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L’eguaglianza nel lavoro e nel reddito

Creato il 08 giugno 2015 da Sviluppofelice @sviluppofelice

di  Arrigo Colombo

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Il filosofo Arrigo Colombo ha pubblicato La Nuova Utopia che descrive quello che egli chiama il progetto che lumanità persegue da sempre, e cioè la costruzione di una società di giustizia. In questo ambito è interessante vedere come la trasformazione del lavoro e del reddito in senso egualitario contribuiscono al realizzarsi dellUtopia.

Emerge qui il problema dell’eguaglianza nel lavoro e nel reddito. Ambedue sono oggi ampiamente stratificati. Il lavoro nei modi e livelli classici di mentale e manuale, creativo ed esecutivo, dirigente e subalterno; che poi per lo più si sovrappongono., il lavoro dirigente essendo insieme mentale e creativo, mentre il manuale è per lo più esecutivo e subalterno; il che approfondisce il divario e l’ineguaglianza. …

Come tale , la stratificazione blocca il lavoro in gradi esclusivi. Il lavoro manuale … esclude da uno sviluppo ed esercizio adeguato della mente e dei suoi ambiti … Anche perché ha alla sua base una scolarità troppo elementare e nozionistica, troppo passiva, che non lo introduce nella “cultura” in senso stretto, nel mondo appunto delle lettere arti scienze, nel più ampio sviluppo della potenzialità umana. … Dovrebbe per lo meno percorrere tutta la formazione scolastica … e dovrebbe poi entrare nella formazione universitaria … ameno per un biennio. Ma giunto poi al lavoro non può restare chiuso sempre nel “manuale”, cioè nella menomazione della persona, nell’atrofia delle sue facoltà maggiori. …

Il lavoro esecutivo e ripetitivo presenta una menomazione analoga: il tradizionale lavoro di macchina, il lavoro burocratico, dei piccoli e grandi uffici razionalizzati … La subalternità intacca l’autonomia della persona, le facoltà decisive e creative.

Si obietterà che v’è nella società un quadro di lavori che devono comunque essere adempiti; che in questo quadro vi sono lavori segnatamente mentali e lavori manuali, creativi ed esecutivi; che in una comunità di lavoro, un’impresa, v’è un preciso articolarsi di organi dirigenti, di centri di progettazione, di uffici amministrativi, di settori produttivi materiali; che ognuno di questi ambiti richiede una specifica preparazione ed esperienza. E’ vero, ma vediamo di capire meglio come questo quadro di lavoro possa essere espletato senza discriminare né menomare nessuno. …

Nella fabbrica autonoma non vi sarà più lavoro manuale, ma lavoro di progetto programma controllo …

In ogni caso il lavoro manuale residuo non dev’essere più compiuto da uno strato di lavoratori, ma da tutti a rotazione. Il lavoro manuale come professione deve scomparire. Come impegno fisico distribuito fra tutti assolve ad una funzione complementare al mentale … e ad una funzione di solidarietà sociale. …

Il lavoro esecutivo e ripetitivo mentale è pure in corso di assorbimento meccanico; in particolare con la computerizzazione. Deve intervenire un esplicito integrarsi delle funzioni, un processo di de-taylorizzazione del lavoro d’ufficio, ond’eliminarne la ripetitività. Il lavoro esecutivo e subalterno deve associarsi e scambiarsi con la progettazione e la decisione; supposta l’autoformazione della persona ai gradi più alti … Si pensa che tutto sarà più facile quando con l’autogestione dell’impresa scomparirà la rigida struttura gerarchica, l’occupazione padronale delle funzioni direttive …

I criteri vigenti per stabilire il reddito da lavoro dipendente si rapportano anzitutto ai livelli di stratificazione considerati: manuale esecutivo subalterno, mentale creativo dirigente. Si parla pure del patrimonio conoscitivo e scientifico …; del grado d’intelligenza, di esperienza, di abilità. Interviene poi la disponibilità, la rarità, come per le merci; si sa che in tutta la tradizione moderna il lavoro è assimilato a una merce … “Mercato del lavoro” esprime precisamente questa mercificazione …

Si parla poi di criteri di merito o “meritocratici” (l’anfibio neologismo); ma il merito che c’entra? Forse nel risultato raggiunto agli studi; nel grado di raggiunta esperienza e abilità; nella qualità (e quantità) della prestazione e produzione; in tutto ciò che comporta un impegno. Negli altri casi è in gioco un quadro di errate valutazioni …in una società che non consente un’adeguata evoluzione se non a pochi;che dunque forma un’élite e poi la compensa, per una più alta élite. Ciò che è tipico di una società di privilegio, di discriminazione. Si scavano abissi d’ineguaglianza, d’inumanità…

Due principi sembra debbano presiedere anzitutto alla determinazione del reddito: un principio di persona e uno di società, che corrispondono alla componente personale e sociale del lavoro. … Come opera della persona coinvolge la sua dignità e il suo diritto, che è lo stesso in tutti. …Ciò vuol dire che il reddito base dev’essere portato per tutti a quel livello storico della cultura e del bisogno di cui s’è parlato. … Il reddito eguale (con modeste oscillazioni) resta il punto di tensione, di arrivo …

Il principio di società porta alla stessa conclusione in quanto il lavoro non viene considerato come un’attività qualunque … ma come mansione sociale … La mansione sociale è la stessa per tutti; così il reddito. Questa indicazione di un reddito eguale non si correla immediatamente al valore economico che un lavoro produce. … Sul principio base del reddito eguale intervengono poi dei fattori di maggiorazione quali anzitutto l’efficienza e produttività, l’anzianità di servizio … le persone a carico, i figli.

(da A. Colombo, La nuova utopia, Milano, Mursia, 2014, pp. 348-53).


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