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L’approccio di Medina ai disturbi del sonno nei bambini

Da Educareibambini

disturbi nel sonno nei bambiniDisturbi del sonno nei bambini … Come risolverli?

Il biologo molecolare John Medina ha analizzato attentamente le varie teorie relative al sonno dei più piccoli, le ha messe a confronto e ha cercato di dare dei consigli pratici a tutti quei genitori che, probabilmente come te, non sanno come fare con i loro bimbi nel momento in cui devono metterli a nanna.

Leggendo l’articolo “Sonno del neonato: correnti di pensiero a confronto” ti sarai fatto una tua idea riguardo l’approccio NAP e l’approccio CIO.

Per molti genitori i disturbi del sonno nei bambini devono essere affrontati con il metodo del dottor William Sears (metodo NAP), secondo cui le necessità di un bimbo devono essere soddisfatte sempre e comunque: se tuo figlio ti chiede attenzione devi dargliela anche nel bel mezzo della notte.

Altre mamme e papà, invece, condividono il metodo del dottor Richard Ferber (CIO), secondo cui è sbagliato accorrere immediatamente se un bambino piange.

Se durante la notte piange per richiamare la tua attenzione non è perché ha realmente bisogno di qualcosa, ma piuttosto perché vorrebbe dormire ma non è ancora capace di farlo in modo autonomo. Deve quindi imparare a farlo e tu hai il compito di insegnarglielo.

Il biologo americano afferma che non c’è un metodo giusto e uno sbagliato nell’approcciarsi a un bebè, quello che conta è l’esperienza e la conoscenza che hai del tuo bebè. Tutto il resto non conta.

Medina descrive alcuni passi fondamentali da intraprendere per approcciarsi con i disturbi del sonno nei bambini.

Per i primi 3 mesi dall’arrivo del tuo piccolo in casa i risvegli notturni e la richiesta di attenzione sono la normalità.

Se in questa fase decidi di far dormire il piccolo nel proprio letto durante la notte e di tenerlo in una fascia legata a tracolla durante il giorno per migliorare il contatto fisico e per rispondere tempestivamente ai suoi bisogni, allora sarai sicuramente portato ad aderire al metodo NAP.

Quando il bambino ha tre mesi è bene cominciare ad analizzare le sue abitudini relative al sonno.

Perché tre mesi? Perché a questa età saranno evidenti i primi segni del modello di sonno che egli sta sviluppando. Fino a questo momento accorrerai ad ogni suo vagito per rispondere in modo rapido ad ogni suo bisogno e per confortarlo, ma dal terzo al sesto mese il tuo compito sarà, piuttosto, quello di osservarne i comportamenti e di annotare scrupolosamente ogni cambiamento nelle sue abitudini in modo che tu possa adattarti in tempi brevi ad esse.

Per una risposta corretta ai disturbi del sonno nei bambini dovresti prendere una decisione e stabilire delle regole di comportamento intorno al sesto mese di vita del tuo piccolo.

Attenzione! Se decidessi per un intervento del genere prima di quest’età andresti a lottare contro elementi biologici su cui non avresti il minimo controllo, in quanto il cervello del bimbo non sarebbe ancora pronto per adattarsi.

Se hai stabilito abitudini relative al sonno che ben si adattano o anche migliorano lo stile di vita dell’intera famiglia, allora la scelta da compiere è quella di abbracciare pienamente il metodo NAP.

Il passaggio sarà piuttosto agevole e si potrà fare affidamento sui libri scritti dal dottor Sears per degli utili consigli, in modo particolare si potrà fare riferimento a “The Baby Book: Everything You Need to Know about your Baby from Birth to Age Two“.

Se, invece, comprendi che:

  • le abitudini relative al sonno del bimbo non si adattano e non rispondono allo stile di vita e alle abitudini della tua famiglia,
  • ciò che il bambino vuole e richiede non coincide necessariamente con le sue necessità reali,
  • l’approccio NAP ai disturbi del sonno nei bambini non sia efficace,

allora devi cambiare formula!
A questo punto puoi decidere di aderire senza altri indugi ad uno dei metodi che fanno riferimento alla CIO.

Nota bene! Medina fa due importanti ammonimenti da non sottovalutare.

Innanzitutto è normale che un bimbo appena nato si svegli diverse volte durante la notte e che pianga con una certa frequenza. A volte, però, può accadere che questi comportamenti siano, invece, legati a una patologia medica, soprattutto se permangono per un lungo periodo. Il problema potrebbe essere il reflusso acido, piuttosto che un’intolleranza al lattosio o un’infezione non diagnosticata, oppure il bimbo potrebbe soffrire di apnee notturne. Perciò prima di prendere una decisione definitiva la cosa migliore è che tu faccia visitare il bambino dal pediatra in modo da poter escludere una qualunque patologia.

In secondo luogo il metodo CIO non ha alcun esito positivo se effettivamente il bimbo piange perché ha bisogno di attenzioni. Se dopo il settimo giorno non ottieni risultati o se addirittura osservi dei peggioramenti nella situazione è il caso di valutare soluzioni alternative.

Puoi trovare validi consigli e numerose indicazioni utili sulla CIO e sui disturbi del sonno nei bambini nel libro del dottor Ferber “Solve your Child’s Sleep Problems“.

Oltre il sesto mese di vita devi continuare a prendere nota del comportamento e delle reazioni del tuo bimbo. Il metodo NAP impiega parecchio tempo per assestarsi, mentre è sufficiente una sola settimana di applicazione affinché il metodo dell’estinzione graduale (CIO) mostri suoi effetti. Qualunque sia la metodologia utilizzata a questo punto se stai ottenendo dei risultati avrai seguito alla lettera il protocollo descritto da Medina trovando quindi, la strada giusta; se, invece, il piccolo continua a non dormire durante la notte devi cambiare strategia.

Ci sono svariate sfumature sia della NAP che del metodo CIO: piccoli cambiamenti e aggiustamenti sono pressoché normali.

Rifletti … adottando il metodo NAP è un po’ come se tu praticassi uno sport a livello amatoriale: si fanno tentativi, prove ed errori. Se vuoi intraprendere questa strada è necessario sperimentare, fare tentativi fino a trovare la tua formula perfetta contro i disturbi del sonno nei bambini.

disturbi del sonno nei bambini 1

Consigli su questa flessibilità di atteggiamento arrivano persino da una fonte inaspettata come Richard Ferber. Il ricercatore afferma che la scelta fatta da un genitore non è e non deve essere incontrovertibile: vanno usati e sperimentati diversi approcci fino a trovare il più adatto al proprio bimbo. Ogni cervello è strutturato in modo diverso e non c’è alcuna garanzia che l’approccio che funziona con un bambino abbia gli stessi risultati positivi su un altro e per questo è necessario cambiar metodo fino a trovare quello che funziona meglio.

Ricorda sempre!

In questo percorso in cui il piccolo imparerà a dormire in modo del tutto autonomo egli non è un nemico, ma un alleato inesperto.

Per lui è una lotta continua quella di imparare a stare sveglio più a lungo possibile durante il giorno e dormire durante la notte. È nel suo interesse imparare a farlo e nel tuo insegnarglielo, senza mai demordere con pazienza e determinazione.

I disturbi del sonno nei bambini sono nemici anche per tuo figlio!

L’idea fondamentale è che anche i più piccoli sono, comunque, persone ma non adulti e hanno bisogno di imparare, di guardarsi intorno e di fare le proprie esperienze. Hai il compito, tuo malgrado, di essere un insegnante a tempo pieno, 24 ore su 24.

Il sonno è una battaglia che il tuo piccolo cerca di combattere al meglio, ma è una battaglia anche per te che devi cercare, a tua volta, di dormire.

Non preoccuparti! Tutti, prima o poi, trovano il modo che gli è più congeniale per dormire durante la notte. Non disperare e tieni a mente il fatto che nel momento in cui si decide di mettere al mondo un bambino bisogna essere preparati a perdere il controllo totale della propria vita: se accetti questo principio fondamentale …

… sei il benvenuto nel mondo dei genitori!

L'approccio di Medina ai disturbi del sonno nei bambini by Marco Masella

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