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L’informazione paga, prima o poi.

Creato il 07 febbraio 2012 da Illcox @illcox

Seduta ad un tavolo isolato della biblioteca di Pescara, sto tentando inutilmente di studiare. Le nozioni si confondono tra di loro, si azzuffano nella mente. Smettono di sovrapporsi solamente quando vengono soppiantate da altri pensieri. Diciamo pure da un altro pensiero, perché, in realtà, è uno solamente che mi angoscia: il presente! Tutto quello che stiamo vivendo, mi preoccupa. L’influenza incessante di un’America sempre più immischiata in affari di altri stati, la gravità della situazione economica, la situazione quasi, oserei dire, tragicomica in cui versa il nostro paese.

Siamo ormai schiavi di una democrazia che noi stessi abbiamo voluto! Siamo sotto il gioco di un imbroglio chiamato Finanza che noi stessi abbiamo creato!

Sono al limite! Non possiamo, in tutta onestà andare avanti così!

C’è, però, un modo per risolvere la situazione: prenderne coscienza! Ebbene si, basterebbe un minimo di interesse in più verso ciò che ci circonda per arrivare ad una soluzione. Giungiamo così al problema fondamentale: siamo davvero troppo disinformati. I giornali non ci dicono tutti i fatti, omettono sempre alcuni particolari che potrebbero essere vitali. Voglio essere fiduciosa e quindi mi ritrovo a pensare che forse, dico forse, lo fanno per non creare falsi allarmismi, ma in realtà tutto si riduce ad un cavillo tecnico chiamato censura. Un popolo ignorante non fa domande, subisce e sta zitto, non replica.

Ultimamente la mia sete di sapere sta aumentando, e spulciando in giro, mi sono resa conto che c’è comunque qualcuno che prova ad andare oltre, a capire come realmente stanno le cose. È un po’ come ai tempi del 1848; la maggior parte della popolazione non sapeva nulla di politica o economia, lavorava per portare la pagnotta a casa e nient’altro. Si quasi beavano della loro ignoranza e si preoccupavano solamente dei loro piccoli problemi quotidiani. Oggi siamo ancora allo stesso punto. Ma come è possibile? Insomma, abbiamo una delle più grandi risorse e fonti di informazioni della storia: abbiamo INTERNET! Prima, far girare un’idea, un movimento era davvero un’impresa. Noi, invece, abbiamo l’opportunità di conoscere le cose in tempo reale, potremmo davvero essere informati; invece non lo siamo. E perché? Perché passiamo le nostre giornate proprio come i contadini di fine ottocento, preoccupandoci solamente di noi stessi, delle nostre vite, senza cercare di andare oltre, di vedere i fatti nella loro totalità. Ci preoccupiamo dell’università, degli esami, quasi al futuro non pensiamo: viviamo ancora alla giornata! Nel 1861, Massimo D’Azeglio disse: ”Abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani!”. Cento cinquantuno anni dopo, dobbiamo ancora farli gli italiani!

Parlando con un’amica siamo giunte alla conclusione che urge davvero fare qualcosa: ma come? I giovani sono ignoranti o menefreghisti, quindi prima di poter solo pensare di organizzare o comunque fare una qualsiasi proposta che aiuti a superare questi problemi c’è bisogno di una RIVOLUZIONE CULTURALE. Bisogna prima di ogni altra cosa cambiare la mentalità, aprire gli occhi a chi passa il proprio tempo fissando stupide immagini di fronte ad uno schermo luminoso, ridendo da solo, beandosi della sua poca conoscenza.

Un enorme bisogno di cambiamento c’è nell’aria, a volte si riesce quasi a sentirne l’odore, ma è un qualcosa che finisce lì: un po’ come l’odore del vino appena si apre la bottiglia, dopo pochissimo evapora e già si confonde con gli altri odori. Questo cambiamento è necessario e forse, in maniera lieve ed impercettibile, sta già entrando nelle menti di alcuni; ma sono ancora pochi, troppo pochi.

So che tutto questo discorso può sembrare un qualcosa di utopistico, forse leggermente di sinistra, e fondamentalmente ispirato da ricordi di un tempo che fu, ma credo sia necessario. Personalmente non mi aspetto e non spingo per un ritorno di vecchi movimenti: diciamoci la verità, parole come Fascismo o Comunismo, al giorno d’oggi non hanno quasi nessun valore, sono oramai concetti astratti che appartengono ad un passato troppo lontano. Parlare di queste cose sarebbe come volere un ritorno della Monarchia. Discorsi fin troppo anacronistici per i miei gusti.

Bisognerebbe trovare, creare, qualcosa di nuovo! Una specie di movimento privo di uno sfondo politico, che non si aggrappi ad ideali vecchi ed obsoleti: un movimento culturale appunto. La cultura, il sapere dovrebbero essere le fondamenta per un nuovo inizio.

La domanda a questo punto mi pare, però, fin troppo lecita: ma come si fa a prendere coscienza dei fatti, a conoscere se il nostro principale mezzo di informazione è censurato? In effetti è difficile, ma non impossibile! Per come la vedo io, basterebbe sentire entrambe le campane ed aver voglia di sapere, senza fermarsi a ciò che ci viene servito su un piatto d’argento. Dovremmo avere la voglia di andare a scavare! Già, la voglia! Ecco cosa manca davvero! Siamo cresciuti, ed io sono la prima, in una società che non dice tutto e quindi ci siamo abituati a vedere gli eventi da un solo punto di vista. La nostra vita si è svolta in un’illusione bella e buona: siamo convinti di sapere quando in realtà abbiamo passato tutto il tempo sotto una campana di vetro. Nessuno ci ha mai messo a stretto contatto con i problemi, in primis i nostri genitori. Per carità, non voglio attaccare nessuno, anche perché è normale che un padre e una madre vogliano proteggere i figli dal male e dall’orrendo vortice di caos che è il mondo moderno, ma noi dobbiamo sapere, ne abbiamo il DIRITTO. Con esso, però, abbiamo anche il DOVERE di interessarci!

A cosa serve tutto questo sproloquio? In teoria a niente, potrebbe essere classificato come lo sfogo di una studentessa frustrata dalla realtà che per non pensare si rifugia in libri e in vite di persone morte. In pratica, invece, vorrebbe essere un timido punto di partenza: diciamo la scintilla che può dare il via ad un processo di crescita collettiva.

Probabilmente mi sto sopravvalutando, ma perché non farlo? Le grandi idee, infondo, non sono forse nate da piccoli pensieri di altrettanto piccoli uomini? Fate un favore a voi stessi, leggete, curiosate, esplorate: l’informazione paga, prima o poi!

L’informazione paga, prima o poi.


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