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L’inutilità, talvolta, dei sondaggi

Creato il 15 settembre 2010 da Fabio1983
L’inutilità, talvolta, dei sondaggiDa un po’ ce l’ho con i sondaggi, specie quelli politici. Ho trovato una ragione in più ieri sera, guardando Porta a Porta. Si discuteva della fiducia attribuita ai leader politici e sono stati confrontati tre diversi istituti di ricerca. Secondo Mannheimer, Gianfranco Fini è gradito dal 47 per cento degli italiani, Silvio Berlusconi dal 46. Per Luigi Crespi il premier vince sul presidente della Camera 45 a 43, mentre a detta di Alessandra Ghisleri è un totale plebiscito a favore di Berlusconi (il famigerato gradimento al 60 per cento). A Fini, invece, un misero 35 per cento. Per tutto il tempo il povero Mannheimer si è sbracciato cercando di spiegare a Vespa e al pubblico che i risultati dei sondaggi variano a seconda delle domande che vengono poste agli intervistati e dai parametri utilizzati per calcolare le percentuali. A chiudere il cerchio ci ha pensato Crespi il quale molto candidamente ha ammesso che gli istituti di ricerca tendono a confezionare i sondaggi anche sulla base delle esigenze espresse dai clienti. Insomma, il più delle volte un sondaggio è un buco con il niente intorno.

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