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L'esito del sondaggione

Creato il 12 novembre 2014 da Obbrobbrio @obbrobbrio
L'esito del sondaggione
Non so se gli argomenti del post vi interesseranno o meno e non so cosa vi spinga a seguire questo blog. Per il sottoscritto questo articolo non è solo una dichiarazione di intenti, bensì una liberazione. Un blog, infatti, è allo stesso tempo diario e bettola, informazione e pettegolezzo, Einstein e Giovanardi. La sua dimensione personale, però, non dovrebbe mai essere dimenticata. La liberazione sta proprio nel riappropriarsi di tale dimensione.
Buona lettura.
Tra il serio e il faceto, l'innocuo sondaggio lanciato ieri mi ha dato modo di capire alcune cose su di voi. In particolar modo, ho capito che c'è chi di Obbrobbrio non ha capito un cazzo. Qualcuno infatti ha votato l'opzione favorevole all'editoria a pagamento. Guardate che mi offendo. Parliamone.
L'editoria a pagamento è un male assoluto. Sebbene io sia convinto che molti autoruncoli meritino di incorrere in una fregatura per quanto sono spocchiosi e stronzi, spero che l'autopubblicazione gratuita spazzi via queste Wanna Marchi dell'editoria.
C'è chi ha votato la risposta Obbrobbrio sta per chiudere, e probabilmente ci spera. Non ancora, cari. Abbiate un po' di pazienza.
Qualcuno ha ritenuto più opportuna l'ipotesi che avrei tenuto un corso di scrittura in aula. Ma ve lo immaginate? Signori e signore, in questa lezione spiegherò come descrivere un'ambientazione usando Google Maps. Sarebbe meraviglioso, ma dubito che la cosa si realizzerà.
La risposta più gettonata, quella che ha collezionato il 60% delle preferenze, è ho trovato un libro autopubblicato meraviglioso. Si tratta di un dato che può essere interpretato in due modi: o avete preferito questa risposta in quanto sembrava l'ipotesi più assurda, o in fondo non date per scontato che dal letame non possano nascere i fior. Purtroppo no, non è così. Piuttosto, preparatevi perché io e la De Pedantis stiamo per recensire il libro più brutto di sempre.
A questo punto non mi resta che confessare la verità: sto scrivendo un fantasy. La ragione? Si tratta del genere nei confronti del quale nutro i più forti pregiudizi, quello che ho amato durante l'adolescenza e che forse detesto più di tutti attualmente. L'intento non è quello di parodiare la letteratura di genere, bensì di realizzare un romanzo che non si riduca alla solita pacchianata degli elfi che devono combattere i draghi per riportare la pace nel regno di 'Stocarsus.
Ci riuscirò? Fallirò miseramente? Chi lo sa. Ne riparleremo tra un anno esatto, in quanto il lavoro da fare è tanto e il demone della pigrizia è sempre in agguato.

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