Magazine Diario personale

L’INPS e il resto del mondo: l’importante è capirsi.

Da Romina @CodicediHodgkin

Da mesi guardo avvicinarsi il 3 agosto con un misto di ansia e disperazione. A metà maggio sono cominciati gli incubi. All’inizio di giugno mi aggiravo insonne per casa mangiandomi le unghie fino alle nocche. Agli inizi di luglio, perdevo capelli a ciocche. Alla fine, una settimana fa, ho deciso di prendere il toro per le corna e affrontare il problema per tempo.

Qual è il dramma che ha minato il mio equilibrio psico-fisico e che ha inizio il 3 agoso? L’inizio della maternità obbligatoria. No, per carità, non la maternità obbligatoria in sé, anzi, quel momento segnerà i 60 giorni al parto e non vedo l’ora.  L’angoscia mi deriva dovermi rapportare di nuovo con l’INPS. L’INPS. Il Male assoluto. Non penso all’INPS come una serie di uffici che si occupano di determinate pratiche e dove lavorano molte persone. Per me l’INPS è un’entità concreta e reale e come un sampietrino sui denti ma al contempo ineffabile e ferale come i mostri che da bambini abbiamo sotto il letto.

L’INPS. Quelli che quando fanno coppia con la ASL devi solo armarti di acqua santa e bombe moltov perché tanto o tu o loro: uno dei due deve soccombere. INPS e ASL. I Batman e Robin della complicazione degli affari semplici. Quelli che quando ho fatto la pratica per l’invalidità ai tempi della chemio, prima si son persi tutta la documentazione (sarò maligna, ma perdono sempre la documentazione di chi sperano possa infilare anche l’altro piede nelle fossa, è una cosa che succede sistematicamente. Sono maligna? Diciamo che sono molto sfortunati, via…), poi hanno avuto da ridire perché si parlava di chemioterapia di tipo ABVD ma non erano specificati i dosaggi e che, infine, durante la visita hanno avuto da ridire perché avevo i capelli…(si sa che sei malato di cancro solo se non hai i capelli, i referti non dimostrano niente…).

INPS e ASL. I Gianni e Pinotto del pensiero razionale. Quelli che sul mio certificato per la maternità anticipata hanno scritto come data del parto il 3 ottobre 2003 e poi, non sapendo come correggere l’errore, mi hanno chiesto se per caso non potevo partorire “tra dieci anni fa” così risolvevamo il problema. Vi ricordate che pasticcio combinarono?

Bene, stavolta l’ASL doveva rimanerne fuori, ma non è che l’INPS da sola mi faccia meno paura. Vado al patronato con circa venti giorni d’anticipo rispetto all’inizio della maternità obbligatoria per chiedere supporto pratico e psicologico, perché io sul sito dell’INPS non ci metto mano nemmeno con una pistola alla tempia. Non se non posso avere accanto a me una bottiglia di vodka a farmi coraggio. Una sorridente signora mi dice che nuovissime disposizioni prevedono che, laddove esistano già pratiche aperte per maternità anticipata, non è necessario inoltrare richiesta di maternità obbligatoria. Tanto, sia il datore di lavoro, sia l’INPS conoscono già l’epoca presunta del parto, visto che figura già nella vecchia pratica. Pensa direttamente l’INPS ad agganciare la maternità obbligatoria a quella anticipata. Wow, penso, una cosa intelligente. Un sistema concepito per semplificare la vita alle mamme e agli impiegati, sia quelli dell’INPS, che quelli degli uffici paghe e contributi delle aziende. Una gran bella pensata, mi dico. E la cosa, infatti, mi insospettisce…

Mi confronto con altre colleghe de panza (colleghe de sostanza) che erano già in maternità anticipata e, tranne una, tutte mi dicono che hanno comunque inoltrato la domanda e nessuna di loro ha sentito di questa direttiva. Nel dubbio, chiamo il call center dell’INPS. Chiedo conferma e mi sento rispondere che va comunque inoltrata la domanda, altrimenti loro non hanno modo di sapere quando sarà la data del mio parto. E io “in realtà lo sapete già, è scritto nella richiesta di maternità anticipata”. Risposta “Eh, ma noi come facciamo a sapere quando sarà la data del suo parto?”. E io di nuovo “in realtà lo sapete già perché, è scritto nella richiesta di maternità anticipata”. Abbiamo ricominciato da capo. Sembrava un dialogo tra cretini, e visto che la tizia ripeteva sempre la stessa frase perché evidentemente ne sapeva meno di me ho lasciato perdere.

Questa cosa mi logorava. Lo sapevo che era troppo bello per essere vero. Ora dovrò fare la domanda e sicuramente accadrà qualcosa di imponderabile, mi dicevo. Sicuramente sarà come l’altra volta, che c’è voluto un mese. Torno al patronato. La signora della volta precedente sospira e mi spiega che puntualmente non fanno i corsi di aggiornamento agli impiegati dei call center. La richiesta non si deve inoltrare, punto e basta. Non serve. Tutti sanno già tutto e lei puntualmente viene cazziata da quelli dell’INPS ogni volta che inoltra queste caspita di richieste inutili. Torno a casa sollevata, ma con quella strana sensazione di inquietudine, quella che ti fa sollevare i peli alla base del collo. Infatti, il giorno dopo mi chiama l’ufficio paghe e contributi dell’agenzia chiedendomi (con due settimane d’anticipo) di inoltrare loro la richiesta di maternità obbligatoria fatta all’INPS. “Guardi, sono stata al patronato, mi hanno spiegato che non serve più perché nella richiesta di maternità anticipata voi avete tutti i dati e il passaggio a maternità obbligatoria lo fa direttamente l’INPS.” “No. Non è possibile. Se così fosse, a me chi lo direbbe che la sua data presunta del parto è il 3 ottobre?”. Quando sento la tizia tirare fuori la mia data del parto senza che io gliela abbia detta nel corso della conversazione, sento una vena chiudersi di botto. “Guardi, me lo ha appena detto lei da sola quando dovrei partorire, quindi lo sapete!” “E’uguale. Voglio la domanda entro mercoledì”. Che poi, porca miseria, mancano due settimane alla scadenza, io in questo momento potrei anche starmene a Bimini sorseggiando uno Shirley Temple: se tu hai prescia di salvare il mondo prima di andare in ferie non è un mio problema…

Fatto sta che quando ho riagganciato stava montando un’incazzatura tale che somigliavo a Gollum dopo aver preso una stirella in faccia e vomitavo piume e chiodi (materiali che in casa mia, in fase di trasloco, si trovano in abbondanza) peggio della bambina dell’Esorcista. Come al solito: la mano destra non sa cosa fa la sinistra e quindi insieme non possono lavare il viso. Altrimenti detto: come al solito non sa un cazzo nessuno e nel mezzo ci sta il povero disgraziato che deve capire che deve fare.

Questa mattina, decido di risolvere una volta per tutte la faccenda. Fatemi ‘sta cavolo di domanda di maternità obbligatoria, abbiate pietà della mia anima sfrantecata e non pensiamoci più. Io, sia chiaro, sin dall’inizio mi sono fidata più del patronato che dell’INPS o della mia agenzia. La signora era talmente sicura di quello che diceva che mi sembrava strano potesse insistere così tanto se ci fosse stata anche solo una possibilità su un milione che avesse torto. Poi, insomma, pare che questa sia una novità assoluta, quindi ci stava che effettivamente non fossero aggiornati.

Fatto sta che vado lì e…indovinate? Aveva ragione. Per inoltrare la domanda di maternità obbligatoria mi ha dimostrato che ha dovuto forzare il sistema. Appariva una finestra che avvertiva che non doveva inoltrare quella domanda in quanto esisteva già un’altra pratica a mio nome.

Comunque, si è dovuta caricare l’INPS di una pratica inutile, il datore di lavoro è contento e io già so su cosa si porrà il prossimo problema. Ci scommetto. Ne son certa.

La parte di maternità obbligatoria che copre il periodo precedente la nascita, in condizioni normali dovrebbe coprire i 60 giorni prima del parto ossia, nel mio caso, dal 3 agosto al 3 ottobre. Dato che il mio contratto, però, scade il 30 settembre, gioco forza che il periodo va dal 3 agosto al 30 settembre. Gli altri 3 giorni mi verranno accreditati non dal datore di lavoro tramite busta paga perché il nostro rapporto, per allora, sarà cessato, ma direttamente dall’INPS. Non c’è altro modo di farlo. Il sistema chiede quando scade il rapporto di lavoro quando è determinato e ti mette in condizione di fare due pratiche: una per i giorni che l’INPS paga attraverso il datore di lavoro, e una per quelli che paga direttamente. Scommettete che mi faranno storie per questo? Scommettete che me le faranno pur sapendo perfettamente che tanto il mio contratto non verrà rinnovato e che quindi si perderà tutti tempo inutilmente? Scommettete che ‘sto giro ce li mando?


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