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L’autorizzazione a procedere, il tappo, il lavandino e l’astensione.

Creato il 29 luglio 2015 da Cristiana

La verità è che l’autorizzazione a procedere delle camere per uno dei propri componenti nacque con un intento diverso da parte del legislatore: impedire che la democrazia potesse essere imbavagliata, che un parlamentare scomodo potesse essere arrestato, magari per le sue idee. L’intento era giusto. La magistratura può sbagliare certo. Può esagerare, ma chi difende i cittadini normali quando questo accade? Un avvocato e non un’altra entità che decide se i giudici esagerano giudicandone le carte. In sostanza stiamo dicendo che i cittadini subiscono i tempi pazzeschi della magistratura e i parlamentari no. Sì è accettabile che chi rappresenta il popolo sia più protetto (sarebbe un discorso lunghissimo sull’agibilità della politica che riguarda anche i vitalizi il cui principio era giusto ed è diventato anche esso abuso), ma in questo tempo di sfiducia profonda nei confronti della politica in cui il diritto è diventato privilegio mi dispiace, ma bisogna che la politica faccia un passo avanti e si metta in discussione sanando quel divario profondo tra semplici cittadini e politici. Va riempito di fiducia. Si è praticamente svuotato di senso. Non lamentiamoci dell’astensione, i voti li perdiamo giù per un lavandino il cui tappo si perde proprio quando la politica si dimentica di mettersi sullo stesso piano dei cittadini.


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