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L'incoercibile necessità di leggere non può essere instillata con la forza. (Forse.)

Creato il 09 ottobre 2014 da Phoebe1976 @phoebe1976

L'incoercibile necessità di leggere non può essere instillata con la forza. (Forse.)- Uffa, mi annoio. Fuori non c’è nessuno con cui giocare ed in televisione non fanno niente.
- Non te lo vorrei dire, ma…
- No, non lo dire. Non mi va di leggere. NO.
- Era per dire, mica volevo offendere.
- Leggere è noioso!! E' da sfigati!
- Dipende da quel che leggi, in verità. Ci sono cose molto divertenti da leggere, non è che tu debba buttarti nella Divina Commedia e...
- In che?
- Ecco, appunto.
- Leggere non mi piace. Giochiamo a carte?
- Ma come fai a dirlo, cara? Ci sono tanti generi, diversi tra di loro! E’ come per il cinema, mica tutti i film sono uguali. A te piace un certo genere, mica tutti. E così pure per i libri, devi solo trovare quel che più ti interessa e piace. La commedia, il giallo, il fant…
- No.
- No?
- NO. NON VOGLIO LEGGERE.
- Ok, mi arrendo. (Forse)

 

Questa conversazione è avvenuta con la mia figliastra, di anni dieci. La stessa piccola creatura con cui leggevo Roald Dahl e ridevo delle avvenute di Charlie e di suo nonno o con cui sghignazzavo sui cetrionzoli del GGG.
Mi devo essere distratta un attimo, che è successo? Ah, già. ha cominciato le elementari e la scuola italiana ha iniziato a far danni, mettendo in testa ai bambini come leggere sia un dovere e non un piacere, un obbligo scolastico più che una passione propria. Esagero? Per le vacanze estive le sono stati assegnati da leggere ben cinque libri, da rielaborare poi con disegni e schede. Cinque, quando la media di libri letti da un italiano in un anno, escludendo i libri di Bruno Vespa e di Barbara D’Urso, è inferiore all’uno pro capite. E naturalmente infarcendo il tutto di schede, riassunti e disegni vari, perché la lettura non sia mai fine a sé stessa e quindi indimostrabile dal punto di vista didattico.

Che noia. E dire che molto la scuola potrebbe fare per far trasformare gli studenti in lettori. Potrebbe far scoprire nuovi mondi, territori inesplorati, meravigliose avventure e scenari mozzafiato. Potrebbe insegnare ai bambini a viaggiare con la fantasia, potrebbe portarli a conoscere personaggi tutti nuovi e non già predigeriti dalla televisione. A vivere da lettori la vita, non da spettatori.

Ma invece no, sembra che la scuola italiana sia destinata al contrario, ma ne avevo già discusso in precedenza.

Il problema ora è: che faccio?

Torno alla carica? Regalo libri per Natale? Insisto? In genere sono sempre molto agguerrita sull’argomento, tanto che di nascosto da lei ho caricato sul suo tablet un lettore epub e diversi libri per ragazzi, tutti molto divertenti. E allucinantemente intonsi. Sono scesa pure al livello di Geronimo Stilton, topo maledetto: sacrificio inutile. Tutti i miei tentativi sono stati snobbati e miseramente sono caduti nel vuoto, come se avessi proposto la più sfigata delle alternative allo sgranchirsi di pollici.
Ho anche adottato la tecnica della noncuranza, e cioè leggere in sua presenza senza dare importanza alla cosa, sperando (vanamente) che le venisse voglia.
Mi sembra di aver tentato quasi tutte le strade percorribili, se si esclude la coercizione fisica, ovviamente.

 

Insistere oltre mi sembra inutile e forse perfino sbagliato e controproducente, ma l’alternativa qual è? Arrendersi? Alzare bandiera bianca davanti all’inarrivabile massificazione della prepubertà? Cercare di rendere più glamour la lettura comprando il libro di Violetta? 
Oppure?


Attendo numi da gente più esperta…


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