrivere di sentimenti. E così Bénédicte racconta della sua esistenza, del marito violento che tiene in scacco lei e i figli, e di quel giorno indimenticabile di ribellione. Il più bel giorno della sua vita, ma l’inizio della sua disperazione.
Lo scrittore comprende subito che la donna è in fuga da una situazione intollerabile e percepisce la sua volontà di resistere e combattere. Tuttavia, si rende conto di come nel suo intimo convivano più persone che fatica a conciliare. 
Con distacco e precisione clinica, Bénédicte, insegnante di lettere al liceo, confessa di essere preda delle vessazioni morali e fisiche di un marito violento e dal comportamento patologico, Jean-Francois, impiegato di banca. Gli stessi figli della coppia, entrambi minorenni, patiscono i bruschi cambi di umore del padre. 
A questa vita, connotata da umiliazioni e sofferenze, la donna contrappone il suo ricco mondo interiore composto di letteratura, libri, arte e musica classica. Bénédicte è vittima di un conflitto esistenziale: il suo idealismo e il suo utopico sognare un’esistenza “perfetta” ispirata alla letteratura e all’arte l’hanno resa pericolosamente fragile. Tanto da frantumarla in tanti piccoli pezzi fatti di dolore e rinunce. Rinunce che l’hanno condotta ad annullarsi. A scomparire
Il matrimonio col marito, demone aguzzino, è stato per la donna l’inizio della sua infelicità: prigioniera nella sua stessa casa, senza la possibilità di confidarsi con qualcuno, con due figli che ormai la respingono, inaridita e priva di ogni passione. Jean-François è un uomo inferiore a lei - e lui ne è consapevole - tanto da fargliela pagare giorno dopo giorno con umiliazioni e violenze psicologiche di ogni genere. Il lettore si sente indignato e violentato da ciò  
Il solo momento di gioia è rappresentato dalle poche ore passate in compagnia di Christian, un uomo conosciuto virtualmente, attraverso una chat. Il loro incontro è una sorta di epifania poetica. Bénédicte è lucida e intelligente. Vive un pomeriggio di felicità ma per idealismo non concepisce di avere un amante e, pertanto, vi rinuncia. È il suo romanticismo che la spinge a rompere con Christian in modo da mantenere intatta la bellezza di un ricordo. Diventa un feticcio della sua vita interiore, la cosa più preziosa che le è rimasta. 
Il mondo si divide tra chi vive l'urgenza e la bellezza soffocante di una folle passione e chi non la vive.
La prosa di Reinhardt è mordente ed empatica, incisiva ed efficace. Lo scrittore gestisce con maestria una pluralità di punti di vista sulla realtà dei personaggi che, come i frammenti dell’anima della sua protagonista, si infrangono e si ricompongono, offrendo un ritratto toccante e complesso del mondo interiore di una donna, della sua forza e dei rischi del suo immaginario.
L'amore e le foreste, Éric Reinhardt
Salani, 2015
pp. 368 - € 15,90
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