Magazine Diario personale

* L’immagine che noi riflettiamo…

Da Arthur

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E così nell’attesa di nuove ispirazioni ( sì lo so, ogni tanto lo dico, mannaggia, perdono, perdono, perdono… ), vi ripropongo un brano che avevo scritto nel numero di sett./ott. 2010 nella mia rubrica “l’Opinione” di The Best Magazine_#6,  e che mi è venuto in mente leggendo su Repubblica un articolo dal titolo molto emblematico ” Ama il tuo corpo: la diversità è un punto di forza” dove gli autori alla fine concludono ” Magari invece di mirare solo al miglioramento fisico, nel 2016 dovremmo concentrarci sul cambiare i nostri atteggiamenti e comportamenti proprio per quanto concerne la diversità e l’accettazione di noi stessi”.

E potremmo incominciare oltre che da noi stessi anche dal rapporto che abbiamo con gli altri.

Fra amici, alle volte, ci si fa del male perché fraintesi sulle vere intenzioni.

Non è che noi siamo diversi da come gli altri ci vedono, tendenzialmente siamo sempre gli stessi, ma può capitare di avere delle intenzioni che per pudore o per amor proprio, abbiamo difficoltà ad esprimere totalmente ed allora ecco che scoppia l’incomprensione.

L’immagine che noi riflettiamo, secondo me, non è mai parziale, è l’immagine di noi che si “scontra” con altre immagini spesso contrastanti, ma non per questo agli antipodi della comprensione.

Ma qui, forse, andiamo a toccare altri capitoli ben più importanti: la capacità nostra di volere essere compresi, la capacità degli altri di volerci comprendere, ed allora parlo di pudore, di amor proprio, ma anche di difese e di paure.

Potremmo dare la percezione anche di una sola piccolissima parte di noi stessi, che letta in un ambito molto più allargato, fatto di conoscenza reciproca, potrebbe essere recepita nella sua complessità ma, quante volte abbiamo veramente voglia di comunicare agli altri questa nostra presunta TOTALITA’?

Quindi c’è anche questo da aggiungere, la paura di essere “scoperti”, di essere recepiti per quello che realmente siamo e quindi, scappiamo, lasciando che i fraintendimenti abbiano la meglio.

La verità, se mai esistesse, che è difficile porsi nelle condizioni di essere messi a nudo e, spesso la conoscenza, per opposte contraddizioni, rimane a livelli superficiali.

L’ideale sarebbe proporsi un po’ per volta secondo le occasioni, dolci, allegri, incoscienti, testardi, comprensivi, passionali, malinconici, crepuscolari… in fondo lo facciamo già, spetta agli altri cercare l’occasione per scoprirci.

Il numero #6 di The Best Magazine sett/ott. 2010



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