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L’Erasmus in Spagna finito nel bus del terrore in Catalogna

Creato il 21 marzo 2016 da Rosariopipolo

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Rosario Pipolo
L’Erasmus è il sogno e tappa indispensabile per tanti studenti. Vivere un’esperienza di studio all’estero era e resta un momento di confronto culturale per qualsiasi generazione. Quando apprendi che quel sogno viene deturpato da un tragico fatto di cronaca, scatta la rabbia senza dare tregua a nessun tipo di rassegnazione.

La domenica delle Palme in Spagna è stata lo schianto di un pullman con 57 studenti dell’Università di Barcellona al ritorno da Valencia. A bordo c’erano ragazzi e ragazze di 22 nazionalità diverse, tra cui sette italiane. La causa dovrebbe essere l’errore umano, ovvero un colpo di sonno da parte del conducente.

Cosa fa l’Unione Europea in questi casi, fuori dal perimetro dell’austerità distribuita a larghe intese ai Paesi che ne fanno parte? Dove sono le regolamentazioni per chi gestisce il trasporto di studenti e non mette a stecchetto, se non è nelle condizioni psico-fisiche, chi si mette a volante?

Due giorni di lutto nazionale lasceranno dubbi incolmabili. Forse è il caso che l’Unione Europea investa più soldi non per le Borse di Studio quanto per la sicurezza delle attività svolte dagli studenti  durante il periodo dell’Erasmus.

Qui non si tratta di avere una copertura assicurativa che risarcisca le famiglie delle vittime: La morte non può essere una beffa dietro l’angolo.


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