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L’avvoltoio, ahimé, è donna

Da Cherryplum
L’avvoltoio, ahimé, è donnaIeri ho assistito a una scena che mi ha prepotentemente catapultato indietro nel tempo. A quando avevo la panza. E non parlo della panza da frittomistoprofiteroltiramisùpizzaagogo. No. Mi riferisco a quella panza lì. Sì. Quella.
Interno giorno. Biglietteria di una stazione ferroviaria di una cittadina dell’hinterland milanese.Protagonisti:giovane donna caucasica, con pancione in vista, in coda, la chiameremo S.donna attempata, altrimenti detta l’avvoltoio, in coda davanti alla giovane donna in stato interessantealtra donna attempata, accompagnatrice dell’avvoltoio, presumibilmente legata all’avvoltoio da una non meglio specificata parentelaqualche passante, tra cui una giovane donna con prole
Sono le quattro di pomeriggio, quando S. arriva nella stazione ferroviaria. Indossa una camicetta color lavanda che le scende morbida sui fianchi, una giacca di panno grigia e delle ballerine colorate. Il viso è disteso, l’espressione raggiante. Una mano ad accarezzare la pancia prominente. Si avvicina alla biglietteria, deve comprare un biglietto andata/ritorno per Milano, ha una visita di controllo. In coda, davanti a lei, due donne attempate, una con i capelli di un mogano innaturale, l’altra con una disordinata chioma brizzolata. Nell’attesa, stanno confabulando tra loro, la voce tuonante di qualche decibel sopra la soglia dell’umanamente sopportabile.Quando vedono S. si girano di sbieco e iniziano quella che di primo acchito potrebbe anche avere l’aria di una conversazione dettata da una neonata complicità femminile. Che bella pancia... di quanto è? Maschio? Non fosse per...Quello. Sì. Proprio lui.Il movimento partito in sordina, che in meno di un lampo e con la delicatezza di un triceratopo inchioda l’obiettivo. Quella mano, grassoccia e ruvida. Di una sconosciuta. Sulla pancia. Quella pancia. Partita all’attacco senza darti il tempo di reagire. Come un avvoltoio sulla preda.Peccato che la preda fosse ancora in grado di intendere e di volere. E se l’avvoltoio avesse chiesto, le avrebbe risposto con un secco no. O magari le avrebbe detto di sì, chissà. Ma avrebbe quanto meno dovuto chiedere. Certo è che allo stato attuale delle cose S. vorrebbe esplodere in una serie di improperi in aramaico. Perché quella non è roba sua. No, che non lo è.Ora, vallo a spiegare all’avvoltoio...
Quando si è in stato interessante, molti si sentono in diritto di toccarti la pancia. Senza nemmeno chiedere. Quasi fossero incappati in una sorta di proprietà demaniale.Non sempre si ha la prontezza di rispondere.Ecco, ieri ho riprovato quella sgradevole sensazione, quella di sentirsi profanate. Perché non so voi, ma a me, le mani altrui sulla pancia, durante la gravidanza, hanno sempre dato un gran fastidio. Un conto quando si tratta di persone molto vicine, che comunque chiedere non fa mai male, ma altri... Ahò, ma lo sapete che lì dentro pulsa una piccola vita???!!!La cosa mi ha colpito così tanto che ho fatto un giuramento. Che cavolo, se mai mi troverò di nuovo in stato interessante, mi attaccherò sulla fronte uno di quei cartelli che si vedono sui cancelli di certe case. ATTENZIONE. CANE DA GUARDIA ADDESTRATO.
Che nessuno si lamenti, se poi mordo.

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