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L'aula è obsoleta: è tempo di qualcosa di nuovo

Da Simonetta Frongia
L'aula è obsoleta: è tempo di qualcosa di nuovoLa stragrande maggioranza di noi ha passato interi anni all'interno di un aula scolastica, spesso spoglia, grigia, poco comoda, troppo fredda o troppo calda, con pochi stimoli sensoriali, e con pochi pochissimi ausilii didattici. Ora nel 21°secolo, nonostante i grandi passi in avanti delle tecnologie, comprese quelle per l'istruzione e, nonostante i grandi passi in avanti della psicologia dell'educazione e delle teorie pedagogiche i bambini, i ragazzi ed i giovani in genere frequentano ancora le stesse aule che in passato abbiamo frequentato noi, paradossalmente trovano una scuola più vecchia di quanto avessimo trovato noi!Se a questo aggiungiamo una didattica basata ancora sul libro e un metodo prevalentemente verbalistico ci rendiamo immediatamente conto di quanto le nostre aule ed i nostri metodi siano obsoleti, per non parlare del fatto che molti insegnanti non conoscono e/o non sanno usare le nuove tecnologie ed i nuovi metodi di fare formazione. Questo non solo rende la scuola e l'aula, in particolare, un luogo angusto e di ostacolo all'apprendimento ma crea una sorta di voragine tra il mondo dei giovani e la società circostante. Occorre, a mio avviso, pensare un nuovo modo di fare formazione, educazione, istruzione. L'aula va pensata come luogo temporaneo di queste fasi ma non più luogo predominante, da affiancare a processi di e-learning, supportata dalle nuove tecnologie. L'apprendimento non è, o almeno non dovrebbe essere qualcosa di rigido, schematico, ma è qualcosa di dinamico che va inserito nei tempi di crescita personale del soggetto, utilizzando modalità differenti da quelle sinora utilizzate. Dobbiamo ripensare al modo in cui facciamo educazione, dobbiamo ripensare ad un modo differente d'insegnare e, a un nuovo modello di insegnante “tutor”, un insegnante che non può essere ancora considerato come “un dispensatore di conoscenze”, ma che sia una figura di supporto che aiuta i ragazzi lungo il percorso della formazione e della crescita personale oltre che professionale. Se non ripensiamo al modo in cui facciamo educazione, molto probabilmente la crisi economica, sociale e politica che investe tutto il mondo occidentale, Stati Uniti ed Europa in primis, ci porterà verso un abisso senza ritorno. Ci siamo in parte cullati nei successi del nostro passato e, questo ci ha portato verso una fase statica che prima o poi dovrà declassare, abbiamo preso con leggerezza i successi di paesi che fino a pochi decenni fa erano, economicamente arretrati rispetto a noi e, non ci siamo resi conto di quanto questi abbiano lavorato soprattuto sul fronte educativo formando una generazione culturalmente e tecnologicamente molto avanzata.Per quanto tempo ancora resteremmo con gli occhi chiusi?
Simonetta Frongia


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