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L’etereo fantasma di Donna Olimpia vaga nelle notti di luna piena

Creato il 12 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

L’etereo fantasma di Donna Olimpia vaga nelle notti di luna pienaMolti sono i misteri e i fantasmi che popolano le notti romane, e così, proprio quando la luna, nel suo chiarore, risveglia il fascino misterioso di Roma, strane presenze vagano tra le antiche vestigia della caput mundi: fantasmi di personaggi famosi o sconosciuti, vittime di sangue e morti misteriose, tornano tra le vie ed i palazzi a cercare la pace che forse non troveranno mai. Il Fantasma di Donna Olimpia Maidalchini Pamphili, soprannominata la Pimpaccia, è tra questi.

Donna Olimpia Maidalchini Pamphili fu una delle protagoniste della storia di Roma nel diciassettesimo secolo.Olimpia si sposò, giovanissima, ma rimase vedova, ricca e libera, dopo soli tre anni. In seguito sposando Pamphilio Pamphili,, ottenne con intrighi e con l’astuzia che il fratello del suo secondo marito, fosse eletto papa con il nome di Innocenzo X.  La giovane donna, di natura ambiziosa e avida, ed estremamente volitiva, aveva ben imparato sulla propria pelle che l’unica difesa da un mondo fondato sulla prepotenza l’avidità e l’ipocrisia era combatterlo con le stesse armi, così la sua vita fu all’insegna dell’appropriamento di beni e prestigio.

L’etereo fantasma di Donna Olimpia vaga nelle notti di luna piena

Rimasta vedova anche del secondo marito, venne esiliata da Roma per le voci di una presunta relazione proprio con il cognato. Ritornata nell’Urbe, continuò la sua vita spregiudicata e lussuosa, ma quando Papa Innocenzo X morì, per Donna Olimpia fu la fine. Ella riempì due casse con monete d’oro e fuggì in una carrozza trainata da quattro cavalli verso la villa Pamphili alle spalle del Vaticano. Non tornò mai più a Piazza Navona. Papa Alessandro VII, successore di Innocenzo X la invitò a restituire l’oro, ma lei rifiutò e fu esiliata a San Martino al Cimino dove, dopo qualche tempo, morì di peste.

Lo spettro di Donna Olimpia Maidalchini Pamphili, a causa dei suoi peccati commessi in vita, è condannato a vagare senza tregua. Proprio per questo, ancora oggi, la si può incontrare mentre si aggira per Piazza Navona, specialmente nelle notti di plenilunio. Si dice che esca da Villa Pamphili con tutto l’oro trafugato al Papa su una carrozza guidata da un cocchiere senza testa e trainata da quattro cavalli neri che sputano fuoco e che, correndo all’impazzata in direzione di Trastevere, dopo aver attraversato Ponte Sisto, scompaia nel Tevere dove i diavoli vengono a prenderla per portarla all’inferno.

L’etereo fantasma di Donna Olimpia vaga nelle notti di luna piena
Il fantasma si avvicina alle povere vittime dei malcapitati spettatori e ride in modo agghiacciante. Le sue risate rappresentano il disprezzo rivolto al popolo romano a cui non piaceva per la sua ambizione sfrenata, per le sue origini popolane e per il fatto che voleva regnare come una regina . Fino a non molto tempo fa, esisteva, nei pressi di villa Pamphili, la Via Tiradiavoli, così denominata perché si diceva  che il suo carro di fuoco la percorresse di gran carriera per portare la Pimpaccia alla villa papale, e che i diavoli vi avessero aperto una voragine per riportarsi all’inferno.

Oggi, comunque, a tarda notte e alla luce della luna, è ancora possibile ascoltare lo scalpiccio dei cavalli della sua carrozza o sentire una folata di gelido vento mentre la nobildonna si avvicina al Tevere, senza pace.

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