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L'Iran lancia una scimmia nello spazio: un ritorno al passato

Creato il 29 gennaio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

 Source: youtu.be/CYUAov1UcLc

Ieri, 28 gennaio, l'Iran ha annunciato di aver lanciato con successo una scimmia nello spazio e di aver eseguito il recupero della capsula con l'animale ancora in vita.

Una mossa che ci riporta indietro nel tempo, ai primi anni del programma spaziale americano e russo e preannuncia il prossimo invio di uomini nello spazio, previsto entro il 2020.

Gli Stati Uniti furono il primo stato a lanciare un primate, Albert, a quota 63 chilometri, a bordo del razzo V2 nel 1948. Albert morì per soffocamento durante il volo e molti altri animali furono sacrificati per consentire l'inizio dell'era spaziale umana.

Albert II nel 1949 fu il primo primate a raggiungere lo spazio a quota 134 chilometri a bordo di un altro razzo V2: sopravvisse al lancio ma non all'atterraggio a causa del duro impatto con il terreno. E così Albert III, IV, V e VI ed altri ancora, fino ad arrivare al 31 gennaio 1961, quando lo scimpanzé Ham fu lanciato in un volo suborbitale a 253 chilometri di quota e recuperato illeso, solo un po' disidratato, dopo una missione di 16,5 minuti. Un successo che consentì ad Alan Shepard di decollare per il primo volo suborbitale umano il 5 maggio 1961, diventando il primo americano, il secondo uomo dopo il sovietico Yuri Gagarin, a raggiungere lo spazio.

Altri test con altri scimpazè vennero condotti anche negli anni successivi, fin quando non si è acquisita la certezza che gli esseri umani possono sopravvivere nello spazio.

L'Unione Sovietica non fu da meno ma predilisse l'utilizzo dei cani: lanciarono i loro primi esperimenti nel 1951. Tra tutti, chi non conosce la storia della cagnetta Laika, lanciata il 3 novembre del 1957 a bordo dello Sputnik 2. Laika morì durante il volo. Tra il 1980 e il 1990 anche la Russia lanciò dei primati e così pure la Francia nel 1967.

Ora, altri animali verranno sacrificati da un'altra nazione in nome del progresso.


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