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L’angolo del neurone rincoglionito (2): sul reality TEMPTATION ISLAND (Canale 5) e un’apologia della stupidità.

Creato il 10 luglio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Kinglearpainting_jpegdi Rina Brundu. Non mi riesce di capire come si possa partorire un mostro televisivo (ma non solo) del genere. Sto scartabellando, alacremente, da dieci minuti, nei trattati, anche antichi, anche saggi, anche dotti, che pensavo potessero in qualche modo spiegare la causa più probabile di questi “fenomeni” ma non mi riesce di trovare nulla. Niet. Nisba. Nada.

Non sapendo cosa dire, come commentare, non mi resta che rivolgermi a fonti più sagge. Partendo dal fondamentale einsteniano in virtù del quale “Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima” vediamo di capirne di più. Sulla stupidità intendo, sull’universo sono già al lavoro Witten, Susskind, Greene e dunque i posti riservati alla critica mi sembrano già ottimamente occupati.

Dato che il mezzo di diffusione della particolare “stupidità” di cui stiamo parlando in questo contesto, è quello televisivo non si può non citare il mitico Flaiano: “La stupidità ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé”.

Terrore? Non avete ancora sentito la lapidaria opinione di John Maynard Keynes: “Contro la stupidità anche gli dèi sono impotenti. Ci vorrebbe il Signore. Ma dovrebbe scendere lui di persona, non mandare il Figlio; non è il momento dei bambini!”. E se lo dice lui occorre crederci! Anche Konrad Adenauer chiama in causa Dio e dichiara: “All’intelligenza Dio ha posto limiti, alla stupidità no”.

No way out dunque? Di sicuro ne è convinto Leo Longanesi, secondo colui infatti: “Fanfare, bandiere, parate. Uno stupido è uno stupido. Due stupidi sono due stupidi. Diecimila stupidi sono una forza storica”. Senza dimenticare George Bernard Shaw che pensava che “Tra gli stupidi, gli infelici sono rari”.

Infine non mancano gli ammonimenti severi a voler criticare troppo. Per esempio, per il grande bardo inglese William Shakespeare: “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio”. Mentre un alpaciniano Robert Musil non perdona proprio: “Chi si azzarda a parlare della stupidità, oggi, rischia di rimetterci da più di un punto di vista”.

E chi si azzarda? Si diceva tanto per dire… Dov’eravamo rimasti? Ah sì… TEMPTATION ISLAND…. apologia della stupidità!

Featured image, “King Lear and the Fool in the Storm” by William Dyce


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