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L’intevista a Nichi Vendola

Creato il 14 gennaio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

sky_tg24_nuova_graficaIl leader di Sel è ospite dell’approfondimento domenicale condotto da  Maria Latella su Skytg24 dal titolo L’Intervista che prevede,  un faccia a faccia, a commento della situazione politica e dell’impegno futuro del Centro sinistra. Nicola Vendola detto Nichi è nato a Bari nel ’59. È un politico italiano di 54 anni. È  presidente di Sinistra Ecologia e Libertà e guida la regione Puglia dall’aprile del 2005.  È candidato alla Camera come capolista del suo partito in tutte le regioni nelle prossime elezioni politiche.  Parlando di una possibile alleanza del centrosinistra con Monti dopo il voto aveva dichiarato:” Una cosa è il sostegno al governo, un altra è appartenere al governo stesso”. Ha cambiato idea? – ” Devo dire che oggi siamo di fronte a un centrosinistra nuovo che si candida per vincere e per governare il paese. Si tende in tutti i modi a impedire questo risultato e la pienezza di una vittoria. Io sono alternativo a Monti, ma penso che con Monti e Casini, bisognerà insieme, occuparci di una parte della futura legislatura che riguarda la riforma dello Stato. Ma per le scelte politiche il centrosinistra ha il diritto di governare senza badanti e ipoteche”. Così Nichi Vendola commenta la possibilità di una futura alleanza post-elettorale con i centristi.

Vendola non si sente un fanalino di coda, ne una minoranza politica buona solo ad aumentare voti nelle possibilità partitiche italiane, sa che ha contribuito alla vittoria del centrosinistra dalla Puglia a Milano, in luoghi dove era sempre candidato alla sconfitta. È  diventato forte, sicuro, e vuole giocare la carta della qualità del rinnovamento.  C

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on determinazione evidenzia le sue convinzioni ed espone le sue idee. È omosessuale dichiarato ma è riuscito a sfatare con l’impegno e la serietà del suo operato,  i pregiudizi di una cultura fondamentalista e integralista. “Vivo con il mio compagno che è un professionista della comunicazione e mi pare bello condividere pezzi di vita professionale insieme. C’è un minimo comune denominatore fra Sel e Pd, il minimo che dobbiamo all’Italia è uscire dal medioevo, dare riconoscimento alle coppie di fatto, dotarci di una legge contro la violenza omofoba su cui il silenzio della Chiesa appare inquietante.”

Vorrebbe diventare padre e ne difende i diritti .” Significa che il minimo che devo all’Italia in termini di modernità è farla uscire dal medioeveo per dotarci di un riconoscimento legale per le coppie di fatto sia etero che omosessuali”.

È un Nichi Vendola carico quello che va in onda a L’intervista, pronto per la prossima  campagna elettorale. Il leader di Sel non ci sta a recitare la parte di comprimario e risponde senza mezzi termini alle  domande. Non vuole ritagliarsi il ruolo di sparring partner, o meglio, del terzo incomodo nella volata finale fra Renzi e Bersani. ” Se gli italiani decideranno che il centrosinistra dovrà governare il paese, non tirerò Bersani per la giacchetta. Non vivrò il mio ruolo come quello avendo sentito le parole di Bersani, dirà più uno, non sarò quello che metterà continuamente in fibrillazione il governo. Stabiliremo la direzione di marcia per andare verso un’ Italia dei diritti sociali e di libertà, per uscire da questa arretratezza e mettere la politica in grado di ascoltare la vita, per salvare la democrazia”.

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Un faccia a faccia serrato ma contenuto nei toni. Vendola è a suo agio, chiarisce punto per punto le linee guida del suo pensiero, sistemando qua e là, tutti i suoi avversari : “Berlusconi e Grillo sono complementari e rappresentano un magma di subcultura populista. Oggi con Grillo che apre a Casa Pound siamo di fronte all’epifania. Ingroia è una persona con la quale si può discutere perché non ha assunto posizioni di rissa o guerriglia a sinistra e parla della sua volontà di collaborare con il centrosinistra e su questo è possibile lavorare”.

L’aggancio a Berlusconi nel recente Servizio Pubblico non poteva mancare  e alla domanda cosa avrebbe chiesto a Berlusconi se fosse stato Santoro, Vendola risponde: ” Non è stata posta nessuna domanda e non le ha poste soprattutto Travaglio che aveva da sfogare tutta la sua furia da amante delle vicende processuali.  Santoro non ha chiesto a Berlusconi nulla sul fatto che l’Italia dopo 10 anni di “berlusconismo” è più povera in termini economici e di cultura. Mi ha ricordato molto il Fantasma dell’opera dove Berlusconi è il fantasma. Ma non sottovalutiamo il fenomeno Berlusconi”. Il Cavaliere, negli anni del suo potere, con la sua visione, ha messo in atto una politica di smontaggio dello Stato riducendolo a funzioni marginali, perché nella sua cultura il regolatore della società è il denaro e si sa, dove esso impera l’uomo è compl

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etamente dimenticato a vantaggio del dominio della legge del più forte. Il nostro Stato ha ceduto lentamente allo spirito del mercato capitalistico e quasi senza accorgecene siamo passati sotto il regime edulcorato del cotrollo, mentre il denaro pubblico veniva vergognosamente disperso e sperperato in frivole velleità umane. Ora ci attende una nuova possibilità, e il voto potrà far valere la voglia di uscire da questa stagnante situazione per  andare verso chi, almeno ci crede nell’impegno politico :” Vorrei che la politica non fosse una guerra ma fosse l’occasione di imparare  e che fosse un confronto vero”!  Lo vorremmo tanto anche noi.


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