Magazine Musica

L’inconsistenza del sesto comandamento

Da Aperturaastrappo
L’inconsistenza del sesto comandamentoNessun patto col desiderio, come se quella frenesia non gli appartenesse. Doveva staccarsi da se stesso, osservarsi agire da un punto distante, seguire il chiarore dell’estasi, pochi attimi di scandaloso godimento.Temeva quell’astinenza che lo avrebbe provocato. Ogni volta che si concedeva a lei, veniva assalito da una penosa sensazione di disfatta, dopo però si sentiva bene, affrontava le giovani parrocchiane disattivato e i contatti fortuiti riconquistavano la dimensione amichevole: sì, poteva, anzi, doveva farlo.
Vanessa era snella caviglie sottili occhi da cerbiatta capelli corti che permettevano al collo esile e bianco di essere ammirato.Mentre stava transustanziando il pane nel corpo e il vino nel sangue di Nostro Signore si accorse che il desiderio di lei lo stava invadendo di nuovo, perciò abbassò lo sguardo e si appoggiò all’altare per la frustrazione (la velocità con cui si riempiono i vasi sanguigni è spaventosa).Pensò: - Se questa è la conseguenza dell’astinenza, se non farlo significa  bramare Vanessa così (la voleva su di sé nel confessionale, la lingua tutta in gola, le gambe avvinghiate alle sue natiche, le mutande lacere), Nostro Signore non può non aiutarmi a trovare un rimedio e l’unico che io conosca è quello, ma ai ragazzi che glielo confessavano li ammoniva.Dovette appoggiarsi di nuovo all'altare per sopportare il turbamento di un’eccitazione così feroce: mio Dio, abbi pietà di me (ma l’avrebbe rifatto).Non si stava staccando da sé, non stava osservandosi agire da un punto distante, non stava scampando alcun pericolo, anzi i suoi pensieri erano fisionomie reali e lui era lì con loro: quelle erano le caviglie le cosce i fianchi  di Vanessa.Tutta una burla il sesto comandamento!Gli si rammollirono le gambe, sentì il calore crescere fino ad esplodere in fiocchi: una condizione assoluta di benessere. Quell’estasi colmò per un istante ogni sua molecola e il momento dopo si dissolse.Chiese perdono.Però - pensò - meglio averlo fatto.Pochi attimi ancora e lo sconforto svanì del tutto.
Lucia Immordino

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines