- Dunque, ragazzi, avete capito bene cos'è l'anafora in poesia, vero? E' la ripetizione di una o più parole all'inizio dei versi di una poesia, tipo in quel pezzo di Dante che vi ho letto: “Per me si va ne la città dolente,/per me si va ne l'etterno dolore,/per me si va tra la perduta gente”. Quel 'per me si va' ripetuto è l'anafora, e serve anche a darci la sensazione di inquietudine e di definitivo avvertita dal poeta.
Ora, pensando a questo esempio, provate a fare voi un piccolo componimento poetico in cui, con l'uso di un'anafora, trasmettete un vostro sentire. Sottolineatemi nel testo l'anafora, e date anche un titolo significativo al componimento.
Dieci minuti dopo
-Mae', ho fatto.
Trattandosi di uno di quei ragazzini che, per dirla all'avellinese, arronza sempre, ossia scrive a malapena il minimo indispensabile, l'ho così esortato:
- Non andare di fretta; leggi bene, controlla eventuali errori e vedi se è chiaro quello che vuoi esprimere. Portami il quaderno solo quando sarai certo che sia tutto a posto e si capisca bene.
Alzandosi immediatamente e dirigendosi alla cattedra col quaderno in mano mi fa:
- Mae', so' sicuro che si capisce.
Titolo: Felice e infelice
Svolgimento:
Quando viene giugno e si chiude la scuola
sono felice
Quando viene luglio e penso che la scuola è finita
sono felice
Quando viene agosto e penso che sta per ricominciare la scuola
sono infelice
Voto: Ottimo!